Generali


Come alcuni ricordano, il mese scorso vi fu ad Urbino il convegno-seminario Il Sutra del Diamante in Italia
Finalmente siamo riusciti a produrre, in pdf, le relazioni degli intervenuti.
Potete trovare qui la relazione di Jiso Forzani. Che però una relazione non é: siccome parlò -come s’usa dire- a braccio, non gli fu possibile fornire il testo scritto di quel parlare. Così non ha scritto quello che ha detto ma quello che avrebbe detto se … Se avesse parlato come ora ha scritto 😕 . Insomma: grazie, è stato un impegno notevole.

Trovate qui la relazione di Patrizia Gioia, della Fondazione ARBOR e qui la traccia scritta dell’intervento di Gennaro Iorio. Infine, pur minore tra tanti e tali, ecco anche il testo di mym.
Putroppo non è stato possibile avere la relazione del professor Luigi Alfieri; tuttavia un amico ha registrato le sue parole. Trovate qui sotto il file audio dell’intervento di Alfieri e, per non farci mancare nulla, ecco anche il file audio degli interventi più cogenti del pubblico in sala.

Luigi Alfieri:
Interventi e risposte:

Per piacere. Per la prima volta, dopo quasi dieci anni di onorato blog, ci facciamo interpreti di un problema personale e vi invitiamo a firmare una petizione on line.

In questo caso la vicenda è vicina alla nostra comunità e conosciamo le persone coinvolte.
Per informazioni più dettagliate potete consultare questo sito.
Vi invitiamo, attraverso i vostri canali, a far conoscere anche attraverso i social network l’iniziativa al maggior numero di persone persone possibile.
Grazie
mym

Accadono cose. Soprattutto quando gli uomini (che sta anche per le donne, naturalmente) affrontano un’impresa senza chiedersi se la sua realizzazione sia possibile o no. Lo fanno, arrivano in fondo e allora abbiamo davvero qualche cosa di nuovo. Un amico della Stella, aa, ha tradotto dal sanscrito il Sutra del cuore ovvero il Prajñāpāramitāhṛdayasūtram. Ve lo offriamo senza commenti. Grazie ad aa per il coraggio e la fatica.

Il Sutra del Cuore della Prajñāpāramitā

Mentre era immerso nella profondità della Saggezza andata oltre, il nobile Signore, Avalokiteśvara, contemplò tutta la vastità del cosmo e vide che ogni cosa che esiste è in verità composta, ed essendo composta è in se stessa vuota. Ossia, o Śāriputra, tutto ciò che ha una struttura è per ciò stesso vuoto e solo ciò che è vuoto può avere una struttura: tra vuoto e struttura non vi è differenza alcuna. Ciò vale anche per ogni forma di attività sensoriale e mentale, per la volontà e per la coscienza. Gli stessi costituenti fondamentali della realtà sono caratterizzati dalla vacuità: essi non sorgono né decadono, non sono né puri né privi di impurità, né deficitari né completi in se stessi.
Quindi, o Śāriputra, nella vacuità non vi è possibilità di distinzione alcuna e non vi sono né forme né percezioni sensoriali, né emozioni né volizioni e nemmeno può esservi alcuna coscienza. Non vi è occhio, né orecchio, né lingua, né corpo, né mente e quindi non vi sono forme, suoni, odori, gusti, percezioni del tatto od oggetti mentali; non vi è nessuna attività sensoriale e perciò non v’è alcun oggetto di attività mentale cosciente. Nella vacuità non c’è ignoranza e quindi non può esservi estinzione dell’ignoranza, non c’è vecchiezza né morte e quindi non può esservi estinzione di vecchiezza e morte. Non c’è causazione, né sofferenza, né liberazione, né via da percorrere, non vi è cognizione né possibilità di ottenimento o di non-ottenimento.
Eppure, o Śāriputra, è proprio poiché egli contempla la vacuità e l’impossibilità di ottenimento, ossia poiché fa ricorso alla Perfezione della saggezza andata oltre, che un Bodhisattva libera la mente dalle costrizioni del pensiero ed in tal modo recide l’origine dell’angoscia e si affranca dalla paura: ciò è l’ingresso nel nirvana. Tutti coloro che appaiono come dei Buddha nelle tre ere del tempo, si sono completamente risvegliati alla perfetta illuminazione solo facendo ricorso alla Perfezione della saggezza andata oltre.
Perciò sappiate che la Prajñāpāramitā è il più grande strumento della mente, la suprema conoscenza, il mezzo definitivo ed impareggiabile per porre fine ad ogni sofferenza, poiché la Prajñāpāramitā è di per se la fine della sofferenza. Eccone la chiave: gate gate pāragate pārasaṁgate bodhi svāhā
Questo completa il Sutra del cuore della prajñāpāramitā.


