Mar, 8 Apr 2008
Spesso chi scrive poesie non coglie subito il significato profondo che si cela nei versi.
Si sente all’inizio un leggero aroma, poi col tempo la lingua viene invasa dal gusto, come se il fiore dispiegasse i suoi petali con i tempi che egli stesso si accorda.
Il poeta non è più l’artefice, allora, ma solo un mezzo attraverso il quale il mistero si svela.
Senza Titolo H
§
Le luci del primo mattino,
Le nebbie avvolgono silenziose,
Le colline,,
Il fiume che scorre,
Emerge da questa coltre,
E scompare in lontananza,
Sfidando questo nulla,
Luminoso,
Senza fondo.,
Vago in questo mistero,
E la mente è senza,
Orientamento.,
Respiro vapore,
Emano vapore,,
Attendo il sorgere del sole,
Attendo che questo candore,
Si levi come un sipario,
Per scorgere,
Le file delle colline nascoste,
Dietro là,
In quell’immoto nulla.,
Attendo che gli alberi,
E tutto,
Si abbandoni al mio sguardo,
E sia.,
Attendo che i frutti,
Con la loro dolcezza,
E splendidi colori,
Incontrino i miei sensi,
Si svelino.,
E lascio che i loro sapori,
Mi gustino.,
05 04 08 h. 17.56
sc
4 Commenti a “H.”
Se volete, lasciate un commento.
Devi essere autenticato per inviare un commento.
9 Aprile 2008 alle 10:51 am
Ciao a Tutti!
In questa fredda ma bella giornata di primavera
una piccola domanda
un “diritto”
qual’è la caratteristica che ne fa una cosa tanto.. forte
Mangiare e bere?
la libertà, l’affetto etc?
sono questi?
ma soprattutto, se si, perché
O se no….quali altri, se esistono
scusate se vi coinvolgo nel mio lucubrare!
ma grazie cmq
Si leggono spesso davvero
cose interessanti qui
(^_^)
S
9 Aprile 2008 alle 6:55 pm
A SC: la tua premessa a ‘Senza titolo’ mi ha ricordato questa breve poesia dell’amico Leo (Leopoeto) che volentieri rubo (mi perdonerà certo) e qui ripropongo.
Grazie delle tue ‘visioni’ condivise con noi.
DICA
D’incanto mi par
d’ascoltare la luna…
inseguire la pioggia…
Nubili spose del mio soliloquio.
Il poeta di parole
non è raccoglitore,
è il raccolto.
10 Aprile 2008 alle 1:17 pm
Grazie Doc e soprattutto a Saralultimastella, consapevole o no mi ha fatto capire di quanto a volte io possa essere un presuntuoso.
A volte si
mi par d’ascoltare la luna,
ma poi…
Un saluto.
12 Aprile 2008 alle 7:46 pm
Cara Saralultimastella, anche questa volta fai una domanda da un milione di dollari. Cerco di essere serio, per una volta …
I diritti, in quanto tali non esistono. Nascono come risposta a sopraffazioni dolorose. La vita viene spesso negata, o uccidendo o imprigionando, in vario senso. Proclamare il diritto alla vita è iniziare a condizionare il mondo in una cultura che non la neghi, la difenda. Senza la vita è inutile parlare del resto. Così è pure per tutto ciò che sia indispensabile alla vita. Aria, acqua, cibo… amore, libertà ecc. ed ecco i diritti fondamentali, poi quelli civili ecc. ecc. Ma se la tua domanda presuppone l’esistenza di un valore oggettivo, detto “diritto”, allora devo deluderti e ripeto: i diritti non esistono. Per questo occorre farli esistere. In molti casi però noi rinunciamo ai nostri diritti volontariamente. In una situazione in cui spontaneamente mi sottopongo ad un regime (monacale, sportivo, educativo…) che preveda delle privazioni o delle severità, fisiche o morali, sino a che io sono d’accordo i diritti sono sospesi. Se però io non sono più d’accordo e con la scusa che prima lo ero mi si impongono delle privazioni (di diritti) il gioco cambia. È forse (il condizionale lo metto perché non c’ero e non so quindi se menta la superiora o la monaca) il caso di quella monaca filippina che ha denunciato per maltrattamenti e sfruttamento la superiora del convento in cui prima praticava la religione (perché accettava spontaneamente le privazioni) poi, pur facendo la stessa vita, era sfruttata.
Un saluto
mym