Generali


Sinora abbiamo sempre pubblicato video musicali del nostro chitarrista preferito: Butchlazy, un grande sia con la chitarra acustica sia con quella resofonica. Questa volta lo “tradiamo”. L’amico Louis ci ha segnalato una musica mondiale. Forse (forse!) non tutti gli interpreti sono politically correct o degli esempi di vita, ma l’effetto val bene un piccolo tradimento… 😉


Tutte le sante domeniche e le altre feste comandate, dalla vicina chiesa degli Agostiniani alle sette del mattino (e poi ogni mezz’ora, sino ad una sorta di incongrua apoteosi a mezzogiorno) si leva un festoso e rumorosissimo scampanìo, insistito, lungo, fastidioso soprattutto perché la chiesa non ha campanile e perciò non ha campane. L’invadente buongiorno è infatti orchestrato da un aggeggio ad orologeria collegato a due grandi altoparlanti. Specialmente d’estate, a finestre aperte, il suono è così forte che addirittura occorre sospendere la conversazione altrimenti si dovrebbe, letteralmente, urlare per farsi sentire anche da un interlocutore molto vicino.

La cosa mi è tornata alla mente sabato scorso leggendo l’articolo de La Stampa di Torino Poletto: “Niente minareti in città”. In sostanza, l’ottimo Poletto dice: “poiché a Torino i battezzati sono tra l’80 e l’85% della popolazione non sarebbe giusto che la maggioranza fosse disturbata dal richiamo alla preghiera del muezzin, solo per rispettare il diritto di una minoranza”. Però in certi quartieri di Torino le percentuali sono molto diverse, la maggioranza non è più cristiana ma islamica: certamente Poletto avrà già zittito le campane delle chiese in quelle zone.

PS: lo yatagan è una sorta di corta scimitarra ricurva tristemente famosa sulle coste del Tirreno sottoposte alle scorrerie dei Saraceni

Giornata della Memoria 2009

Una favola per sopravvivere: “Brundibar”
di Hans Krasa

Auditorium “Verdi” Milano,
24 gennaio 2009 ore 15,30

Teatro Comunale di Lonigo (Vicenza),
1 Febbraio 2009, ore 17,00

con il coro dei Pueri Cantores di Vicenza e
l’ orchestra “Verdi” di Milano
Direttore: Roberto Fioretto

Cecoslovacchia, 23 settembre 1943, nella cittadina di Theresienstadt si mette in scena l’operina per bambini “Brundibar” di Hans Krasa. I piccoli artisti e l’orchestra sono eccellenti, la sala è gremita, il pubblico applaude entusiasta, ma…. tutto ciò si svolge in un campo di concentramento; il pubblico, gli artisti, lo stesso Krasa, sono prigionieri ebrei, deportati da Cecoslovacchia, Austria, Germania, Danimarca.

Theresienstadt, Terezin in ceco, nel sistema dei lager nazisti rappresenta un’eccezione. Nonostante l’inverosimile ammassamento di prigionieri e l’uso del terrore come sistema di controllo (sia pure in termini meno espliciti che altrove) vi si mantenne un certo ordine sociale. Nel costante pericolo e tra spaventose difficoltà, autorevoli personalità furono capaci di irradiare attorno a loro l’idea di un’esistenza ancora possibile, sostenuta dall’arte e dalla cultura.

I piccoli deportati ebrei, interpreti o spettatori di questa vita artistica, ricevettero un aiuto fondamentale per la loro breve esistenza. Attraverso l’arte, si liberarono nelle persone forze animiche nascoste che crearono momenti di gioia, vitalità e coraggio.

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Ho spalancato le porte

Ora il vento entra vorticoso

Mi toglie il fiato.

Ho paura

Ma non ho scelta

Non ho scampo.

