Ven, 4 Mag 2007
Riportiamo un’opinione netta su un fatto recente che a mio avviso ha dell’incredibile. E non mi riferisco solo alle critiche dell’Osservatore Romano, ma a quanti si sono affrettati ad affiancarsi e indignarsi per l’atto di terrorismo. Se il signor Rivera per il solo fatto di aver detto quelle parole è un terrorista penso che si possa estendere l’accusa -quantomeno di fiancheggiatori del terrorismo- a milioni di italiani.
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Vaticano e Rivera: terrorismo o paura della verita’?
(di Rita Guma)“E’ terrorismo alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell’amore. E’ vile e terroristico lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa, sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile” [Dall’Osservatore Romano del 2 maggio].
Ma dove sarebbe il terrorismo delle frasi di Andrea Rivera? Leggiamole: “Il papa dice di non credere all’evoluzionismo, e ha ragione. La chiesa in duemila anni non si è evoluta affatto”. Si tratta di un’opinione – criticabile quanto si vuole – ma non di terrorismo. Terrorismo sarebbe dire che la Chiesa e’ pericolosa, e’ portatrice di violenza e va sradicata, come viene fatto spesso e volentieri nei confronti dell’Islam senza alcuna reazione politica e mediatica. Qui si fa ironia, come su un amico un po’ tocco che pero’ tocco non lo e’ affatto, ed infatti ha il massimo spazio su giornali e TG, quindi non e’ neppure discriminazione verso i piu’ deboli. Se fosse l’una o l’altra cosa lo condanneremmo anche noi.
Rivera ha poi aggiunto “non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali a Welby. Invece non è stato così per Pinochet, Franco e uno della banda della Magliana”. Forse e’ questa frase che fa paura? Fa paura che invece di essere scritta su qualche sito internet raggiungibile da pochi gatti o ripetuta al funerale di Welby con poche migliaia di persone sia stata gridata alla folla ed alla TV? Ma allora fa paura la verita’…
L’Osservatore romano accosta poi a questa vicenda “gli attacchi e le minacce, pesanti, rivolte al Presidente della Cei, l’arcivescovo Angelo Bagnasco”. Ma gli slogan contro Bagnasco – che sono vere minacce per le quali il prelato gode della tutela dei servizi di sicurezza dello Stato italiano e per cui le procure italiane hanno attivato inchieste ed il Capo dello Stato italiano espresso solidarieta’ – non hanno il minimo nesso con la critica politica, e quindi mi sembra irresponsabile accostarle alle parole di Rivera, con l’effetto di criminalizzare l’artista (non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te…, no? soprattutto se si parla sempre solo in nome dell’amore verso il prossimo…).
Noto che non di rado i rappresentanti della CEI sono stati accreditati di poter dire la loro in materia politica in quanto vescovi italiani. Ma come italiani debbono allora accettare le critiche di altri italiani. E se loro parlano da palchi e in microfoni (spesso pagati da tutti i cittadini italiani, anche atei, ebrei e musulmani), perche’ non accettano che altri commentino e parlino da palchi e microfoni? E’ infatti troppo comodo dirsi di volta in volta rappresentante religioso o capo di Stato straniero o cittadino italiano che esprime come tale la sua opinione per potersi mettere sempre dalla parte della vittima o della ragione, avvalendosi al meglio anche delle leggi italiane in merito grazie a qualche zelante parlamentare pronto a presentare denuncia: un po’ di coerenza, prima di fare la morale agli altri.
Inoltre, se la Chiesa ha la pretesa di intervenire nella politica italiana o si fa condizionare dalle ricadute politiche delle sue scelte, come nel caso Welby, si rende controparte di un dibattito politico e come tale deve accettare le critiche che la mettono di fronte alle sue contraddizioni. Insomma, qui si rivendica una immunita’ larghissima e permanente per tutti i rappresentanti della Chiesa in qualsiasi circostanza e veste, e il tanto abusato riferimento alla pastorale non c’entra, perche’ quella si fa sempre, e non in concomitanza con le scelte legislative di un dato Paese.
Infine – per senso delle proporzioni e per gravita’ – se mossa dall’amore per l’uomo e per la vita come la dichiarazione del quotidiano vaticano rivendica – la pastorale dovrebbe avere come principale oggetto – ma non ce l’ha – i milioni di donne e bambini vittime di stupri, rapimenti, uccisioni ed altri abusi, nonche’ i milioni di morti e straziati nel mondo per le guerre del petrolio, e non prevalentemente i Dico, l’aborto e l’eutanasia.
Ci farebbe piacere che la Chiesa cattolica, insieme alle altre confessioni, fosse parte della dialettica della societa’, ma la dialettica implica argomenti a confronto e non dogmi imposti, dibattito e non flusso unilaterale di opinioni, senza contraddittorio, pena l’accusa di terrorismo, vilipendio, radicalismo, insana laicita’ – o altre fantasiose accuse – a chi osa criticare.
