Lun, 2 Mar 2009
Quando ero bambino uno zio mi diceva spesso che “da grande” avrei dovuto fare il prete. La giustificazione che ogni volta portava a sostegno di quel consiglio era sempre la stessa: “È pur sempre meglio che lavorare…”. Mi son tornate alla mente quelle parole quando giorni addietro ho segnalato l’uscita de Fare il prete non è un mestiere. Una vocazione alla prova.
Lasciare la casa, rinunciare ad una famiglia ed a tutte le responsabilità, le sofferenze, le gioie e le complicazioni che questo comporta è difficile. La vita da “soli”, che è più solitaria di quella del semplice single, specialmente attorniati da persone che sono circondate dai loro famigliari, ha dei momenti di sofferenza veramente acuta. Il rischio, sempre incombente per chi ha la responsabilità di una famiglia, di trovarsi a terra, magari senza neppure una casa, è una spina tremenda.
Ecco, da parte di dr, la recensione al libro sul mestiere del prete. Che non è solo un mestiere.
Per recensire queste interviste a sacerdoti di oggi, partirei da un’“intervista che non c’è”: quella a don Cesare, nostro parroco di famiglia su al paese. Quando si va a salutarlo, ti accoglie in una di quelle canoniche ciclopiche rispetto alle esigenze attuali. Ampie stanze dietro ampie stanze, mobili scuri e silenziosi,