Lun, 29 Nov 2010
Sabato 27 novembre, a Torino, organizzato dalla Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni, si è svolto il convegno Democrazia, diritti umani, libertà religiosa: rapporti con il pensiero laico, il cattolicesimo e le altre confessioni religiose.
Tra gli invitati al convegno vi era anche la Stella. Offriamo alla vostra attenzione la relazione che Paolo Sacchi (ai frequentatori di questo blog più noto come Doc, il babbo di Buddazot) ha tenuto al Convegno, relazione dal titolo Pratica buddista e sue ricadute sul tessuto sociale.
Siamo abituati a leggere il buddismo prodotto da filosofi o dai cosìddetti professionisti della religione (magari della famigerata “combriccola del soto zen”, cfr. qui, n° 219), la relazione di Paolo è figlia di altro padre, con altra esperienza ed altra formazione.
Per carità, intendiamoci, son le solite cose. Son le cose che non son mai le stesse.
Per chi ama cercare il pelo nell’uovo: il fatto che il titolo del convegno porti al centro il cattolicesimo mentre le altre religioni sono, appunto, “le altre”, è voluto (almeno lo speriamo): dice proprio quanto vi sia da lavorare affinché il pensiero laico, non condizionato da una parte, abbia libero e pieno corso.
13 Commenti a “Democrazia, diritti umani, libertà religiosa…”
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30 Novembre 2010 alle 12:40 pm
chiedo scusa a Doc, ma proprio non riesco a leggere online testi “più estesi di tot righe”. sono volato direttamente agli ultimi paragrafi… e ne valeva la pena 🙂
colgo l’occasione della mini-bio tracciata da Mym per esplicitare una domanda che mi frulla dentro da un po’: “Ma… Buddazot? che fine ha fatto?”
30 Novembre 2010 alle 3:24 pm
Ciao Dhr.
Buddazot se ne è andato. Dopo la serie di post su ‘La pantomima’ e i dibattiti seguenti, ha detto che non ci stava a fare più niente qui, che il suo compito era esaurito e la sua promessa onorata. ‘Ormai il re è nudo’, mi disse, ‘e chiunque può guardargli l’ombelico a piacimento’. Quanto al resto, non era più compito suo: altri, più giovani e di maggior capacità, avrebbero egregiamente proseguito il lavoro. Si lamentava dell’artrite, dice che doveva curarsi un po’ le ossa. Mi ha pregato di ricambiare da parte sua l’affetto di quei lettori che hanno apprezzato il suo lavoro.
Tempo fa, passando vicino alla stazione dei bus per l’aeroporto, l’ho rivisto, in bermuda, sandali, camicia a fiori ed una tavola da windsurf sotto il braccio. Mi ha gridato che stava partendo per Honolulu, dove andava a rilevare Merlino, perché avevano deciso di trasferirsi insieme a Tonga ‘Ti manderò una cartolina’ – furono le ultime parole che potei udire – ‘un abbraccio a tutti…. chissà forse un giorno…’.
30 Novembre 2010 alle 4:12 pm
peccato. erano gli unici sutra che leggevo con piacere (in sanscrito: Kama Sutra).
1 Dicembre 2010 alle 11:05 pm
Premetto che, per quanto ben strutturato, non condivido il taglio dell’intervento, lo trovo ascettico, didascalico e poco coinvolgente.
Relativamente a: 6 – non violenza, questo è il mio contributo:
dopo una precisa introduzione si arriva a dire che esistono i Precetti quale realizzazione attraverso un percorso che li rivela nella verità del loro portato. Per mio conto, posso affermare che osservando i Precetti, la loro pratica in sè, si produce lo stesso risultato.
2 Dicembre 2010 alle 1:58 am
Bene.
2 Dicembre 2010 alle 11:21 am
Benino? Un 23 e pedalare? O voto politico, come quando c’eravamo noi, quelli gggiusti…?
2 Dicembre 2010 alle 11:32 am
Un amico mi scrive: “Sacchi è molto bravo. Quanto ai cattolici, non ce ne libereremo mai. E come disse quello, è molto difficile convertirli al cristianesimo”.
2 Dicembre 2010 alle 11:44 am
mym 6
come motivazione del voto vale quanto ho postato testè sul blog dell’istituzione.
2 Dicembre 2010 alle 12:42 pm
Ho dimenticato di dire che Mancuso non ha potuto partecipare al convegno, per cause dell’ultima ora. E’ stata l’unica defezione, ma importante.
Però negli atti ci sarà anche il suo contributo.
2 Dicembre 2010 alle 5:39 pm
Aaah, be’, il Mancuso deficiente mi mancava…
In risposta al n° 7, altro amico che fa faticare me al suo posto, scrive: “Circa il Natale in Giappone invece, un grande maestro (anziano religioso trentino) mi disse una volta: “beato te che vai a celebrare il Natale in parrocchia in Giappone insieme ai Cristiani; qui rischi di trovare solo cattolici” (discorso lungo, ma come tu ci insegni, non c’è critica senza filologia…)”
2 Dicembre 2010 alle 6:06 pm
Mi pare comprensibile..e condivisibile.
3 Dicembre 2010 alle 3:04 pm
Non che abbiano bisogno di difesa d’ufficio, semmai dell’avvocato del diavolo… pero’ qualche cattolico cristiano c’e’, cosi’ come qualche zen buddista. Filologicamente parlando, semmai, la questione mi pare sia: non ci si puo’ dire cristiani (checche’ ne dica BC, checche’…). Chi infatti avra’ l’ardire di considerarsi davvero cristiano, se vuol dire evangelicamente cristiano? Quanto ai cristiani giapponesi (cattolici), quasi tutti i pochi che ho conosciuto son piu’ vaticanisti del papa, mi spiace deludere il gran maestro trentino.
3 Dicembre 2010 alle 4:47 pm
Non ci si può dire cristiani. Giusto. E anche per dirsi buddisti (o zen!) ci vuole un bel coraggio.