Generali


Riceviamo dall’amico dhr una riflessione (?), divertissement (?) a proposito di libri del presente e del passato, sul tema: “Religione non è parlare di religione. O no?”. A mo’ di scusa: non sollecitiamo noi certi interventi.
Anche se ci divertono un bel po’ 🙂 .

Mucchio selvaggio di libri

Che cos’hanno in comune buddismo e cristianesimo? Il monachesimo, dice Tizio. La meditazione, dice Caio. E poi la benevolenza, l’amore per la natura, la pace… Ma forse il più importante tratto condiviso è la “legge del Si-fa-presto-a-dire”. Così come si fa presto a dire buddismo (vedi M.Y. Marassi, Il buddismo mahayana…, vol. 2: la Cina), altrettanto presto si fa a dire cristianesimo. Sembra facile. Ma.

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L’intreccio s’infittisce. Ora, un autore inglese (a me) sconosciuto che in tempi passati abbia scritto haiku… potrebbe anche essere, ma che sapesse anche di buddismo al punto da, e dico poco se dico poco: scherzare sulla Verità!… Ma scherziamo?

Benares Connection

A blessed mind never
Will lie nor can in close view
To the first of truths

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I virtuosismi, spesso, suscitano antipatia: l’eccesso di abilità, esibita, è più indigesta dell’imperizia. L’amico Mich ci segnala un duetto di chitarre da collezione: “È il Canone in re maggiore di Pachelbel suonato in sincrono da 2 chitarre con una tecnica mista (tapping, pull off, hammer on) davvero incredibile…”. La giovane età (è nato nel 1996!) di uno degli interpreti aggiunge un poco di meraviglia alla cosa. In attesa che Butchlazy pubblichi il suo nuovo pezzo, ecco a voi Trace Bundy & Sungha Jung


Ahi stirpi di mortali, come uguale al niente io calcolo la vostra vita! Quale uomo, quale riporta più felicità che apparire felice, e declinare non appena felice sia apparso? (Edipo re v.1186-92).

Così termina la puntata odierna de All’ombra del Partenone. Quanto conta (per noi e per tutti) la realtà che mostriamo, la nostra recita quotidiana? Vivere secondo la forma ha qualche vantaggio profondo? Oppure soddisfatta la vanità restano solo macerie?
Questo è il tema che CC sottopone alla nostra attenzione attraverso la sua ricostruzione-traduzione dell’Edipo re

Il complesso di Edipo

“Io ti dico: quest’uomo che da tempo cerchi per l’uccisione di Laio minacciando ed emettendo proclami, questo è qui. Straniero, si dice, qui emigrato, ma poi sarà chiaro che è nativo di Tebe né si rallegrerà per questa sorte: infatti cieco mentre prima vedeva, povero invece di ricco, se ne andrà in terra straniera tastando col bastone la terra davanti a sé. Sarà chiaro che è dei propri figli fratello e padre, e della donna da cui nacque figlio e sposo, e del padre consanguineo e uccisore…” (Sofocle, Edipo re, v. 449-460).

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Le temps file ses jours

Molti di voi erano presenti, altri lo hanno saputo via e-mail, altri ancora non lo sanno. Il 19 aprile la Casa di Galgagnano, sino ad ora sede centrale della Stella del Mattino ed unica sede residenziale, ha terminato la sua attività ed ha chiuso i battenti, a parte le incombenze tecniche che si protrarranno ancora per qualche tempo. Un esperienza iniziata circa 15 anni or sono, figlia di un impulso iniziale in tutto o in parte esaurito, richiede un’eutanasia per lasciare spazio incondizionato al nuovo.

Che in quanto tale non ha ancora forma. Non vi sarà più, per poco o per sempre, un luogo fisico della Stella del Mattino nel quale le persone si possano riunire e soggiornare. La fine di un’era, l’inizio di un’altra.
Contemporaneamente vi è un cambio nella distribuzione delle responsabilità: Jiso Giuseppe Forzani lascia la conduzione della Comunità Stella del Mattino e tale responsabilità è affidata a Mauricio Yushin Marassi.
Potete leggere qui l’annuncio di Jiso, annuncio che è anche l’ultimo post pubblicato sulla pagina dedicata alla Casa di Galgagnano, pagina che rimane come archivio delle attività svolte in questi anni.

L’amico G.S., che oggi si sposa ed al quale auguriamo la serenità in tutte le innumerevoli, incredibili, impensabili gioie del matrimonio, ci invia una poesia di Ryokan:

Null’altro da offrire;
sii paziente e guarda
un fiore di loto
in un piccolo vaso.
 みあへする         Miahe suru 
ものこそなけれ monokoso nakere
小 瓶なる ogame naru
蓮の花を hachisuno hana wo
見つつしのばせ mitsutsu shinobase

Ryokan, 良寛, nato a Izumozaki (Niigata), 1758-1831, monaco zen, poeta e calligrafo; nell’omaggio del premio Nobel Kawabata Yasunari “perseguì la letteratura nello spirito buddhista di un viso sorridente e gentili parole”.

Azzeramento
(Divenire l’ essere p. 69)

Ecco infine l’azzeramento

Il vento ha spazzato ogni cosa

Entra in una porta vuota

Senza fischio

Senza ostacolo

Dolce Mapie

Ecco il salto

Entra ed esce

Passa

Se il vento si posa

In questa terra senza foglie

Quale albero darà gemma,

Da quale frutto

Ricevere nutrimento

SC, 11 04 09 h.9.35

> …quel balzo al di là è qualcosa che si compie con il corpo e con lo
spirito, non con lo spirito soltanto. (Divenire l’essere pag. 70)

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