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lcuni giorni or sono un quotidiano ha pubblicato il discorso pronunciato quasi 60 anni fa da Piero Calamandrei, docente universitario, giornalista, politico. Mi ha impressionato per l’assoluta attualità, la precisione di un’analisi che fa pensare ad una sorta di profezia laica, una capacità così acuta di leggere la realtà da poterla rappresentare in modo valido oggi e sempre; comprendendo in quel “sempre” il tempo in cui la struttura base di questa realtà sociale si riproduce: se un giorno, poniamo, non vi fosse più una società organizzata anche le profezie a proposito verrebbero a cadere.
Vi propongo uno stralcio del testo del discorso
Piero Calamandrei III Congresso in difesa della Scuola nazionale, Roma 11 febbraio 1950:
Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza.
Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito?
Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle.
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