Generali


378 Indifferente agli allettamenti del mondo,
metti pace nel tuo corpo,
metti pace nelle tue parole,
metti pace nei tuoi pensieri.

379 Risvegliati da te,
sii l’osservatore di te stesso.
Consapevole e autonomo,
vivi felice.

380 Tu sei il tuo maestro.
Tu sei il tuo rifugio.
Guida te stesso
come un mercante controlla un cavallo focoso.

381 Vivi nella gioia,
segui fiducioso il cammino del Buddha
e raggiungi il luogo di pace
dove l’esistenza è a riposo.

Dhammapada

Inauguriamo, per la penna di Cibì una nuova serie estiva:
Raccontini di fantascienza all’insegna dell’impermanenza, della interdipendenza, della non-posizione e altre considerazioni “non Terra-Terra”.

Gli Arturiani si mettono le dita nel naso.

U
na persona non è saggia
perché parla molto.
Il saggio si riconosce
perché è in pace con la vita
libero da ostilità e paura.

Dhammapada, 258

Similmente a quanto già realizzato in Libronline, abbiamo approntato una pagina, chiamata Tesi on line, dove presentiamo tesi di laurea di recente composizione liberamente consultabili e scaricabili (con i soli limiti della nostra licenza Creative Commons) in formato PDF.

Nel seguire il lavoro degli studenti all’Università di Urbino mi sono reso conto che il grande impegno da loro profuso nel produrre la tesi di laurea risulta poi in gran parte inutilizzato…

(altro…)

Alan vola sempre più in alto, come la regina delle api che seleziona i fuchi volando così in alto che loro, a poco a poco, desistono. Attenta, o regina, a non rimaner sola lassù…

Kingly

And following love
Out of the laws I did draw
The too much ― the void

(altro…)

Nulla devi essere, nulla volere
Uomo, se ancora qualcosa sei, sai, ami e possiedi,
Credimi, dal tuo carico libero non sei ancora. (I, 24)

Il qualcosa si deve abbandonare
Finché ami qualcosa, uomo, non ami nulla:
Dio non è questo e quello, perciò lascia il qualcosa. (I, 44)

Il non potere che può
Chi nulla brama, né ha, né sa, nulla ama e vuole,
Ancor sempre molto ha, molto sa, molto brama e vuole. (I, 45)

Come si vede Dio?
Dio abita in una luce cui strada non conduce:
Chi luce non diventa, non lo vede in eterno. (I, 72)

Angelo Silesius, Il pellegrino cherubico

D
alla newsletter settimanale di Santacittarama:

Un cavallo ben addestrato
non ha bisogno di freno.
Rari sono gli esseri a cui
per moderazione e disciplina
non serve ammonimento.

Dhammapada, strofa 143

E’ possibile avere troppa moderazione? Dipende da come intendiamo la
moderazione. Direi che è certamente possibile averne una forma
sbagliata: per esempio, quando nel frenarsi da una vistosa avidità si
è motivati solo dal voler apparire migliori degli altri. La
moderazione è una di quelle parole, insieme a frugalità e disciplina,
che si sente raramente usare negli ultimi decenni, se non in senso
peggiorativo. E’ un peccato. In queste parole sono cifrati dei
principi senza tempo, degni di investigazione. Quando abbiamo una vera
moderazione, noi cerchiamo con naturalezza la ‘giusta quantità’ di
cose. Comprendiamo la differenza tra accontentarsi del
‘sufficientemente buono’ e essere troppo pigri per eccellere. Quando
abbiamo vera disciplina, restiamo naturalmente focalizzati sul nostro
compito imminente senza compromettere la nostra sensibilità. Una
persona abile nella retta disciplina può dire di no a se stessa (o ad
altri), non per il giudizio che si fa di come le cose dovrebbero
essere, ma perché ha cura.

Con Metta

Bhikkhu Munindo

(Ringraziamenti a Chandra per la traduzione)

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