Immancabili, quasi fatidici, gli auguri di BZ.
Auguri, certo: ci si augura che non succeda nulla che venga a turbare le nostre vite. O forse (siccome prima o poi succederà comunque: è sicuro) ci si augura che la capacità di lasciar svanire il nostro disappunto venga in nostro aiuto ‘non ostante tutto’. Ovvero come dovrebbe essere sempre, o quasi, percorrendo questa via.
Allora: auguriamoci che sia come sempre.
Questa volta c’è un novità piccantina: parafrasando il principe De Curtis potremmo dire che Bz ‘la butta in politica’; nella prima delle due strisce esprime, addirittura, una critica sottile all’Istituzione, alla chiesa, che è, o è stata, madre (forse solo zia?) di molti tra quelli che compongono e leggono queste righe.
È la libertà espressiva dell’artista e come tale va rispettata, anche quando non siamo d’accordo. Non è pensabile, infatti, che tra coloro i quali seguono l’iter formale delle ordinazioni all’interno del Soto shu (e non solo), vi sia chi possa poi pavoneggiarsi, esibendo come un segno di potere l’abito ricevuto durante il rito. Un abito che è il segno del completo lasciare.
Si sa, praticare il buddismo non è una carriera e certe cose non accadono.
Nel frattempo, sul blog, continuerà a imperversare Bz …
Grazie a Fago per i delicati disegni e a Pierinux per la consueta maestria nel farli apparire sui nostri schermi.