Dopo un lavoro corale durato 5 anni, siamo lieti di proporvi il nuovo libro curato dalla Stella. Edito da Mimesis, 400 pagine in formato 14×21, contiene la traduzione di quattro opere del quarto secolo, tre di Vasubandhu ed una di Asanga commentata da Vasubandhu. L’approccio alla traduzione, nonché le note allegate, costituiscono un nuovo punto di vista su questi due autori, la cui profondità e concisione ha portato, per 1600 anni, ad una quasi unanime errata interpretazione
Può essere definito un testo terminale: è un viaggio al termine delle parole. Nessuno ha mai spiegato meglio il senso dell’esistenza del buddismo e perché la pratica che esso propone sia radicalmente efficace nel dissolvere duḥkha, il mal di vivere. Ringraziando il Cielo, e Vasubandhu, per aver potuto lavorare ad un testo così interessante, ve lo proponiamo con un’avvertenza: Vasubandhu si esprime partendo dall’esterno del pensiero. Interpretarlo sulla base delle nostre idee preconcette, o di quelle che ci sorgono leggendo, porta altrove. Come dimostrano 15 secoli di fraintendimenti.
Se desiderate ricevere una copia gratuitamente, o a fronte di una donazione, scrivete a: servizio@lastelladelmattino.org
Come le altre volte, se riusciremo a recuperare quanto speso, lo utilizzeremo per la prossima pubblicazione.
A partire dall’anno accademico 2003/2004, fui titolare del modulo di Buddismo II nel Corso di laurea specialistica in Antropologia ed Epistemologia delle Religioni, presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino. Quel modulo era inserito in un corso di laurea, allora unico in Italia, dotato di ottimi insegnanti -a parte il sottoscritto- in grado di presentare le principali religioni universali con lo spazio e l’attenzione ad esse necessari. Dopo alcuni anni, pur avendo un alto numero di iscritti, il corso fu chiuso dalle autorità accademiche.
Quando accettai il lavoro, per essere in grado di insegnare a quel livello, dovetti mettermi a studiare. Da quello studio e da quell’esperienza di insegnamento nacque Il Buddismo Mahayana Attravero il Luoghi i Tempi e le Culture, in due tomi. Il primo, L’India e Cenni sul Tibet, pubblicato da Marietti nel 2006, lo presentiamo ora in una nuova veste, corretta e aggiornata. Lo potete scaricare liberamente da questa pagina in formato pdf (stampabile*) e in formato epub.
PS: Ci sono ancora copie disponibili di Buddazot 15 anni e … il reparto di neonatologia di Angal è ancora tutto da costruire… Se volete contribuire e riceverne una copia, scrivete a servizio@lastelladelmattino.org
*Il pdf è stampabile in formato A5. Quindi, su un foglio A4, in orizzontale, è possibile stampare due pagine su ogni facciata.
Ecco a voi il nuovo libro della Stella: un libro a fumetti, 140 pagine a colori in grande formato, 16.5×24, con la raccolta di tutte le vignette di Buddazot pubblicate sino ad ora dalla Stella: tutte! Di più: ve n’è anche una che, all’epoca, non fu pubblicata perché giudicata … troppo audace 🙄 Non solo: nell’ultima pagina troverete, in anteprima mondiale, il Buddazot del prossimo capodanno. Divertente e ben curato, siamo contenti di potervi proporre un libro di questo livello.
L’occasione è data dal quindicesimo compleanno di Bz. Ma c’è un motivo molto più importante: l’ospedale St. Luke di Angal, in Uganda, ha chiesto la collaborazione della Stella per dotarsi di un nuovo reparto.
Così, a questo fine, è nato il libro di Bz, di cui qui vedete la copertina: quanto ricavato dalla distribuzione del libro sarà donato al St. Luke Hospital per la realizzazione* di un reparto di Neonatologia.
Se desiderate ricevere una o più copie, gratuitamente (speriamo di no …) o a fronte di una donazione, scrivete a: servizio@lastelladelmattino.org
Per problemi connessi alle festività, la tipografia sta tardando nelle consegne ed ha promesso di farci avere i libri entro il 28 dicembre, perciò inizieremo le spedizioni il 29; dovrebbero arrivarvi nei primi giorni del nuovo anno, entro l’Epifania se voleste farne un regalo. Nel frattempo, potete iniziare a prenotarli, abbreviando i tempi di attesa. [Errata corrige: la ristampa è stata realizzata, i libri sono arrivati e sono pronti per la spedizione.]
*In futuro pensiamo di pubblicare le foto con i progressi della realizzazione del progetto.
Ieri, 9 novembre, Engaku Taino è passato a miglior vita. Fu tra i primi occidentali a recarsi in Giappone per attingere, alla fonte storicamente più prossima, la tradizione Buddista e Zen. Lo fece dal 1967 al 1973, nel tempio Shofuku-ji di Kobe, sotto la guida del maestro Yamada Mumon (1900-1988), del lignaggio Ōtōkan della scuola Rinzai.
Fin dalla giovinezza era stato maestro di arrampicata e di sci e anche in Giappone, nei primi tempi di ricerca del proprio padre spirituale, aveva vissuto grazie a quelle attività.
È stato per quasi cinquant’anni la guida del monastero di Scaramuccia, il Bukkosan Zenshinji, che fondò già nell’autunno del 1973, al ritorno dal Giappone.
