Generali


Domande a Dio – Domande agli uomini

Intervento di Dai Do Massimo Strumia, membro del Comitato Interfedi in rappresentanza dell’UBI (Unione Buddista Italiana) a Torino Spiritualità in occasione

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della presentazione della “Carta dei Valori“, 23 settembre 2007.

“Come missionario buddista, non posso che condividere e sostenere questa Carta.

Devo però affermare, senza presunzione, che ciascuno di questi articoli è, per il Buddismo, dato per scontato e ovvio a partire da 2.500 anni fa, quando in India il Buddha Shakyamuni praticò e divulgò l’uguaglianza tra gli esseri, senza distinzione di sesso, di casta e di livello sociale.

Purtroppo, se apriamo gli occhi sulla realtà oggettiva, cioè sui fatti, ci rendiamo conto che questi princìpi fondamentali vengono regolarmente traditi, perché ciò che in realtà predomina è l’anima, lo spirito del branco dove il diverso, lo straniero, il “foresto” vengono percepiti come potenziali nemici.

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I religiosi, in quanto tali (cioè vestiti da o presentandosi come preti monaci ecc.) non si dovrebbero occupare di politica.

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Quello che i monaci birmani stanno facendo è un errore di cui pagheranno le conseguenze -alcune le stanno già pagando- e, seppure in misura minore, le pagheranno tutti i buddisti del mondo, come pure molti altri che buddisti non sono. Tuttavia, in alcuni casi, certi errori vanno fatti, altrimenti non ha senso essere religiosi.

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É pronta la nuova pagina della Grecia antica. Trovate qui le altre

La testa nelle Nuvole

Lo spettatore che oggi vedesse rappresentata in teatro una commedia di Aristofane, di cui il regista rispettasse per filo e per segno testo e apparato scenico, forse non la troverebbe così divertente come sembrò agli Ateniesi che, sul declinare del V secolo, varie volte attribuirono al poeta il premio nella gara poetica.

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Quello spettatore dovrebbe, sedendosi nella prima fila delle poltrone, cancellare del tutto dalle sue aspettative ciò che gli è familiare in questo genere di spettacolo per immergersi in un mondo che non gli somiglia, dove anche la commedia, come qualsiasi pubblica manifestazione, ha innanzitutto un significato rituale.

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Ecco la quarta puntata de L’ovra inconsummabile. Potete trovare qui le altre

(A cura di Cibì)

PURGATORIO

Canto 1

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“Fuggito avete la prigione eterna?”

[lo chiede Catone, indignato, a Dante e Virgilio. Risposta: sì]

Canto 2

Ma noi semo peregrin, come voi siete

Canto 3

Ma la bontà infinita ha sì gran braccia

Canto 4

… il su andar ti fia leggiero
Come a seconda giù andar per nave

[verrà il momento in cui progredire ti verrà spontaneo come a una barca seguire la corrente]

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Dall’amico Butchlazy riceviamo e volentieri pubblichiamo la segnalazione del suo nuovo video musicale su Youtube

Ecco la terza puntata de L’ovra inconsummabile. Potete trovare qui le altre

(A cura di Cibì)

INFERNO

Canto 23

… con cappucci bassi
Dinnanzi agli occhi…

[di nuovo l’invidia, cioè visione ristretta della realtà (dal latino in-video)]

Canto 24

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Più lunga scala convien che si saglia

[Non progredi est regredi. Chi non si trasforma mai, si fossilizza, come il dannato che va in cenere come la fenice e… rinasce non migliore, ma tristemente identico a prima:]

E in quel medesimo tornò di butto

Canto 25

Ed avvenga che gli occhi miei confusi
Fossero alquanto, e l’animo smagato

[la confusione di Dante non avviene di fronte a uno spettacolo qualsiasi: davanti agli occhi ha il simbolo per eccellenza della tragica condizione umana. Avere la pazienza di leggere il Canto 25 per intero, oltre alla poesia Il vischio di G. Pascoli, ammiratissima da P. P. Pasolini]

Canto 26

“Prima che sì Enea la nomasse”

[interrogato cortesemente da Virgilio, Ulisse contraccambia citando l’Eneide. E sarà lo stesso Virgilio, salendo fino in cima alla montagna del Purgatorio, a portare a termine la missione interrotta di Ulisse]

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Raimon Panikkar, La porta stretta della conoscenza. Sensi, ragione e fede, Rizzoli, 2005.

Ma 9×9 farà 81?

Ho riportato la battuta di Massimo Troisi in un suo celebre film per sintetizzare uno dei significati di questo libro di Panikkar.

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Vorrei spiegare il motivo di questa scelta: quella domanda divertente sottintende l’ipotesi di una logica diversa. Ovviamente se non per Troisi, almeno per tutti noi 9×9 fa 81, ma ne siamo proprio certi?

La scienza ha un proprio linguaggio che la rende una cosmovisione, come sostiene Panikkar, questa cosmovisione deve misurarsi e confrontarsi con la cosmovisione religiosa. Questo dialogo è il nucleo del libro.
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