Torniamo a parlare, dopo i due precedenti post, del libro di Paul Knitter Senza Buddha non potrei essere cristiano. Lo facciamo questa volta per interposta persona. Sul sito internazionale del DIM, Dialogo Interreligioso Monastico, ne compare una nuova recensione ad opera del professor Robert Magliola. Una recensione, a mio modesto avviso, ben centrata. Tra l’altro,
il prof. Robert Magliola (che in realtà si chiama Roberto Rino perché è di origine italiana), nel sito è descritto come: «Specialista in ermeneutica, filosofia comparata e dialogo cattolico-buddista. Formato dai gesuiti e terziario laico carmelitano dal 1982, si è addestrato (“he has trained”) nella meditazione vipassana-satipatthana al Wat (scuola, monastero, tempio, dal pali vatthu-ārāma. mym) Mahathat, Tailandia, e nel Chan con monache buddiste taiwanesi. Ha diretto un gruppo di cattolici tailandesi e studiosi buddisti alle conferenze internazionali quadriennali (1996, 2000) della Society of Buddhist-Christian Studies; al Consiglio Pontificio della Cultura del 1999 ha discettato (“presented on”) sulla meditazione cattolica in forma vajrayana. Seppure in pensione, ha continuato il suo lavoro letterario e interfede diventando “consulente interfede” per il Ling Jiou Shan’s Buddhist Center di New York e editor per il Concilio di Ricerca nei Valori e nella Filosofia (RVP) dell’Università Cattolica Americana».
E dico poco se dico poco.
Una frase di questa recensione sul libro di Knitter mi pare significativa e riassuntiva: «In short, Knitter is not Catholic enough because he is not Buddhist enough and vice versa».