Generali


Buongiorno,
In questa pagina trovate la nuova pubblicazione, solo in giapponese per ora, di Higashikage Daichi roshi. Che potete scaricare qui

Dall’Introduzione: “Quando si parla di Zen, si pensa che sedendosi in zazen si realizzi l’illuminazione e che zazen sia assenza di pensiero e assenza di associazioni mentali. Penso che siano in molti a pensare in questo modo.

Tuttavia, lo Zen di Dogen Zenji non è così ma, piuttosto, che la pratica stessa è illuminazione […] Inoltre, finché siamo vivi, i pensieri vanno e vengono, entrano ed escono dalla nostra mente. Durante lo zazen i pensieri verranno naturalmente anche se non li costruirete appositamente, tuttavia non dovreste sforzarvi di eliminarli bensì lasciare che lo zazen faccia il lavoro per voi”.

Nelle ultime pagine del testo, dal titolo italiano Non vorreste provare a sedervi in zazen proprio come il Buddha?, trovate due foto dell’autore.

Inoltre, in questa pagina sono state aggiunte due nuove traduzioni in spagnolo: Vivir y morir, dos textos de Dōgen y un poema de Uchiyama e poi: Genjokoan: Convertirse en el ser. Grazie a Roberto Poveda e alla sua squadra, per fortuna usciti incolumi dall’alluvione di Valencia.

Buongiorno,
In questo post ho annunciato l’uscita di un libro a più voci sulla meditazione che offre la possibilità di spaziare tra vari punti di vista all’interno di tre religioni diverse: cristianesimo, induismo e buddismo.

Il libro è uscito da qualche tempo destando un discreto interesse e qualche critica. Ho scritto un commento per ciascuna parte di quel libro e ve li propongo qui di seguito.

 

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L’ho conosciuto nel 2015 e ho proseguito nella frequentazione di ritiri e seminari nel corso degli anni.

Quando ci si sente in cerca e non si sa bene di cosa, un viso gentile, uno sguardo attento, una parola che mostra empatia, danno coraggio e fiducia, leniscono. Caratteristiche per cui la sua figura è stata apprezzata e molto amata e che ben distinguevano i passi di psicoanalista junghiano. Nei suoi discorsi trasparivano – tranquilla – passione e chiarezza, doti rare, attraverso le quali un insegnante riesce a veicolare un messaggio.

Apprese in America, dal San Francisco Zen Center, dall’Insight Meditation Society e in numerosi altri luoghi, ciò che per tutta la vita continuò a studiare e diffondere. Dal 1987 la realtà di A.Me.Co, associazione fondata da lui e dalla compagna Neva Papachristou, è cresciuta enormemente, l’impegno di Corrado per la diffusione del buddismo in Italia ha contribuito senza dubbio all’attuale interesse ad esso rivolto, al di là di sentieri pop che tale interesse può aver suscitato, al loro operato va l’indubbio merito di aver compiuto un atto di cura.

Corrado camminava con passo leggero, sia col corpo che con la mente. La sua gioia per la gioia dell’altro, il suo dolore per il dolore dell’altro erano quanto di più autentico io abbia incontrato.

Credo che il suo passaggio abbia cambiato qualcosa in tante vite, non so quante di esse abbiano intrapreso un cammino religioso, e forse non era questo il suo obiettivo. Fare il bene, non fare il male, nel modo che lui ha trovato, lo ha fatto. Se alcuni di noi si dirigono a bussare a certe porte è anche per merito di chi “semplicemente” si mette a disposizione. Ci si ferma o si va, il bene rimane. Grazie.

El

Cari voi,
Dal suo eremo tra i monti, Fago ci ha mandato una scena della vita di BuddaZot, con gli auguri per il nuovo anno da parte della Stella. La vita di Bz si svolge nel cosiddetto “mondo zen” dove il tempo e lo spazio, gli oggetti e i soggetti mutano senza sosta né fatica. Anche l’avvento del nuovo anno, quindi, è una parte di quel mutare: niente di speciale, nell’eccezionalità di ogni istante che scorre via nel silenzio. Una sola concessione terrena: l’uso di un dialetto che in qualche modo “veste” il protagonista.
Purtroppo sono auguri un poco mesti quelli di quest’anno, ma con una rinnovata certezza: molti sono i motivi per considerare fortunato chi guida la sua vita secondo l’insegnamento del Buddha. Tra gli altri: nei secoli, i racconti, i “fatti” che troviamo nei testi non sono stati narrati per essere creduti come realmente accaduti, ma “solo” per trasmettere significato religioso. Normalmente si evita così il pericolo di cadere nella convinzione che ciò che è scritto vada inteso alla lettera e perciò, per es., se è scritto che una terra è promessa da un dio a un certo popolo, quel popolo si senta autorizzato, per diritto divino, a far strame di chi in quella terra già vive. Certo la storia dei buddismi, o dei buddisti, mostra che vi sono altri pericoli, ma almeno questo (a parte inevitabili casi marginali) ci è evitato.
Buon tutto, da parte della Stella

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Honda Tekifu roshi, l’ultimo tra i discepoli ancora in vita di Sawaki roshi, ha lasciato questo mondo l’undici di gennaio. Negli ultimi anni ’50 del secolo scorso praticò a Daijoji, nella prefettura di Kanazawa, dove Sawaki roshi era responsabile della pratica. Nel 1960, su consiglio di Sawaki, si trasferì ad Antaiji, il monastero di cui Sawaki era priore ma che era di fatto gestito da Kosho Uchiyama roshi. Vi rimase sino alla morte di Sawaki, nel 1965, anno in cui si trasferì in Kyushu, presso Fukuoka, nel sud del Giappone. Alla fine degli anni ’70 divenne uno dei responsabili del semmon sodo (monastero per la formazione dei monaci o preti zen) chiamato Myokoji. Nel 1983-84, assieme a Thomas Daizu Wright, trascorsi un anno a Myokoji: in quel tempo Honda roshi era il responsabile della pratica nel monastero. La sua presenza, di una delicatezza e gentilezza più unica che rara, soprattutto tra chi si trova in posizione di responsabilità in un luogo come quello, smussò le asprezze e le difficoltà della nostra permanenza. Sia Tom che io lo ricordiamo con grande affetto.

Ora che il Natale ha svolto la sua funzione di disturbo, distogliendoci per un poco dagli affari correnti, ecco finalmente la festa vera dove lo sballo, l’eccesso, il troppo non sono mai abbasta. Bz ci riporta con i piedi a terra: i voli più arditi della coscienza, gli eccessi più trasgressivi non ci avvicinano e non ci allontanano di un passo da come porci per averne cura.

Buon Anno!

Grazie a Fago per lo splendido lavoro

Come ricorderete questa primavera la Stella partecipò alla raccolta fondi per la costruzione della nuova neonatologia dell’ospedale di Angal, in Uganda, attraverso la pubblicazione del libro a fumetti “Buddazot – 15 anni“. Le donazioni raccolte in quell’occasione, al netto delle spese, sono state trasferite all’associazione Amici di Angal.

La costruzione della neonatologia è ormai terminata ed ora resta soltanto da allestirla con i letti e gli strumenti medici e diagnostici che sono oggetto di un bando per il quale attendiamo fiduciosi la concessione di un finanziamento.

Nelle immagini le varie fasi della costruzione. Speriamo di potervi mostrare entro l’anno anche le immagini dell’inaugurazione.

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