Dom, 28 Ott 2007
(A cura di Cibì)
PARADISO
Canto 23
E per la viva luce trasparea
[“Quello” lo si scorge solo in trasparenza]
Canto 24
… salta la penna, e non lo scrivo
[questo è un Canto in cui Dante si sforza di dimostrare tutto il dimostrabile su Dio; per fortuna ha un sussulto di consapevolezza]
Canto 25
… “Perché t’abbagli
Per veder cosa che qui non ha loco?”
[uno dei versetti più belli in assoluto dell’intero poema]
Canto 26
Tratto m’hanno del mar dell’amor torto
“Fu’ io con vita pura e disonesta”
[il viaggio di Dante in sintesi: che cosa lo ha allontanato dall’errore? E la vita di Adamo, il primo uomo, fu “pura e disonesta” in due tempi successivi o in simultanea, come la nostra?]
Canto 27
O senza brama sicura ricchezza!
Canto 28
In questo ciel, di sé medesmo rise
[il personaggio più simpatico del Paradiso. Trattasi di san Gregorio il Grande]
Canto 29
L’amor dell’apparenza e il suo pensiero!
[quanti guai che combinano!]
Canto 30
E lasciommi fasciato di tal velo
[esperienza mistica – non mistica: Dante vede la luce, anzi no, ne viene avvolto come in un sudario]
Canto 31
Per tutte quelle vie, per tutt’i modi
Canto 32
… Baldezza e leggiadria
[le due virtù che, secondo san Bernardo di Chiaravalle, fanno innamorare Maria dell’arcangelo Gabriele. Non stanno male neanche in un maschietto umano]
Qui farem punto, come buon sartore
Canto 33
All’alta fantasia qui mancò possa.
Ma già volgeva il mio disio e il velle
[dal nirvana al samsara… e viceversa, in eterno]
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