Generali


Pubblichiamo un annuncio, un bando di concorso che, per favore, vi chiediamo di divulgare. Grazie,

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Udite, udite!

“La Stella del mattino-comunità buddista zen italiana, mette a disposizione tra i laureati nell’A.A. 2009/2010 presso l’Università Carlo Bo di Urbino, la somma di 1000 € per premiare la miglior tesi di laurea (triennale, specialistica, magistrale o vecchio ordinamento) redatta su un argomento attinente al buddismo. Saranno preferiti lavori che considerino i collegamenti con la realtà occidentale, i suoi problemi, la sua cultura. Sia in senso religioso che socio-antropologico quali,

2002

per esempio, la crisi dei valori, il disagio esistenziale, lo sviluppo di una società sempre più complessa nei diversi contributi culturali ecc. La scelta del lavoro da premiare è demandata al Consiglio Direttivo della Stella del Mattino assieme ai professori Luigi Alfieri e Cristiano Bellei.
Regolamento: saranno ammesse le tesi di laurea discusse entro la sessione di dicembre 2010. Ai fini della valutazione, entro il 31 dicembre 2010 vanno consegnate al professor Luigi Alfieri o al professor Cristiano M. Bellei oppure alla Stella del Mattino nelle persone di Mauricio Y. Marassi o Giuseppe J. Forzani, due copie della tesi in forma cartacea ed una copia digitale in formato .doc”.

L‘amico dr ci invia la scheda di unpapa_pio-xii libro, uscito di recente e di cui è anche il curatore della traduzione dal tedesco. A proposito di un papa, protagonista di molti episodi discussi, a volte ai limiti della stranezza. Tra le varie leggende più o meno vere si racconta che papa Pacelli volesse che chi gli rispondeva al telefono lo facesse in ginocchio, in silenzio e -quasi sempre- poiché riattaccava la cornetta appena terminava di parlare, senza possibilità di rispondere. È attuale la discussione con Israele a proposito della effettiva volontà di questo papa di salvare gli ebrei dalla persecuzione nazista. Anche questo è un argomento che trovate affrontato sia nel libro sia nella scheda di dr.

* * *

Michael Hesemann, Pio XII: il Papa che si oppose a Hitler, Paoline, 2009, pagg. 336, euro 24

Un Papa può essere un criminale?
Sì.
Il difficile è distinguere un criminale da un santo.

Il caso più eclatante è proprio quello di Eugenio Pacelli / Pio XII. Un semidio, come era considerato dalla moltitudine quand’era in vita? Un perfido nazista, come lo considera la moltitudine da qualche decennio? Il solo fatto che queste opinioni appartengano alla moltitudine, getta un fondato sospetto su entrambe…

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Chi commette il male
si comporta verso se stesso
come il peggiore dei nemici.
Come il rampicante

che soffoca l’albero
che lo sorregge

Dhammapada, 162

Sarebbe interessante, in un certo senso: bello, se volessimo dire la nostra su quel che qui si potrebbe intendere con “male”. Il rischio, altrimenti, potrebbe essere che si passi su questa frasetta con atteggiamento del tipo “Dio com’è saggio quell’uomo”, tornando poi alle nostre faccende. Il Dhammapada è un testo buddista, secondo questa accezione si dovrebbe ragionare.

Per la pagina Bibliografia commentata-Approfondimenti, l’amico dhr ci invia una scheda su un testo al quale la prima parte del titolo sul “dopo morte” non rende pienamente giustizia. Infatti è più propriamente un librocop_grun sull’arte di quel vivere che comprende il morire, l’ars moriendi come ricorda dhr. Val la pena rammentare che la formulazione “dopo la morte”, relativa per esempio a un aldilà, è quantomai infantile: parlare di un dopo presuppone che si possa rispondere alla domanda “quanto dura?”. Può essere che la morte duri così a lungo che non sia poi così interessante chiedersi che cosa c’è dopo. Forse più intrigante, e meno vano, è il chiedersi riguardo al durante…

Morte, la s’ignora del tutto

Anselm Grün, Che cosa c’è dopo la morte? L’arte di vivere e morire, Paoline, pagg. 196, euro 16.
Tutta la tensione interna a questo nuovo libro del monaco benedettino Anselm Grün è espressa dal rapporto tra

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Presentiamo un film realizzato una decina di anni or sono dalla SDMP, la Stella Del Mattino Productions. Azienda che non esiste, ma è un modo per dire che è di produzione propria. L’opera è stata pensata -soprattutto da Carlo, il regista- per fissare in immagini i ricordi di alcune persone riguardo a Gianni, personaggio base nello sviluppo e nel radicamento del buddismo zen in Italia, quindi in Europa. In un’epoca nella quale “zen” faceva rima soprattutto con “élite”, Gianni -improvvisamente scomparso nel 1984- rappresenta un’eccezione importante. Non per motivi politici, “di classe”, ma perché ha costituito il precedente necessario, il punto d’ingresso tramite il quale la semplicità del linguaggio, l’assenza di cultura “alta”, il tran tran quotidiano dell’operaio sono lo zen senza bisogno di mediazioni né di traduzione.