8 Commenti a “Proviamo a ragionare?”
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4 Maggio 2007 alle 11:01 am
Le battute a proposito della Chiesa affondano tristemente nei luoghi comuni, che è la peggio cosa (a meno che non si aprano dibattiti elevati, come su questo sito). Però anch’io, a leggere che l’OR ha usato il termine “terrorista”, ho provato un senso di disgusto per il Vaticano che usa un linguaggio da campagna elettorale padana. Allora, visto che diventa lecito sparare a raffica, lo faccio anch’io: aridatece er puzzone, cioè la Chiesa cattolica com’era prima del Concilio, quando non aveva tutta ‘sta smania di “dialogare alla pari” con il “mondo contemporaneo”.
4 Maggio 2007 alle 5:49 pm
“E’ vile e terroristico lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa”.
I sassi???
Chi lancia i sassi va in galera, non mi sembra questo il caso.
Nei giornali per farsi le ossa, un tempo, si cominciava con l’occuparsi di cronaca o di sport, prima di diventare opinionisti.
4 Maggio 2007 alle 7:08 pm
Attenzione a non fare il gioco di chi provoca per arrivare a scontri senza fine, o peggio, a chi li crea per essere martirizzato. I provocatori sono una specie antica come l’uomo, una volta stavano vicino ai cortei, oggi in Vaticano, in Parlamento e sui giornali.
5 Maggio 2007 alle 1:38 am
Non ho visto lo spettacolo e non conosco il “terrorista” in questione, ma se le frasi dette da quel signore son quelle e la risposta del vaticano quell’altra (riportata nel link), mi par che fra i secondi ci sia profonda nostalgia dei bei tempi del Sant’Uffizio, neanche tanto celata…
Spulciando poi su internet ho letto due ineffabili dichiarazioni. Ne riporto alcuni passaggi chiave:
1) “…Ci sono due forze oggi contro l’occidente. Una è la sfida islamica, l’altra è la sfida interna all’occidente che odia se stesso. Oggi l’odio antioccidentale emerge nel mondo, unisce l’America latina al mondo islamico. E figure che hanno espresso l’identità dell’occidente e l’unità dell’occidente come Bush, Blair, Berlusconi e Aznar, non hanno più tanto potere da suscitare odio. L’unica figura odiabile dagli occidentali di occidente e dagli antioccidentali d’occidente è la chiesa cattolica. E segnatamente questo grande Papa, che ha difeso l’appartenenza all’occidente della cristianità assieme all’universalità della fede cristiana…” (Gianni Baget Bozzo su Il Foglio)
No comment
2) “…Gli scriteriati ci sono sempre, ci sono sempre persone che usano linguaggi al di sopra delle righe. Chi ha più buonsenso lo usi, diceva sempre mia madre: cerchiamo di usarlo” (Prodi su La Stampa)
No comment bis
Ciao, Al
5 Maggio 2007 alle 9:56 am
UOMINI
Mi ricordo circa trentanni fa, era la metà degli anni ’70, i miei erano molto legati alla Madonna e spesso capitava che andassimo alla messa in un santuario della Madonna di Lourdes. Bene una domenica un solerte sacerdote ci invitò ad uscire perchè mia sorella (handicappata) recava disturbo (?).
Ci trovammo sotto il sole sulla scalinata vergognosi e colpevoli.
Poco dopo venne il momento di far fare la comunione a Cristina, il parroco del paese si rifiutò dicendo che tanto lei non capiva niente, intervenne l’ex curato allontanato dalla parrocchia per idee troppo progressiste che aveva grande seguito fra i giovani, volle fare una cerimonia solo per lei e, guarda caso nello stesso santuario dove qualche tempo prima eravamo stati cortesemente invitati ad uscire. Fu molto bello, mi ricordo ancora, con commozione, i giovani che suonavano la chitarra. Nel 2003 mia sorella è morta e fu ancora quel curato divenuto parroco di un piccolo e sperduto paese di montagna a celebrare i funerali.
6 Maggio 2007 alle 7:08 pm
A proposito di rigurgiti da Sant’Uffizio sapete di questa?
http://www.uaar.it/news/2007/05/05/una-vergogna-italiana-chiusura-ergo-sum
Amen, Al
7 Maggio 2007 alle 12:54 am
Oggi spulciando su Internet ho trovato casualmente questa citazione:
“La realtà è che quando un clericale usa la parola libertà intende la libertà dei soli clericali (chiamata libertà della Chiesa) e non le libertà di tutti. Domandano le loro libertà a noi laicisti in nome dei principi nostri, e negano le libertà altrui in nome dei principi loro” Gaetano Salvemini
7 Maggio 2007 alle 10:08 am
“Sogno una chiesa più umile, meno autoritaria, nel senso di più conscia della sua ‘umanità’ e che la fa vicina a tutti in quanto ‘sorella e discepola’ proprio per essere ‘mater et magistra”
Luigi Sartori, sacerdote della diocesi di Padova