S P wrote:

Cari amici sulla via,
colgo l’invito a dire la mia sulla situazione.
Leggo dalla forma dello zazen che è invito universale: “…..perciò
smetti la prassi di cercare detti e investigare parole; impara a
rientrare in te stesso e a guardare il tuo vero modo di essere. Cosi il tuo corpo e spirito con naturalezza è abbandonato e appare il tuo
volto originario. Se ambisci ad acquisire questo subito devi
impegnarti in questo”.
Leggo dal sito di Antaiji dai discorsi di Sawaki Kodo : “ a te che
vuoi cominciare con lo zen“ paragrafo 10 :” C’erano una volta
cinquecento scimmie che erano al servizio di cinquecento santi
buddisti . Un giorno decisero di imitare i loro maestri e si sedettero
in zazen. Gli occhi come quelli dei maestri, i nasi come quelli dei
maestri, le bocche e i nasi esattamente come quelle dei maestri. Si
dice che cosi mille santi praticarono insieme e insieme raggiunsero
l’illuminazione. Quindi per me, anche imitare lo zazen va bene. Vorrei solo che si conservassero i semi della pratica.”
Ancora dal sito di Antaiji :
Perché sei venuto qui? Antaiji è un luogo devoto alla pratica dello zen come espressione naturale della vita. Zazen e lavoro non vengono semplicemente praticate come parte della vita ma tutte le ventiquattro ore della giornata sono intese come manifestazioni dello zen.
Antaiji non ha altre pratiche speciali, insegnamenti, intuizioni o
consigli spirituali da offrire. Ne è un luogo dove incontrare i
misteri d’Oriente, fare esperienze occulte o avere un assaggio dello
zen giapponese. È un luogo dove creare la propria vita secondo la
pratica di bodhisatva. Anche se vi si richiede di vivere in armonia con gli altri praticanti, ad Antaiji siete per lo più lasciati a voi stessi per quanto riguarda la pratica personale. Nessuno vi controlla o vi spinge. Perciò bisogna che abbiate le idee chiare su cosa anima la vostra pratica e sui
motivi che vi portano qui. Se vi aspettate altro da quello che è l’attività che svolgete al momento può offrirvi, resterete invariabilmente delusi. Siete sicuri di sapere che cosa siete venuti a fare – non ingannate voi stessi e gli altri.”
In un altro paragrafo dello stesso sito leggo che al monastero si
praticano 1800 ore l’anno di zazen.
Alla luce di quanto sopra, a cui la mia pratica si ispira, mi chiedo
in mezzo a tanto inchiostro per spiegarmi l’inspiegabile e
giustificare comportamenti che capisco ma non condivido, cosa posso fare per poter condividere e tener vivo questo camino che è linfa del mio esistere.
Mi trovo a disagio nel leggere discorsi didattici in cui sento molte
parole nella ricerca di trovare la coerenza in polemica con il
mondo. Sento però che l’intelligenza non basta e sono convinto che sia centrale dare spazio a quei corpi che vedono nella pratica dello zazen un ispirazione al proprio vivere. Non entro nel merito dell’organizzazione di un culto che comporta interessi di vanità e borsa ma sono disposto a qualche compromesso iniziale,se questo può aiutare .
Poi “più la strada sale e più per salire bisognerà mollare le zavorre“. Le cose hanno il loro ritmo e succedono quando il tempo è maturo!
Bisogna avere pazienza e fiducia!
Quando in Giappone incontrammo Watanabe ci sconsigliò lunghi viaggi in
Giappone e ci raccomandò , se eravamo interessati al modo di vivere lo
zen testimoniato ad Antaiji , di rivolgerci ai missionari Jiso e Yushin residenti in Italia.
Senza tanti virtuosismi dialettici che risposta si dà a questa
necessità primaria?
Spero di aver espresso in maniera comprensibile i sentimenti e il
vissuto che provo rispetto ai cambiamenti in corso e che questo
sincero contributo sia d’ aiuto .
Vi saluto con affetto,
S P
————————————————————————————
Il 10 gennaio 2010 12.37, M Y M ha scritto:
Ciao S
Come stai? […]
Grazie per aver scritto, il tentativo di esprimersi riguardo allo zazen,
al modo di vivere il buddismo, è sempre un sforzo importante.
cui speri di esserti espresso in modo comprensibile, temo di deluderti: non ho proprio capito che cosa vuoi dire.
Riguardo invece alla tua domanda: a me non pare tu ti sia mai rivolto a me per necessità primarie e neppure secondarie, qualche volta ci siamo scambiati gli auguri di Natale (sempre grazie a te), tuttavia, pur senza essere interpellato, mi sembra di esserci stato ugualmente, come in questo momento, come nel momento in cui ti ho inviato “La Pantomima”. Se pensi che rivolgerti a Jiso e a me, come ti ha suggerito Watanabe, significhi che noi assecondiamo le tue idee o che diciamo solo ciò in cui tu ti trovi
d’accordo… temo ci sia un fraintendimento. Per dirti quello che sai
già, quello per cui tu sei già d’accordo non ti serve nessuno.
Riguardo alla “Pantomima” in questi giorni c’è stato un interessante
discussione, la trovi qui
http://www.lastelladelmattino.org/3963#comments
manca proprio la voce di Roma e dintorni, potresti provare ad aggiungere
qualche tuo contributo: ogni voce è benvenuta.
Un saluto a C e R
yushin
PS: nella tua mail parli al plurale (cari amici, vi saluto con con
affetto…) la mail non è indirizzata solo a me? Io così l’ho interpretata, forse ho sbagliato? Quando mandi mail collettive è meglio se avvisi, dicendo
appunto che sono collettive.
————————————————————————————
S Pi wrote:
caro Mauricio, la lettera era rivolta al responsabile della stella del
mattino a Jiso ed a tutte le persone sensibili a certi temi .per il
resto vedi tu. Un saluto S
————————————————————————————-
Il 10 gennaio 2010 16.46, M Y M ha scritto:

No, così non mi sta proprio bene: che cosa vuol dire “era rivolta al
responsabile ecc.”? Che mandando la mail a me dovrei farmi carico di
diffonderla, farla conoscere? Allora, per favore, mandami l’elenco degli
indirizzi delle persone sensibili a cui devo mandarla.
Ma non mi sta bene soprattutto perché non rispondi, mentre ti chiedo conto di due cose importanti: ti dico che non capisco quello che dici, quello che vuoi, che cosa stai significando, quali sono “certi temi”, fai un elenco se ti ti interessa davvero, invece di lamentarti. E che poi la tua strana
domanda “Senza tanti virtuosismi dialettici che risposta si dà a questa
necessità primaria?” è altrettanto incomprensibile se non dici che cosa
vuoi, che cosa non ti sta bene e come ti starebbe bene e chi dovrebbe
risponderti. Ti dicevo che più o meno tutti quelli che hanno relazione con
la Stella, quelli che sono la Stella, si erano già espressi in questa pagina
http://www.lastelladelmattino.org/3963#comments
invitandoti a partecipare….E tu te la cavi con un “per il resto vedi tu”?
A mio parere c’è qualche cosa che non va, profondo, in quello che tu pensi
sia lo zazen, la fraternità, la pratica religiosa. Se mi vuoi rispondere,
per piacere, rifletti bene prima di scrivere. Lo zazen, il buddismo, la
pratica religiosa sono la mia vita, trattarli con un “per il resto vedi tu”
mi fa pensare che per te siano meno di un passatempo. Se è così, anche
questo dillo chiaro, per piacere: nulla di male, semplicemente … a ognuno
il suo.
Ciao
yushin

————————————————————————————-
St P wrote:
Caro mauricio,credo che la lettera che ti ho mandato sia chiara e
comprensibile,forse è lacunosa nella sintassi:chiedo comprensione,non
sono un professionista della penna.Vivo d’altro e non mi permetto
giudizi sul modo intimo di vivere il cammino religioso degli altri e
lo rispetto anche se non lo capisco. Un saluto S
————————————————————————————–
Come vuoi tu. Se non vale nemmeno la pena di provare a spiegarti -almeno per gentilezza o per educazione- temo che tu per zazen e per buddismo intenda una sorta di ginnastica senza direzione, altrimenti non saprei spiegarmi come fai ad arrivare a nasconderti dietro alla sintassi. Quando usi la parola “via” chissà che cosa intendi. Mi spiace, ritengo che sia un’occasione perduta. Ma siccome sembra che così ti stia bene non penso abbia senso disturbarti ancora. Pubblicherò sul sito questo nostro scambio
Un saluto a C e R
yushin
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2 Responses to “Scambio di mail tra sp e mym”

  1. billibello Says:

    Yushin, riesci sempre a spiazzare chi si rivolge a te. questo credo sia dentro ciò che sei e lo sento profondamente stimolante. la domanda di Stefano- non chiara, è vero- io la sento così: si sente una cesura tra te, Jiso e noi “orfani” di galgagnano. Come la colmiamo?
    A me sembra di capire che non c’è altro che il cercare. Sono stata a Roma alla sesshin, ho sentito ancora la forza dello zazen, ho sentito che per me è importante farlo con altri.
    So che sia tu che Jiso ci siete per le domande, ma a me sembra di non avere ancora domande sensate, e cerco di fare come il mio cane che ogni mattina mi fa le feste come se fosse la prima volta

  2. mym Says:

    Certo che i cattolici il papato la chiesa hanno fatto un bel disastro con i nostri cervelli. Perché mi vuoi tagliar fuori dagli orfanelli? Caso mai, come ero orfano io prima ora lo sei anche tu, benvenuta. La cesura la fai tu, non farla ed è già colmata. Specialmente con SP non intendevo proprio essere spiazzante, anzi. A modo mio (non sono il re dei diplomatici) ho cercato di essere attento, vicino, capire ascoltare per collaborare. Mi ha sbattuto la porta sul naso due volte. A un povero orfanello! E poi giù lamentazioni e “signora mia…!”.
    Gli animali si divertono ogni giorno, anche cento volte al giorno con lo stesso giochetto, dice Kundera, perché loro non sono stati scacciati dal paradiso terrestre. Noi sì (pare), per questo ecco tutto ciò.

Se volete, lasciate un commento.

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