Il testo sanscrito usato per la traduzione è stato reperito qui

È stato utilizzato come testo di raffronto la traduzione in lingua inglese di E. Conze, disponibile qui

Grazie a Carlo De Mauro per l’aiuto fornito nel reperire i testi

Due anni ed una settimana or sono se ne andava da questo mondo Daido. Persona importante nel mondo in cui è vissuto, tassello imprescindibile nel fare il futuro che oggi è. Un bugiardo matricolato, buono, dal cuore grande. Ma tutto è nulla, sbiaditi i

ricordi, rimarginate le ferite, tutto sparisce nel gorgo. Quello che resta oggi e che, forse, sarà anche domani, è che primo fra tanti colse -quasi al volo- la possibilità dello zazen e non smise mai di offrirla. Con tutti i suoi difetti, non smise mai di offrirla. Molti invece, con meno difetti, affidabili, mai fedifraghi: di zazen… pochino e quanto ad offrirlo a tutti …

Usiamo oggi, per la prima volta qui, il logo della Stella. Grazie a Doc, FdB e Carlo per la realizzazione

Convenuti dal monte e dal piano …
Il convegno-seminario di Urbino è stato un successo, nei numeri e nella qualità. La sala stracolma, una grande attenzione, presenze da, quasi, tutta Italia (Roma, Livorno, Torino, Reggio Emilia, Rimini, Ancona, Fano). Ottimi interventi, una discussione finale ha qualificato l’evento come vissuto.

Grazie soprattutto a chi ha contribuito senza apparire: Fabrizio e Alessandro in primis. Con ugual gratitudine: Giovanni, Verena e Irena. Naturalmente Jiso, apposta da Parigi, Patrizia Gioia venuta da Milano. Il professor Alfieri senza il quale nulla sarebbe possibile. E poi gli studenti dell’Università di Urbino, nelle cui vite è entrata una folata di follia: quella del Diamante ovvero della possibilità che il paradiso non sia solo un sogno.

Inusitata mente, ad Urbino. Mercoledì 10 ottobre verrà presentato un libro della Stella. È un’occasione un poco speciale: quel libro è nato grazie all’amorevole collaborazione di tante persone, in primo luogo gli antichi e per sempre sconosciuti

Autori. Più recentemente hanno fattivamente collaborato affinché il libro vedesse la luce la Fondazione ARBOR, la Stella e l’Università di Urbino. Così è nata l’idea di fare come una piccola festa: riunire tutte quelle persone -a parte gli Autori dei quali rispettiamo il riserbo- e presentare il libro al dotto pubblico. Sarà presente, seppure per un breve saluto, il magnifico Rettore, prof. Stefano Pivato, e poi il decano della facoltà di Sociologia, professor Luigi Alfieri, Jiso Forzani e Kamada Shoki che appositamente giungeranno da Paris, la scrittrice Patrizia Gioia in arrivo da Milano, il neo prof. Gennaro Iorio da Bologna ed il sottoscritto. Hanno già annunciato la loro presenza le genti del gruppo zazen di Livorno, del gruppo di Torino e del gruppo di Fano. E tanti altri.
Siete invitati, a partecipare e a far conoscere l’evento.
E chi non sarà quel dì all’urbinata festa, dovrà dir sospirando: “io non c’era!”…

Buongiorno, l’estate è finita l’inverno è alle porte… Una volta, tanto tempo fa, il primo tema che “davano” a scuola era qualche cosa come “i frutti dell’autunno” o “torna l’autunno, pensieri e speranze”. Un’angoscia…
Poi il tempo passò, divenuti grandi anche i temi, continuano ma possiamo scegliere quali svolgere e quali no, a volte. Ho scelto di accettare di svolgere un tema, perché -seppure un poco pretenzioso- riguarda quella parte di noi che dall’antichità i buddisti hanno accettato di soddisfare tentando di non nuocere.

Parlo della curiosità dell’intelletto, di quella parte apparentemente “fuori” dal programma di lavoro del buddismo, ovvero la soluzione di duhkha, la liberazione dal disagio del vivere mentre si invecchia e si muore. Apparentemente, dico, perché nell’approccio al come soddisfare la nostra curiosità sulle cose dello spirito, lavorando con leggerezza e attenzione, seguendo il solito adagio del non trattenere, lasciar andare… ecco che invece di soddisfare quella curiosità, questa scompare, e ci troviamo nel pieno della -poco- trafficata strada buddista. Insomma, il 29 settembre, invece di sedermi in quel caffé andrò a Torino a parlare nientepopodimeno che del sorriso del Buddha. L’iniziativa la trovate descritta qui mentre l’intero programma si può scaricare qui.

Approfitto per segnalare, su un blog amico, la recensione di un libro di Dossetti, uomo di religione, monaco, con una grande esperienza della realtà sociale: Il Vangelo nella Storia. Conversazioni 1993-1995.

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