Generali


Veni, vidi, locuti sumus!
Inizio con un poco di latinorum, in risonanza con le numerose citazioni in tedesco, in greco, in francese, in aramaico, in spagnolo, in inglese, in latino naturalmente e qualcosina pure in sanscrito, suoni che dopo tre giorni di full immersion ancora mi sfarfallano tra un orecchio e l’altro.
Incontro di grande interesse, sia religioso che antropologico.
Un dotto gesuita, p. Fausto Gianfreda, ha tenuto tre conferenze magistrali di alto  livello.  Raramente,  forse mai,  ho sentito  parlare così bene, e con tanto

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entusiasmo, di concetti così difficili, per di più rimbalzati da un autore all’altro, da un secolo all’altro. Questo ha fatto risaltare, più del solito, la mia scarsa cultura.
La parte più interessante è stata quella finale, il terzo giorno. Il programma era di parlare delle differenze che ciascuno di noi riscontrava nella “compassione” secondo l’accezione della religione dell’altro. Ho iniziato io, ho parlato un quarto d’ora e… è successo di tutto. Ad un certo punto, il moderatore -sacerdote anch’egli e monaco di Camaldoli- si è spogliato del suo ruolo super partes ed è intervenuto con una veemente predica, di parte, di quasi mezz’ora. La cosa curiosa è che la completa assenza di volontà (attitudine?) di considerare un punto di vista (in questo caso: il mio) insolito ed eccentrico rispetto alle consuete visuali teologiche, è stata poi definita “un dialogo molto interessante e onesto”.
Riconosco senza difficoltà che in un convegno in casa dei monaci camaldolesi, dialogando con un erudito padre gesuita, mettere in dubbio, in alcuni episodi della Scrittura, la capacità di esprimere compassione da parte di Gesù e in particolare del Dio di Abramo, non è stato un atto di accorta diplomazia. Mi avevano chiesto di dire quello che pensavo su un argomento preciso, l’ho fatto in modo rispettoso e chiaro.
Purtroppo questa parte, più animata, dell’incontro, non la trovate nel testo scritto del mio intervento (un testo che contiene due novità) perché è stata improvvisata. La trovate nell’ultima parte, la n°7, del CD (a pagamento) che potete richiedere a: foresteria@camaldoli.it
Nella quale però manca più di mezz’ora del confronto (duello? 🙂 ) finale. In particolare è stata tagliata tutta la “predica” del moderatore, p. Joseph. Peccato: ricordava che al Dio di Abramo, sino a quel tempo -seppur raramente- si offrivano sacrifici umani. Il senso dato infatti da p. Joseph alla storia di Abramo e Isacco era che, fermando la mano di Abramo, Dio volle dire, anche, che lui rifiutava il sacrificio di esseri umani.

La locandina che vedete qui sotto è un invito a versare l’8xmille all’UBI, l’Unione Buddhista Italiana. L’ho trovata sul sito ufficiale  di  quell’Associazione  dove,  sotto  alla  locandina,

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campeggia la scritta: “Per cambiare il mondo puoi iniziare da una firma. La tua“.
Così, in poche righe, sono citati (offerti?) il risveglio, la compassione, la felicità, l’amore e la possibilità di cambiare il mondo, basta apporre una firma che sposta quattrini. Il messaggio che vi leggo è: “risveglio, compassione, felicità, amore a chi versa denaro all’UBI” ovvero, nella testa di molti, “ai buddisti” tout court. Il tutto, per quanto sembri incredibile “nello spirito trasmesso dal Buddha”, come sta scritto in fondo.
La Chiesa Cattolica ci ha abituato ai modi più diversi per raccogliere quattrini, accumulando e gestendo capitali enormi: non occorre vedere Il Padrino III per imparare i traffici dello IOR. Ma ha impiegato 2000 anni per perfezionare a questi livelli spudorati l’attenzione all’incasso.

