Generali


Ca’ del Santo onlus
Progetto di Ecomuseo per la Val Marecchia

Corso per
* INTONACARE CON LA SOLA TERRA CRUDA
(Introduzione teorica e pratica all’uso della terra cruda in bioedilizia)

San Leo (PU)
ottobre 2006
Inizio 28 ottobre ore 10.30
Termine 29 ottobre ore 18.30

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La terra cruda si colloca, con il legno e la pietra, tra i materiali da costruzione più antichi. Le differenti tecniche costruttive si sono evolute nel corso dei millenni in funzione delle diverse caratteristiche morfologiche del suolo, ma anche del diverso ambito culturale e ambientale in cui si sono consolidate. Ovunque, nel mondo, esistono esempi di costruzioni in terra di grande interesse, dalle moschee del Mali agli edifici dello Yemen, dagli aggregati urbani del Marocco, fino alle abitazioni più semplici, in ambiente rurale, disseminate un po’ ovunque. In molte regioni del nostro Paese sono tuttora presenti, in ambito sia urbano, sia rurale, numerose costruzioni in terra cruda: come quelle in ladiri in Sardegna, in pisè o in adobe in Piemonte, in massone nelle Marche e in Abruzzo e altre ancora. A partire dal secondo dopoguerra, il diffondersi di materiali introdotti sul mercato dalla moderna produzione edilizia ha portato a un abbandono della tecnica del crudo. L’architettura in terra non appartiene però solo alla storia, In un momento in cui concetti come sostenibilità, ecologia, rispetto dell’ ambiente rientrano in un linguaggio comune dell’ abitare, l’utilizzo della terra cruda, innovata sul piano applicativo e delle prestazioni, si ripresenta nel panorama dei materiali da costruzione con un interesse particolare. L’intonaco a base di argilla, materiale totalmente ecologico e riciclabile, offre prestazioni tali da essere considerato l’intonaco per eccellenza della bioedilizia. Le caratteristiche principali sono infatti: traspirabilità e permeabilità al vapore, regolazione dell’umidità dell’aria per la sua capacità di assorbire quella in eccesso e cederla successivamente, regolazione della temperatura interna, fonoassorbenza e isolamento dai campi elettromagnetici generati da impianti ad alta tensione. (altro…)

«Dalai Lama eletto per sfidare la Cina»

(a seguito delle recenti dichiarazioni del Dalai Lama apparse su La Stampa del 8/8/2006, fa seguito questo articolo, sempre su La Stampa, il giorno dopo)

Da La Stampa del 9/8/2006

(di Marco Neirotti)

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La nuvola italiana del Buddhismo è vaga, indistinta. E’ un gioco o una convinzione. Di certo è lontana dalle scelte misurate, politiche, spirituali, abili del quattordicesimo Dalai Lama, Tenzin Gyatso, 71 anni, una confidenza con la spiritualità e con la realtà occidentale che ne hanno fatto un leader religioso e terreno insieme. Viso da buon nonno e occhiali da buon intellettuale. Ha decretato che non è più tempo di indagare bimbi per vedere in loro un reincarnazione.Dandosi del «semi-pensionato», ha deciso che i tempi sono cambiati. Ma, come ha scritto Claudio Gallo sulla «Stampa» di ieri, ha dichiarato chiaro e tondo di avere traghettato «il popolo fuori dal nostro Paese per riavere la madre patria». E la stoccata: gli anziani nominino il nuovo. (altro…)

«Il mio successore potrebbe essere eletto da un’assemblea di monaci»

Da La Stampa del 8/8/2006

di Claudio Gallo

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Col sorriso sornione e il disarmante candore, il Dalai Lama ha stupito tutti: basta, ha detto in sostanza, con questa mania della reincarnazione, sarebbe bene cercare il mio successore tra la comunità monastica in esilio. Come fanno i cattolici a scegliere il Papa, insomma. Poi, vedendo forse qualche bocca storta, ha aggiunto: «Mi rendo conto che i tibetani potrebbero non essere d’accordo con questo metodo».Non è la prima volta che Tenzin Gyatso, 71 anni, premio Nobel per la pace, sorprende i buddhisti. Nell’agosto del 1990 aveva detto: «Io, il quattordicesimo, sarò l’ultimo Dalai Lama. I tempi sono cambiati, non c’è alcun motivo per preservare questa istituzione». Sembrarono le parole della pietra tombale di una teocrazia durata quattro secoli. Allora molti monaci, e qualche tibetologo, rammentarono che già le antiche cronache di Bu-ston, adombravano che la durata dei Dalai Lama non potesse andare oltre le due volte sette, quattordici appunto.

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* UNIVERSITÀ DEGLI STUDI “CARLO BO” – URBINO

Università di Urbino

Il Corso di Laurea Specialistica in Antropologia ed Epistemologia delle Religioni, istituito presso la Facoltà di Sociologia in collaborazione con la Facoltà di Lettere, Classe 72/S (Scienze delle Religioni),

a partire dall’A.A. 2006/2007 si trasforma in:

Corso di Laurea Specialistica in
Sociologia della multiculturalità.

Il secondo anno del nuovo Corso sarà articolato in due curricula: Politiche dell’integrazione sociale e Antropologia delle RELIGIONI.

Quest’ultimo recepirà quasi per intero gli insegnamenti di cristianesimo, buddismo, induismo e islamologia già presenti nell’attuale Corso di Laurea Specialistica in Antropologia ed Epistemologia delle Religioni.

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Ecco qui sotto in breve le attivita’ di questo mese a Galgagnano, che precedono la pausa estiva di agosto.
Auguri di serene vacanze a tutti

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Ven. 7/7 – sab. 8/7 : Incontro di studio e zazen

Ven.14/7 – dom. 16/7 : Ritiro mensile

(Informazioni: tel. 0371-68461)

www.amnesty.it

…Cos’è un lager?

Son recinti e stalli di animali strani, gambe che per anni fan gli stessi passi,
esseri diversi, scarsamente umani, cosa fra le cose, l’erba, i mitra, i sassi,
ironia per quella che chiamiam ragione, sbagli ammessi solo sempre troppo dopo,
prima sventolanti giustificazioni, una causa santa, un luminoso scopo,
sono la furiosa prassi del terrore sempre per qualcosa, sempre per la pace,
sono un posto in cui spesso la gente muore, sono un posto in cui, peggio, la gente nasce…

E un lager…
E’ una cosa stata, cosa che sarà, può essere in un ghetto, fabbrica, città,
contro queste cose o chi non lo vorrà, contro chi va contro o le difenderà,
prima per chi perde e poi chi vincerà, uno ne finisce ed uno sorgerà
sempre per il bene dell’umanità, chi fra voi kapò, chi vittima sarà
in un lager?

Da /Lager/ di F. Guccini, album /Metropolis/, 1981

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