Mar, 10 Giu 2008
Da molto tempo la parola “zen” viene associata alle più varie occasioni ed oggetti: anni or sono nella metropolitana di Parigi campeggiavano enormi cartelli con la scritta: “Restez zen!”, pubblicizzavano l’apertura della stagione dei saldi al Lafayette e negli altri grandi magazzini della capitale francese.
Ci sono creme per il viso “zen“, musica “zen” per dormire profondamente (sic!!!) corsi di rilassamento, persino il “sexy zen“. Sino ad ora, potete controllare, nelle decine di migliaia di parole che ho mandato a spasso per il mondo non avevo mai associato la parolina zen a qualcos’altro che a sé stessa. Ma questa volta ci sono proprio cascato. Guardate il video che vi propongo, non vi pare un “video zen“?
Ed il motivo per cui così lo chiamo…
9 Commenti a “Lo zen di cartone”
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10 Giugno 2008 alle 4:40 pm
ma è poetico, il poverino , non potendo volare,si costruisce uno sfondo verticale di alberi, sui quali sfrecciare in una caduta, la quale sebbene segni la sua fine, avvererà anche il suo sogno , poichè l’immagine dalla sua prospettiva è quella di un volo.
Triste, poetico e MOLTO Zen 🙂
10 Giugno 2008 alle 5:44 pm
Nyaaaa… troppo facile. Che bisogno avrebbe di inchiodare le radici dell’albero? E poi, le nuvole seguono il suo “senso” di orizzontale… Nonnonò, non mi convince
13 Giugno 2008 alle 5:28 pm
Eh no, caro ebbubba. Il ragazzo vola davvero, per volare serve l’ambiente del volo, e lui lo ricostruisce: l’arte imita la vita, la vita imita l’arte: sennò, che interdipendenza sarebbe? Quando il giovanotto si butta, trova subito l’ambiente del volo e quando giunge alla fine del volo/caduta può tranquillamente virare e volare orizzontale perché già lo stava facendo nel suo mondo. Guarda bene il video e capirai la sua lacrima d’aria e di pace. Zen, poetico e normale. ciao jisokiwi
25 Giugno 2008 alle 2:51 pm
Sulla base delle acute osservazioni di mym, propongo una variante di interpretazione: è solo osando “ribaltare” il mondo, che si scopre un lato inedito – pragmaticamente reale – del mondo.
25 Giugno 2008 alle 4:03 pm
Volate troppo alto per me. Non so, ma il finale che propongono gli autori (?!), nei 15 secondi del filmato subito successivo, ci riportano dove la forma è forma, ed i kiwi non volano. Vivono da kiwi.
25 Giugno 2008 alle 4:52 pm
mi riferivo al filmato che compare in successione, al termine del video, e che corrisponde alla URL: http://www.youtube.com/watch?v=T2SnDB_orzQ
dove il nostro eroe apre un prudente paracadute alla fine della corsa.
Vedo però anche , smanettando goffamente in Yu Tube, che altri buontemponi hanno elaborato filmati a partire dal ‘nostro’, quindi quello potrebbe non essere il ‘finale autorizzato’ prodotto dagli stessi autori … anzi, è quasi certamente così.
Voliamo dunque liberamente, o Pindari!
25 Giugno 2008 alle 4:59 pm
Molto bella la “soluzione” del paracadute. È proprio questo tipo di visuale che mi ha fatto rifiutare l’idea di un finale a senso unico.
Nota tecnica: il filmato è stato realizzato con software open source perciò tutti (se ne hanno le capacità) lo possono modificare. Ve ne sono decine di versioni. Quello linkato sul post è il “primo”.
12 Luglio 2008 alle 7:08 am
Ci possiamo sbizzarrire sulle soluzioni, ma l’unica è quella che che sorge spontaneamente senza l’analisi dei particolari, magari è un’ emozione…
il filmato è bello così senza troppe parole.
12 Luglio 2008 alle 11:38 am
Concordo