Per la pagina Bibliografia commentata-Approfondimenti, l’amico dhr ci invia una scheda su un testo al quale la prima parte del titolo sul “dopo morte” non rende pienamente giustizia. Infatti è più propriamente un librocop_grun sull’arte di quel vivere che comprende il morire, l’ars moriendi come ricorda dhr. Val la pena rammentare che la formulazione “dopo la morte”, relativa per esempio a un aldilà, è quantomai infantile: parlare di un dopo presuppone che si possa rispondere alla domanda “quanto dura?”. Può essere che la morte duri così a lungo che non sia poi così interessante chiedersi che cosa c’è dopo. Forse più intrigante, e meno vano, è il chiedersi riguardo al durante…

Morte, la s’ignora del tutto

Anselm Grün, Che cosa c’è dopo la morte? L’arte di vivere e morire, Paoline, pagg. 196, euro 16.
Tutta la tensione interna a questo nuovo libro del monaco benedettino Anselm Grün è espressa dal rapporto tra

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Presentiamo un film realizzato una decina di anni or sono dalla SDMP, la Stella Del Mattino Productions. Azienda che non esiste, ma è un modo per dire che è di produzione propria. L’opera è stata pensata -soprattutto da Carlo, il regista- per fissare in immagini i ricordi di alcune persone riguardo a Gianni, personaggio base nello sviluppo e nel radicamento del buddismo zen in Italia, quindi in Europa. In un’epoca nella quale “zen” faceva rima soprattutto con “élite”, Gianni -improvvisamente scomparso nel 1984- rappresenta un’eccezione importante. Non per motivi politici, “di classe”, ma perché ha costituito il precedente necessario, il punto d’ingresso tramite il quale la semplicità del linguaggio, l’assenza di cultura “alta”, il tran tran quotidiano dell’operaio sono lo zen senza bisogno di mediazioni né di traduzione.

Nella Tana del Buddha, a c. di Carlo De Mauro

Questo breve video narra, in cinque scene, alcuni momenti della vita di Gianni Bertolo ricavate dai ricordi di persone che l’hanno conosciuto.
– La prima scena è un sogno, forse premonitore, ambientato e girato nel cortile di una casa di ringhiera del centro di Torino, in via Bava. Proprio in questa vecchia casa di ringhiera c’è una soffitta che Gianni prese in affitto e che per alcuni, negli anni 70 fu una sorta di rifugio dove scambiarsi impressioni ed esperienze, prepararsi un tè, discutere di buddhismo e soprattutto praticare zazen. In quegli anni a Torino il buddhismo era relegato nelle aule universitarie del dipartimento di orientalistica che per quanto interessanti sul piano intellettuale non potevano certo soddisfare l’ansia di ricerca esistenziale che caratterizzava quel periodo.
– Nella seconda scena Gianni -che ha dormito su un sofà- viene svegliato dalla moglie Iris. Durante la colazione Iris gli ricorda i suoi impegni di padre e Gianni cerca di spiegarle quello che nello zen è un ritiro di pratica intensa: un sesshin.
– Nella terza Gianni all’uscita dal lavoro incontra un giovane amico, Miki, e insieme si dirigono verso la soffitta di via Bava dove li raggiunge uno nuovo del giro, Andrea.
– Quarta scena, esterno giorno, la scena si svolge a Torino al parco Leopardi, Gianni, Andrea, Roberta ed Elena si godono il tramonto e disquisiscono sul senso della vita.
– Nella quinta Gianni purtroppo è morto e Miki e Roberta lo ricordano.

Il video è stato girato nel 1999 con una videocamera Betacam e l’audio è stato acquisito in presa diretta. Il montaggio è stato eseguito in maniera non lineare utilizzando il software Premiere.