Chi vive veramente

E chi ama follemente

Non ha garanzie.

cs

Come sapete, sin dalla formazione in questo blog c’è una pagina intitolata Ricerca testi tradotti nella quale è possibile trovare, in inglese o italiano, le traduzioni di alcune migliaia dei testi più significativi della letteratura buddista indiana, cinese e giapponese. Recentemente CDM, il curatore della pagina, l’ha arricchita

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di una nuova possibilità: i testi in lingua originale, ovvero le versioni nella lingua dalla quale sono state redatte le traduzioni in lingue a noi più comprensibili.
Ora, tra le versioni originali, è possibile consultare addirittura l’intero Canone Pali in ben quattro diverse stesure: mūla o fondamentale, atthakatha per lo più composta da commentari redatti da Buddhagosha nel V secolo, tīkā o sub-commentari e anya ossia “le altre” (versioni). Migliaia di testi in pali romanizzato a vostra disposizione.
Nella foto, una delle 1460 steli della pagoda Kuthodaw in Birmania sulle quali è inciso il Canone.

Presentiamo uno scritto di Enzo Bianchi a proposito delle preghiere islamiche, nelle piazze delle città italiane, che hanno seguito o accompagnato le manifestazioni di appoggio e

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solidarietà con i palestinesi di Gaza.

L’articolo è comparso venerdì 9 gennaio sul quotidiano La Repubblica.

La preghiera è di Dio e non di Cesare

Vedere le piazze antistanti antiche cattedrali gremite di musulmani in preghiera dovrebbe suggerire alcune riflessioni più articolate di un semplice stupore, di una polemica di bassa lega, di una veloce nota di costume. Innanzitutto per il luogo fortemente simbolico: da secoli in Italia la piazza su cui si affaccia la chiesa principale di una città riveste un carattere emblematico: affermazione forte della presenza del cristianesimo al cuore

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Nell’Abazia di San Giuliano
Buon Dio nel quale non credo, buon Dio che non esisti,
(non sono gli oggetti mai visti più cari di quelli che vedo?)

Io t'amo! Ché non c'è bisogno di creder in te per amarti
(e forse che credo nell'arti? E forse che credo nel sogno?)

Io t'amo, Purissima Fonte che non esisti, e t'anelo!
(Esiste l'azzurro del cielo? Esiste il profilo del monte?)

M'accolga l'antica Abazia; è ricca di luci e di suoni.
Mi piacciono i frati; son buoni pel cuore in malinconia.

Son buoni. "Non credi? Che importa? Riposati un poco sui banchi.
Su, entra, su, varca la porta. Si accettano tutti gli stanchi."

Vi seggo - la mente suasa - ma come potrebbe sedervi
un tale invitato dai servi e non dal padrone di casa.

"Riposati, o anima sazia! Riposati, piega i ginocchi!
Chissà che il Signore ti tocchi, chissà che ti faccia la grazia."

"Mi piace il Signore, mi garba il volto che gli avete fatto.
Oh, il Nonno! Lo stesso ritratto! Portava pur egli la barba!

O Preti, ma è assurdo che dòmini sul Tutto inumano ed amorfo
quell'essere antropomorfo che hanno creato gli uomini!"

"E non ragionare! L'indagine è quella che offùscati il lume.
Inchìnati sopra il volume, ma senza voltarne le pagine,

o anima senza conforti, e pensa che solo una fede
rivede la vita, rivede il volto dei poveri morti."

"O Prete, l'amore è un istinto umano. Si spegne alle porte
del Tutto. L'amore e la morte son vani al tomista convinto."
Guido Gozzano


….ah, mentre ero al paese natio una ex compagna di liceo mi ha “accusato” di volermi creare una religione a mio uso e consumo, perché dicevo di fare un mix tra Cristo, Buddha e Nietzsche. Eravamo a tavola al ristorante e non sono stato lì a questionare, ma la pazzeschità del mix avrebbe dovuto perlomeno metterla in guardia!
A proposito, come seguace di questa improbabile trimurti ho appena scoperto di avere un illustrissimo e ironico precedente piemontese: Guido Gozzano, anzi “guidogozzano” come si cosificava lui. Dopo che si è letta la sua opera omnia si buttano a mare il crepuscolarismo e baggianate interpretative consimili.

Cibì

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