Già 6 anni sono trascorsi: nel 2008 vi fu un incontro a Camaldoli intitolato Buddha: la via immanente della fede. Fu un’esperienza intensa,

Schermata del 2014-03-15 19:34:20

un buon clima sia da parte dei monaci benedettini che ci ospitavano sia da parte del “pubblico”, formato da persone colte e attente.
A giugno di quest’anno la Stella tornerà a Camaldoli per un incontro intitolato alla compassione.
Camaldoli è in mezzo ad un’antica faggeta e a giugno solitamente è un piccolo paradiso, in quei frangenti chiudersi in una sala per parlare o ascoltare per ore e ore non pare il massimo della bellezza.
Se qualcuno deciderà di trascorrere una parte del tempo in modo diverso sarà comprensibile: il paradiso non può attendere… 🙂

Buon anno dalla Stella, con il nuovo Buddazot

2014

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Buddazot il “tremendo”: nella ruota del criceto

(Cliccare per scaricare in PDF)

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Ma checcos’è il Natale?
Eppoi, esiste un Natale buddista?
O, mamma mia!, un Natale zen?
Quando ci fermiamo, anche poco, vedendo dentro di noi, ed è chiaro che tutto quel che pensiamo e percepiamo è qualche cosa che la mente costruisce, allora …

Simone Weil, raro esempio di profondità religiosa al femminile, temo non avesse mai visto ciò. Tuttavia, con intelligenza, aveva intuito. Scriveva infatti: “Ciò che è sacro, ben lungi dall’essere la persona, è ciò che, in un essere umano, è impersonale”.

Buon Natale da Bz
e da tutta la Stella

Grazie a Doc per la tavola natalizia

Nelle commemorazioni dei defunti praticate in Giappone ad opera delle varie congregazioni buddiste, vi è una ricorrenza particolarmente importante: il sankaiki, 三回忌 (letteralmente: la terza spiacevole volta).

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Però siccome i giapponesi contano come già i romani all’epoca loro, ovvero considerano uno lo zero, il sankaiki -per loro- cade alla fine del secondo anno: la prima spiacevole volta è alla defunzione -quella che per noi è lo zero- la seconda al compimento del primo anno e la terza alla fine del secondo anno; che però -occorre riconoscere- è anche l’inizio del terzo, ammesso che c’entri qualcosa.
Insomma, oggi è il sankaiki di Daido se lo contiamo a modo nostro, non lo è contando alla giapponese.
Com’è come non è, son passati tre anni.

Insolitamente esta página del blog comienza en español. El motivo es que se trata de la presentación de un texto en español: la traducción a cargo de Roberto Poveda del último libro publicado por nosotros: La Via Libera. Quizás no todos los que frecuentan el blog sepan que tenemos un cierto número de lectores en

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lengua española. En España, por supuesto, pero no únicamente, nos siguen también en Argentina, Chile (por ejemplo aquí y aquí), Colombia, Méjico, Venezuela y otros paises hispanoparlantes. Gracias al trabajo de Roberto podemos ofrecer un buen número de artículos en esta lengua.
El español es la lengua más difundida en el mundo después del chino, hablado por cerca de 450 millones de personas es lengua oficial en 21 paises de Europa, de América Latina y Africa.
Aquí podéis descargar en formato pdf la parte relativa a la ética budista del libro La Via Libre.

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Insolitamente questa pagina del blog inizia in spagnolo. Il motivo è che si tratta della presentazione di un testo in spagnolo: la traduzione, ad opera di Roberto Poveda, dell’ultimo libro da noi pubblicato: La Via Libera. Forse non tutti i frequentatori del blog sanno che abbiamo un certo numero di lettori in lingua spagnola, naturalmente alcuni sono in Spagna, ma non solo: ci seguono anche in Argentina, Chile (per esempio qui e qui), Colombia, Messico, Venezuela ed altri Paesi di lingua spagnola.
Grazie al lavoro di Roberto, possiamo fornire un buon numero di articoli in quella lingua.
Lo spagnolo (soprattutto nella forma detta Castigliano, o Castellano) è la lingua più diffusa al mondo dopo il cinese: parlata da circa 450 milioni di persone, è lingua ufficiale in 21 Paesi dell’Europa, dell’America Latina e dell’Africa.
Qui potete scaricare in formato pdf la parte relativa all’etica buddista del libro La Via Libera, in spagnolo

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