Dom, 21 Ott 2007
PARADISO
Canto 13
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Ch’i’ ho veduto tutto il verno prima |
Canto 14
… biancheggia tra i poli del mondo
Galassia…
Vedendo in quell’albòr balenar Cristo
[unirei “quell’albòr” a “Galassia”. Nel Canto 33 Dante precederà Spinoza e Leibniz; qui anticipa l’Omega di Teilhard de Chardin]
Canto 15
Ond’io, che son mortal, mi sento in questa
Disuguaglianza…
Canto 16
E cieco toro più avaccio cade
Che ’l cieco agnello; e molte volte taglia
Più e meglio una che le cinque spade
[“più avaccio” = prima]
Canto 17
Tu lascerai ogni cosa diletta
Canto 18
… “Volgiti ed ascolta:
Ché non pur nei miei occhi è paradiso!”
[una volta tanto, Beatrice invita Dante a non trattenere. Però non le succede spesso; cfr. le legittime antipatie di William Blake nei confronti di Bea]
Canto 19
Com’occhio per lo mare, entro s’interna
[la nostra “vista” più avanza, meno vede]
Canto 20
Per farmi chiara la mia corta vista
Data mi fu soave medicina
Canto 21
Prendendo il cibo da qualunque ostello
[un altro po’ di sano monachesimo]
Canto 22
Più s’abbellivan con mutui rai
[donare luce gli uni agli altri]
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