Gio, 12 Apr 2012
Sabato 14, c.m., a Pesaro un’occasione di riflessione tra diverse culture e religioni.
Ci sarà anche Jiso Forzani. Che, nel tempo essente, dirige l’ufficio europeo Soto Zen, a Paris. Organizza l’Università della Pace, di Ancona. Oltre a quella di Jiso segnalo due presenze interessanti: quella del professor Luigi Alfieri che parlerà del pluralismo religioso e quella del professor Cristiano Bellei che parlerà dei fondamenti del pensare religioso. Avvisando gli organizzatori della propria intenzione di partecipare l’ingresso è libero ed il pranzo gratuito.
8 Commenti a “A Pesaro!”
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15 Aprile 2012 alle 3:59 am
_ Altrove. Traduzione della lettera di Joe Eszterhas a Mel Gibson frammezzata da Out of game di Rufus Wainright – Helena Bonham Carter (2012).
(Un week end all’insegna della frivolezza…)
Per tornare alle cose serie, quali nuove dal lato oscuro di Dio? Dalla massa informe di mortali a cui chiedere aiuto?
15 Aprile 2012 alle 10:10 am
A leggere quel che dice il pessimo Mel questa volta potrebbe aver ragione. Non che conti, però.
The dark side? Wow! You ‘now, to avoid brain damage better you lock the door and throw away the key.
PS: Helena è conturbante. Anche senza.
15 Aprile 2012 alle 7:49 pm
Paolo De Benedetti, insigne biblista e teologo, argomenta che il lato oscuro di Dio è l’uomo. Dio senza l’uomo perderebbe tutti i suoi attributi e può qualcosa solo se noi l’aiutiamo affinché sia più di Dio. Ciò che impedisce ai cristiani di rendersene conto è l’impostazione teologica di derivazione greca che fa di Dio l’assolutamente separato dalla condizione umana e rende inconciliabili la sua bontà con la sua onnipotenza.
PS: Well, if that’s the dark side, I locked the door and threw away the key a long time ago. I care my brain.
15 Aprile 2012 alle 7:54 pm
I Care For My brain.
15 Aprile 2012 alle 8:00 pm
Grazie. Non conosco l’insigne, così a naso direi che solo chi l’ha inventata/o può far esistere la sua invenzione. Ma così facendo la “rovina” perché la porta al suo livello. Oscuro. Non c’è modo di uscirne.
Anche nel caso che Dio non sia inteso come invenzione umana non esisterebbe, come Dio, senza qualcuno che lo “facesse” (lo concepisse, lo considerasse come) Dio.
16-04. Mi fanno notare che quanto sopra ha una forte connotazione atea. Mah, sì, perché no. Nel senso di: tenete giù le mani (da)
16 Aprile 2012 alle 3:33 pm
In effetti l’insigne teologo parte dal concetto ben espresso da Feuerbach secondo il quale: “La coscienza che l’uomo ha di Dio non è altro che la coscienza che l’uomo ha di se stesso”. Una tesi che potrebbe essere condivisa anche dai credenti, dal momento che, nell’inconoscibilità della natura divina da loro stessi ammessa, è possibile leggere l’inconoscibilità che l’uomo ha di se stesso.
Commentando il passo di Luca 22,42 dove Gesù nell’orto dei Getsemani chiede: “ Padre, se vuoi, allontana da me questo calice (…)” il Nostro osserva che Gesù non dice “se puoi” ma se “vuoi”, come se il Padre possa volere il bene solo se con la nostra preghiera lo aiutiamo, e perciò scrive “il lato oscuro di Dio è la sua debolezza che fa di lui ‘il nascosto’ (isaia, 45,15), colui che cerca l’uomo: ‘Uomo dove sei?’ (Genesi, 3,9)
…
È pronto l’uomo per una fede all’altezza dei tempi?
A interpretare la fede in chiave di tolleranza basata sulla razionalità?
Ad una concezione dinamico-evolutiva della verità?
Dal mio osservatorio non pare, magari altrove…
16 Aprile 2012 alle 4:01 pm
Un dio che interferisce (più o meno a comando, i.e. preghiera) nella vicenda umana è un dio da operetta. Se non interferisce… che dio è?
Un café, ‘n gelatu e ‘n cine nu ghè moddu de sciurtìne…*
*Per i meno fortunati, privi di lessico ligure-ponentino, la precedente formula (“un caffé, un gelato e un cinema, non c’è modo di uscirne”) riassume il loop che si creava nelle frenetiche domeniche pomeriggio di 40-50anni fa.
18 Aprile 2012 alle 7:39 am
>Un dio che interferisce (più o meno a comando, i.e. preghiera) nella vicenda umana è un dio da operetta. Se non interferisce… che dio è?
Questa me la rivendo.