Interpretato da:
Giuseppe Palese – Gianni
Floriana Brozzetti – Iris
Fabrizio Odetto – Miki
Cristiano Falcomer –Andrea
Gloria Rante – Roberta
Roberta Rossi – Elena

Scritto da:
Mauricio Yushin Marassi
Giuseppe Jiso Forzani
Paolo Sacchi
Mario Pera

Realizzato da:
Carlo De Mauro e Mauricio Yushin Marassi

Da un’idea di Mauricio Yushin Marassi

Musica di Alberto Braida

Operatore video Marco Balestrieri

Fonico Fausto Cagnazzo

Traduzioni Clarissa Balaszeskul

Il filmato è stato realizzato grazie all’aiuto del Soto Zen di Tokyo.

Citazioni di citazioni in questo nuovo numero del nostro Alan: il Club della Cultura, o Culture Club, sono gli autori del famoso brano Karma Chamaleon che è il titolo dell’haiku di questa volta e, anche, la sua chiave d’interpretazione secondo la possibilità di capovolgere il destino in qualsiasi momento. Almeno quello interiore, per capovolgere le sorti del nostro tran tran quotidiano ci vuol altro che un piccolo camaleonte

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Karma Chameleon

Cheerfully indulgent
Towards my very karma
And think what they may

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L’amico GI ci invia un’altra scheda relativa ad un libro di cultura religiosa, un testo particolarmente interessante perché prende in esame un tipo di linguaggio -inteso come categoria linguistica a sé stante- che ha una posizione trasversale, fluida, al punto che si potrebbe dire che si tratti di un linguaggio che usa ogni tipo di linguaggio: Il linguaggio dei mistici, di Massimo Baldini, pubblicato nel 1986 dalle Queriniane.
La scheda va ad arricchire la pagina della Bibliografia commentata nella sezione Cultura cristiana.

***

Massimo Baldini, Il linguaggio dei mistici, Queriniana, Brescia 1986, 178 p.,

L’opera che ci accingiamo a commentare, a nostro parere, è uno dei lavori più interessanti sulla mistica .
Baldini svolgerà, e lo dice già nell’introduzione, una ricerca epistemologica sul senso del linguaggio mistico: lo confronterà con il linguaggio poetico, profetico e infine, teologico.
Cercherà di evidenziare come il linguaggio mistico sia nella sua quiddità un linguaggio performativo, per utilizzare un espressione di Austin.

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Dall’amico JF riceviamo e volentieri pubblichiamo questa breve riflessione su un piccolo -ma non banale- fatto di cronaca.

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Occhi

C’è una signora molto agitata, che parla a raffica di libertà, di emancipazione, di ribellione della donna sottomessa e consenziente. Capelli al vento, labbra vermiglie, viso abbronzato, gli occhi invisibili dietro ai Raiban a specchio.
C’è una signora silente, nascosta dal velo, come sarà il suo volto, le sue labbra, di che colore saranno i capelli? Solo gli occhi si vedono, guizzo di vita, lampo di luce.
Gli occhi son tutti belli, specchio dell’anima.
Propongo il velo anche per i maschi.

Raccontini di fantascienza all’insegna dell’impermanenza, della interdipendenza, della non-posizione e altre considerazioni “non Terra-Terra”.

“Affittarono l’intera isola di Terranova per il G8.012.455.”

By Cibì

All’Università degli Studi “CARLO BO” di URBINO

Università di Urbino

Sino al 6 novembre (con possibilità di estensione al 31 dicembre) sono aperte le iscrizioni al:
Corso di Laurea Magistrale in Sociologia della Multiculturalità.
Il Corso comprende insegnamenti di Buddhismo, Induismo, Islamologia, Ebraismo e, naturalmente, di Cristianesimo.
A parte le lauree in teologia, non vi è un altro corso di laurea magistrale in Italia che offra una pari varietà e qualità nell’insegnamento religioso.
Qui trovate tutte le informazioni relative all’offerta formativa, la struttura del Corso, i contatti utili ecc.
In questa pagina è possibile consultare alcune tesi di laurea sviluppate nell’ambito del Corso.

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