Dom, 8 Apr 2007
Forse sono io che, a forza di ridurre le frequentazioni, le occasioni di socialità non so più guardare a quello e a quelli che mi circondano senza il distacco di chi non c’entra nulla. Forse, così, ho perduto -almeno in parte- la capacità di riconoscere i fratelli, le persone semplici e sincere anche quando la vita le costringe ad un mestiere difficile.
Tutto è nato dal fatto che su un quotidiano (1) vi era una fotografia che mi ha lasciato di stucco. Ve la ripropongo perché ritengo sia opportuno osservarla con attenzione.
E mi sono chiesto: “Ma cosa staranno facendo o pensando di fare così … vestiti? Addobbati?” e mi pareva una cosa incredibile che qualcuno -seriamente, non per burla- potesse portare addosso tutto quel broccato, quell’oro, in un ambiente dalle volte così alte piene di statue e di lampade dorate, così conciato (passatemi il termine, non ne trovo altri) che altri due uomini, adulti, apparentemente liberi, vestiti in tinta col primo, erano lì, come inservienti addetti a sostenere un paio di metri ciascuno di stoffa porpora e oro perché le falde del mantello non cadessero a terra… Ero così meravigliato che chiamai mia moglie e mia figlia per mostrare la mia scoperta. Ma non ottenni pressoché alcun risultato. Completamente normale che quegli uomini fossero così addobbati. Anzi, mia figlia mi guardò con quell’aria: “Non comincerà ad essere un po’ svanito, il babbo? Lo sa anche lui come vanno le cose…”.
Ma come vanno le cose?
mym
1) La Repubblica del 3 Aprile, la foto era pubblicata a pagina 10.
5 Commenti a “Forse sono io…”
Se volete, lasciate un commento.
Devi essere autenticato per inviare un commento.
9 Aprile 2007 alle 10:42 am
E’ una bella domanda. Direi che le cose, le cose umane almeno, non siano dotate di moto proprio e vadano come e dove uomini e donne le fanno andare: finché scene come quella che ha “sorpreso” l’amico Y. riempiranno le chiese di gente e faranno accorrere i fedeli a gremire le piazze, avranno ogni diritto di riprodursi. Molti secoli or sono tale monaco Francesco si presentò davanti a Papa e Cardinali e, sconvolto e sbigottito, esclamò: “Guardate i gigli del campo!”. Ma nemmeno la sua risposta fu sufficiente, la povertà sua sposa restò solo a caratterizzare un ordine religioso… Che fare? Bisogna modificare le norme per modificare gli esseri umani, o è necessario che questi ultimi cambino per cambiare le norme?
9 Aprile 2007 alle 1:37 pm
Ricordate nel film “Roma” di Fellini: quella surreale sfilata di moda per gli alti prelati? In effetti siamo per certi versi un po’ nel surreale, ma nel “secolare” anche l’arte e lo styling chiedono la loro parte, gli italiani poi…
Al
9 Aprile 2007 alle 3:38 pm
…ho letto il nuovo post: se la cosa ti fa piacere (ma dovrebbe allarmarti, tale sintonia…) quelle cose lì che scrivi me le sto chiedendo sempre più spesso, da un po’ di tempo a questa parte.
Però anche tua moglie e tua figlia hanno ragione: i rivoluzionari che abbattono i riti, poi ne introducono degli altri… l’umanità non si “accontenta” di un muro bianco o un fiore che sboccia. sono riusciti a ritualizzare perfino il buddismo, e perfino il cristianesimo, fondato da Uno che, proprio il giorno di pasqua, è stato definito il Non-è-qui.
9 Aprile 2007 alle 6:53 pm
Il miglior commento che mi sento di farti è questa poesia dell’amico leo (Leopoeto):
TEATRINO
10 Aprile 2007 alle 4:02 pm
Ho visto la foto … Da chierichetto qual ero (monaguillo in spagnolo, vero?) tutta questa pompa mi piace, fa molta atmosfera… Tutta questa magnifica fuffa mi evoca le stesse sensazioni che mi risveglia un bel melodramma italiano: pieno di sentimenti eroici, di grandi emozioni, pianti e urla, di morti santi e malvagissimi cattivi, e fondamentalmente senza senso.