Cari voi,
Dal suo eremo tra i monti, Fago ci ha mandato una scena della vita di BuddaZot, con gli auguri per il nuovo anno da parte della Stella. La vita di Bz si svolge nel cosiddetto “mondo zen” dove il tempo e lo spazio, gli oggetti e i soggetti mutano senza sosta né fatica. Anche l’avvento del nuovo anno, quindi, è una parte di quel mutare: niente di speciale, nell’eccezionalità di ogni istante che scorre via nel silenzio. Una sola concessione terrena: l’uso di un dialetto che in qualche modo “veste” il protagonista.
Purtroppo sono auguri un poco mesti quelli di quest’anno, ma con una rinnovata certezza: molti sono i motivi per considerare fortunato chi guida la sua vita secondo l’insegnamento del Buddha. Tra gli altri: nei secoli, i racconti, i “fatti” che troviamo nei testi non sono stati narrati per essere creduti come realmente accaduti, ma “solo” per trasmettere significato religioso. Normalmente si evita così il pericolo di cadere nella convinzione che ciò che è scritto vada inteso alla lettera e perciò, per es., se è scritto che una terra è promessa da un dio a un certo popolo, quel popolo si senta autorizzato, per diritto divino, a far strame di chi in quella terra già vive. Certo la storia dei buddismi, o dei buddisti, mostra che vi sono altri pericoli, ma almeno questo (a parte inevitabili casi marginali) ci è evitato.
Buon tutto, da parte della Stella
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