Generali


All’inizio di novembre Jiso è stato nominato Direttore del Centro Europeo del Soto Zen, con sede a Parigi. In quell’occasione abbiamo pensato di comporre assieme un’analisi della situazione attuale del buddismo zen in Europa, un testo, dal titolo Quale buddhismo.

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Perché. Per chi. Una proposta europea che costituisca una base di partenza non solo per il suo lavoro di coordinamento e di proposta ma per chiunque ne ritenga -in tutto o in parte- valide le visuali e le conclusioni. Mi scuso per la lunghezza del testo (che trovate qui in formato pdf ): si tratta di 5 cartelle e mezza, a spaziatura singola, ma dato il tema non è stato possibile essere ancora più stringati.

Oggi, 12 dicembre, sul Corriere della Sera c’è un articolo, a firma di Luigi Ferrarella sulla strage di Piazza Fontana che occorrerebbe fosse studiato a scuola, come un pezzetto della storia d’Italia vicina, e proprio perché vicina, ancor più pericolosa se ci permettiamo di dimenticare.

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1969-2009 Una strage senza colpevoli. L’ultimo falso di Piazza Fontana. I luoghi comuni sull’attentato di 40 anni fa.

A inquinare il quarantennale della strage di piazza Fontana è un conformismo speculare a quello che, all’inizio, viziò la ricerca dei responsabili della bomba che il 12 dicembre 1969 uccise 17 persone e ne ferì 88. Nei confronti delle vittime è infatti immorale, prima ancora che falso nella ricostruzione storico-giudiziaria, coltivare il luogo comune di una verità ignota, di una strage senza paternità, di misteri totalmente mai diradati.

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Si terrà prossimamente a Perugia zona Elce la mostra di grafica, computer art, ceramica e fotografia di Dario Rivarossa (dr / dhr) e del “collega” Giuliano Bastianelli. Chi abita nel capoluogo umbro, oppure a meno di 15 km o anni luce, sarà il benvenuto.

Qualche rapida considerazione ermeneutica a proposito dell’affiche che trovate qui. Al centro, un dettaglio di un quadro digitale di Bastianelli. Nella fotografia in alto a sinistra compare seminascosto un uovo di ceramica, anch’esso opera di Bastianelli: citazione nella citazione. Quanto alla bellissima testa di Buddha, è autentico artigianato di Angkor Vat, dono di nozze di mym al fotografo. L’abbozzo di pipa in primo piano è “L’inconclusa” del padre di dr. Il mostriciattolo è dono del nipotino Luca.

Il titolo invisibile della mostra è “Spazio Luce Colore”.

Passato il clamore sulla sentenza della Corte Europea che vieta il crocefisso nelle scuole dell’Unione, pubblichiamo sull’argomento una riflessione edita, alcune settimane or sono, da padre Luciano Mazzocchi,luciano amico, fratello, cristiano. L’uso dei simboli non ricondotti alla loro essenza e funzione non è religione: in hoc signo vinces fu un grido di guerra, non di pace.

Corollario

Il Vangelo di questa domenica, Luca 23,36-43, richiama la sentenza della Corte europea che ha proibito il crocefisso nelle scuole. Subito affermo che la questione mi tocca molto poco, nel senso che tra il crocefisso sui muri delle scuole e quello della vita testimoniato dal Vangelo passa un’enorme distanza, a meno che il crocefisso sui muri della scuola abbia cambiato la direzione della vita a qualche professore o studente, per esempio abbia trasformato i sentimenti di razzismo in sentimenti di fraternità, o abbia convertito la tentazione alla droga in gioioso spirito di impegno. Il crocefisso che non cambia la vita non ha rapporto con quello del Vangelo.
Sento insulsa e disonorante la reclamata separazione nei comportamenti di una persona in privato e in pubblico,

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Ai più il nome ARBOR non dirà nulla, o quasi. Chi lavora senza clamore è poco noto. Tuttavia per la Stella del Mattino e per l’Università di Urbino l’ARBOR è un riferimento importante da molti anni. Tra le altre cose, la fondazione ARBOR in India si occupa di microcredito, di sanità, di formazione, in Italia offre a studenti universitari la possibilità di stages all’estero integrati da borse di studio. L’ARBOR ha la sua sede in Svizzera ed avendo nei suoi scopi sociali quello di favorire e incrementare gli scambi tra culture diverse, ci ha inviato un breve documento sul risultato del recente referendum che ha introdotto nella legislazione della Confederazione Elvetica il divieto alla costruzione di nuovi minareti.

Vi è una giovane donna che si sta per laureare, un padre -io- che tenta di fornire supporto alla sua formazione e informazioni sulla natura del mondo nel quale ci troviamo. Da quando ha iniziato l’università le consiglio di provare a pensare ad un futuro all’estero. Con molte resistenze, a volte con angoscia ma sempre più sicuro di indicarle una via di fuga da una nave che affonda, con falle tali da impedirne la salvezza. Oggi, 30 novembre, su La Repubblica ho trovato questo articolo, ve lo propongo per intero sia perché le conclusioni sono identiche a quelle che ho tratto, sia perché -dopotutto- la sua analisi è più ottimistica della mia. L’autore è Pier Luigi Celli, direttore generale della Luiss, Libera Università internazionale degli studi sociali.

Avremmo voluto che l’Italia fosse diversa e abbiamo fallito: figlio mio, lascia questo Paese

Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.

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Vistosi “scoperto” Alan sceglie il gioco duro: non più inglese, non più “haiku” ma la nuda verità. Che però, proprio perché nuda va rivelata per essere intellegibile

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Alan Lasting
“… opra in disparte, sorride, e meglio aspetta.
E vive. Un giorno è nato. Un giorno morirà”.

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