Nella Tana del Buddha, a c. di Carlo De Mauro

Questo breve video narra, in cinque scene, alcuni momenti della vita di Gianni Bertolo ricavate dai ricordi di persone che l’hanno conosciuto.
– La prima scena è un sogno, forse premonitore, ambientato e girato nel cortile di una casa di ringhiera del centro di Torino, in via Bava. Proprio in questa vecchia casa di ringhiera c’è una soffitta che Gianni prese in affitto e che per alcuni, negli anni 70 fu una sorta di rifugio dove scambiarsi impressioni ed esperienze, prepararsi un tè, discutere di buddhismo e soprattutto praticare zazen. In quegli anni a Torino il buddhismo era relegato nelle aule universitarie del dipartimento di orientalistica che per quanto interessanti sul piano intellettuale non potevano certo soddisfare l’ansia di ricerca esistenziale che caratterizzava quel periodo.
– Nella seconda scena Gianni -che ha dormito su un sofà- viene svegliato dalla moglie Iris. Durante la colazione Iris gli ricorda i suoi impegni di padre e Gianni cerca di spiegarle quello che nello zen è un ritiro di pratica intensa: un sesshin.
– Nella terza Gianni all’uscita dal lavoro incontra un giovane amico, Miki, e insieme si dirigono verso la soffitta di via Bava dove li raggiunge uno nuovo del giro, Andrea.
– Quarta scena, esterno giorno, la scena si svolge a Torino al parco Leopardi, Gianni, Andrea, Roberta ed Elena si godono il tramonto e disquisiscono sul senso della vita.
– Nella quinta Gianni purtroppo è morto e Miki e Roberta lo ricordano.

Il video è stato girato nel 1999 con una videocamera Betacam e l’audio è stato acquisito in presa diretta. Il montaggio è stato eseguito in maniera non lineare utilizzando il software Premiere.

Interpretato da:
Giuseppe Palese – Gianni
Floriana Brozzetti – Iris
Fabrizio Odetto – Miki
Cristiano Falcomer –Andrea
Gloria Rante – Roberta
Roberta Rossi – Elena

Scritto da:
Mauricio Yushin Marassi
Giuseppe Jiso Forzani
Paolo Sacchi
Mario Pera

Realizzato da:
Carlo De Mauro e Mauricio Yushin Marassi

Da un’idea di Mauricio Yushin Marassi

Musica di Alberto Braida

Operatore video Marco Balestrieri

Fonico Fausto Cagnazzo

Traduzioni Clarissa Balaszeskul

Il filmato è stato realizzato grazie all’aiuto del Soto Zen di Tokyo.

Citazioni di citazioni in questo nuovo numero del nostro Alan: il Club della Cultura, o Culture Club, sono gli autori del famoso brano Karma Chamaleon che è il titolo dell’haiku di questa volta e, anche, la sua chiave d’interpretazione secondo la possibilità di capovolgere il destino in qualsiasi momento. Almeno quello interiore, per capovolgere le sorti del nostro tran tran quotidiano ci vuol altro che un piccolo camaleonte

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Karma Chameleon

Cheerfully indulgent
Towards my very karma
And think what they may

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L’amico GI ci invia un’altra scheda relativa ad un libro di cultura religiosa, un testo particolarmente interessante perché prende in esame un tipo di linguaggio -inteso come categoria linguistica a sé stante- che ha una posizione trasversale, fluida, al punto che si potrebbe dire che si tratti di un linguaggio che usa ogni tipo di linguaggio: Il linguaggio dei mistici, di Massimo Baldini, pubblicato nel 1986 dalle Queriniane.
La scheda va ad arricchire la pagina della Bibliografia commentata nella sezione Cultura cristiana.

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Massimo Baldini, Il linguaggio dei mistici, Queriniana, Brescia 1986, 178 p.,

L’opera che ci accingiamo a commentare, a nostro parere, è uno dei lavori più interessanti sulla mistica .
Baldini svolgerà, e lo dice già nell’introduzione, una ricerca epistemologica sul senso del linguaggio mistico: lo confronterà con il linguaggio poetico, profetico e infine, teologico.
Cercherà di evidenziare come il linguaggio mistico sia nella sua quiddità un linguaggio performativo, per utilizzare un espressione di Austin.

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