Autore di molti libri, l’ultimo dei quali, a cura di un suo allievo, raccoglie i kōan attraverso i quali «Engaku Taino immerge lo Zen nel mondo di oggi» (M.S. Squilloni, Zenshin roku. I koan del Maestro Zen Engaku Taino, Mimesis, 2021)
A Scaramuccia, in molti hanno conosciuto la pratica zen grazie a Engaku e, in molti, si sono incamminati sulla via sotto la sua guida. Che riposi in quella pace che ha saputo offrire con generosità e intelligenza.
Buongiorno e buon fine autunno a tutti. La verve di Fago, giovane e immaginifico autore di Bz, sempre più spesso vira verso la parte alta del “discorso”.
Ma con un occhio all’autoironia, indispensabile ausilio per dire qualche cosa che, con garbo, indichi la via. Prendersi sul serio, anche per chi scherza, è insopportabile trombonismo.
Oggi, in Italia, è sufficiente pagare una tassa per avere il diritto di uccidere gli animali del cielo, del bosco, del fiume. Non solo: quella tassa dà anche il diritto di entrare, armati, nei fondi privati, superando le recinzioni (se non sono a “norma anticaccia” e dotate di appositi cartelli), sino alle aie delle case agricole, senza nemmeno dover chiedere “permesso?”.
La quantità di sofferenza gratuita (non è più il tempo in cui si cacciava per necessità alimentare) provocata dai (circa) 600 mila cacciatori italiani è grande: questo 0,9% di italiani (coccolati per i loro voti da molti partiti, nonché dalle fabbriche di armi) uccide ogni anno più di 300 milioni di animali (avete letto bene: 300 milioni), lasciandone feriti quasi altrettanti. Spargendo nei boschi, nei laghi, 1.750 tonnellate annue di piombo sotto forma di pallini. Per non parlare dei cosiddetti “incidenti di caccia” che, ogni anno, provocano morti e feriti tra gli stessi cacciatori e tra gli escursionisti. Ecco i motivi di questo scritto e del perché ho firmato (on line, con un costo di registrazione di 1€+IVA) la richiesta del referendum volto a limitare o contenere quello che considero un feroce retaggio del passato. Chissà che Papa Bergoglio, questa volta, non dica una parola chiara sulla posizione della chiesa riguardo al comandamento “non uccidere”. Significa forse “non uccidere gli umani e, per tuo divertimento, fai pure strage degli altri viventi”?
L’ombra della sovranità. Da Hobbes a Canetti e ritorno, di Luigi Alfieri* (Treccani 2021. 141 pp., 15€) La prima ‘cosa’ che mi ha impressionato del libro del prof. Alfieri, che è un amico di chi scrive, è la precisione: in alcune pagine ho avuto l’impressione di leggere un trattato di geometria. I ragionamenti lucidi, precisi che arrivano a una conclusione limpida e univoca, il lessico perfetto, le incidentali senza sbavature. Tutto questo condito da una leggera, pervasiva forma di umorismo, che solo qui e là affiora esplicitamente e si mostra.
L’altro elemento che ho notato, nello scorrere degli argomenti, è stata l’autorevolezza. Per paragonare e distinguere la visione di pensatori di tale portata, occorre padroneggiare la materia come un pianista la sua tastiera: bisogna ben sapere il senso di ogni cosa che fu detta, per sapere che cosa si sta dicendo. Per nulla facile, vista l’impalpabilità della materia, che passa dalla politica alla sociologia dalla religione all’antropologia, con una fluidità terribile, e senza mai perdere il punto. Di tanto in tanto, durante la lettura, mi sono chiesto, però: «Con tutto questo lavorio, fatica, applicazione, dove ci sta portando il prof. Alfieri, dove vuole arrivare?». Parte della risposta l’ho trovata nella penultima pagina: “O la politica è religione, anche solo religione civile, o non è”. Un’altra conclusione, che mi pare dimostrata ed esplicitata lungo il percorso, provo a riassumerla io, a mio modo: “Aridàtece er puzzone!”. Che, naturalmente, non riguarda (solo) Mussolini (o i Talebani)**, ma ogni sovranità nata nella/dalla “procedura”. La pretesa di conquistare il potere con la forza e quindi (ed è proprio su questo ‘quindi’ che casca l’asino) conquistare così anche la sovranità, è la cifra dei nuovi e dei vecchi barbari. Questo libro andrebbe letto non solo per ciò che dice, sapendo che, però, è molto specialistico (il ché non vuol dire automaticamente ‘difficile’), ma anche per il come: è così che si scrive un libro.
*Dalla quarta di copertina: Luigi Alfieri (Siracusa 1951) è professore ordinario di Filosofia politica nell’Università di Urbino Carlo BO, dove insegna anche Antropologia politica e Antropologia del pluralismo religioso. Sì è occupato di Nietzsche, Hegel, Girard, Canetti. Si interessa particolarmente della dimensione simbolica della politica, della costruzione delle identità collettive, della violenza di massa. Tra le sue ultime pubblicazioni: La stanchezza di Marte. Variazioni sul tema della guerra (Morlacchi, 2012) e, in collaborazione con D. Scalzo e altri, Vivere il tempo che uccide (Argalia, 2020).
**”Il potere della sovranità è lo stesso, chiunque ne sia il depositario”, dice Hobbes a p. 50.
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