Ven, 4 Apr 2008
L‘amico Cibì ci invia un suo elzeviro che vi proponiamo immantinente
Il Maestro, attorniato dai suoi discepoli all’ombra di un grande albero di fico, stava appunto allora dicendo: “Tutto è impermanenza, perciò è dolore”. La brezza soffiava dolcemente tra le foglie dell’albero, mormorando assensi che facevano eco alla interiore gratitudine dei discepoli per la verità profonda che li aveva pervasi.
Ma quell’eco non si era ancora spento nei cuori dei discepoli – e del Maestro stesso – che venne interrotto da un grido lacerante, come di un’aquila che ghermisca un agnello e ne sbatacchi il vello sanguinante tra gli artigli.
Tutti si voltarono: a gridare era stato un Profeta, che si era avvicinato brandendo un martello. E il Profeta continuò, puntando il dito contro il Maestro: “Tu, miserabile smidollato! Smettila di imbottire di idiozie le teste di queste signorinelle. È ora che tu abbia il coraggio di affrontare la realtà. Prova a insegnare: tutto è impermanenza, perciò è gioia”.
Il Maestro e i discepoli rimasero per qualche attimo soprappensiero, mentre il Profeta avanzava a grandi passi. Il suo ghigno non prometteva nulla di buono.
Il Maestro allora si alzò in piedi, fronteggiando serenamente il nuovo venuto. Il quale a sua volta si fermò, stringendo le dita sul manico del martello. I due rimasero faccia a faccia in silenzio, come se non trovassero nulla da dirsi. E così rimasero per parecchi istanti, o forse minuti, o forse miliardi di miliardi di millenni.
Finché non li distrasse una sorta di lieve soffio, di sibilo. All’inizio lo interpretarono entrambi come un refolo di vento; poi si accorsero che erano parole sussurrate. Il Maestro e il Profeta si voltarono verso il gruppo dei discepoli. Uno di loro si era alzato, e ora se ne stava immobile al vertice di un ipotetico triangolo equilatero.
Il Terzo trovò conveniente ripetere ciò che aveva appena detto, che era: “E se tra il samsara e il nirvana non esistesse la minima differenza?”
E tutto improvvisamente svanì: il Maestro, il Profeta, il Terzo, il gruppo dei discepoli, l’albero di fico, il vento, una lucertola, un ragno, la terra, il fiume, i monti all’orizzonte, le Galassie e tutto ciò al cui confronto le Galassie sono pagliuzze. Poi tutto ricomparve. Poi sparì ancora. E ricomparve…
E qualcuno – non fu possibile accertare chi – disse: “Sì”.
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