Gio, 14 Ott 2010
Chi usa PC, internet, telefonini, note-book ecc. si trova spesso in difficoltà perché… il programma si blocca, non c’è linea, la batteria è scarica, non c’è campo e così via. Per non parlare delle volte in cui manca la corrente o, peggio: “…si è inchiodato, mi sa che ‘sta volta è da formattare…” con conseguenti spese, attese e perdita di dati importanti.
Ci permettiamo di consigliare questo nuovo aggeggio, permette di superare tutti i problemi di cui sopra, mantenendo sempre la connettività e la possibilità d’utilizzo. Pare semplice, però: bisognava pensarci…
PS: se siete in difficoltà trovate qui istruzioni ancor più dettagliate
19 Commenti a “Funziona sempre!”
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14 Ottobre 2010 alle 8:37 pm
ah sì, ne avevo uno anch’io!
14 Ottobre 2010 alle 8:46 pm
… e a proposito di libri:
http://www.baglioridautore.com/Programma/hp_programma.htm
14 Ottobre 2010 alle 8:59 pm
E se lo sbatti sul tavolo o lo getti a terra, non si rompe e continua a funzionare!
18 Ottobre 2010 alle 9:05 pm
mi ricorda lo stupore di un bambino belga che vedeva un vecchio monaco battere a macchina su una Lettera 22: “Papà, c’est extraordinaire! Un ordinateur avec imprimante incorporée!!!”
19 Ottobre 2010 alle 8:14 pm
Inoltre il libro è vantaggioso rispetto a un cane (non sporca, non morde), a una bomba nucleare (al massimo, ti schiaccia un dito), alla pioggia (non ti bagna), al sole (non ti fa venire il cancro alla pelle), alla droga (un’overdose di lettura ti fa venire un lieve mal di testa, nulla più), al sesshin (puoi leggerlo nella posizione che preferisci).
20 Ottobre 2010 alle 5:55 am
La vacanza ideale = libri + musica + stimolanti.
Ho riletto Don Chisciotte della Mancia: nessun editore oggi lo pubblicherebbe. Molti episodi sono ripetuti fino allo sfinimento e l’originale spagnolo è zeppo d’errori d’ortografia.
Ah, già, Cervantes era in prigione quando lo scrisse…e se gli “errori teoretici” fossero causati dalle interferenze pratiche?
20 Ottobre 2010 alle 6:00 am
X dhr # 4.
I don’t think so. Hai una bella pretesa a negare certe forme di conoscenza “svantaggiose” o “scomode”.
Molti (troppi!) negano la conoscenza e poi non esitano a spiccare cambiali sulle umili percezione dei sensi, ad attribuire loro valore assoluto e definitivo. Non sarebbe meglio nutrire qualche dubbio anche in senso positivo su ciò che non si conosce?
20 Ottobre 2010 alle 7:00 am
Ah, i viziosi e i dissoluti..e la loro deprimente influenza sul VALORE DEI DESIDERI!
Ciò che gli uomini della potenza e della volontà possono esigere da se stessi offre il criterio di ciò che possono concedere a se stessi. Tali nature sono l’opposto di quelle viziose e dissolute: anche se in circostanze particolari avvengono cose per le quali un uomo di poco conto sarebbe incolpato di vizio e smoderatezza. Qui il concetto dell’ “ugual-valore-degli-uomini-di-fronte-a-Dio” è straordinariamente dannoso: si vietano azioni e sentimenti che, in se stessi, fanno parte delle prerogative dei forti,- come se fossero in sé indegni dell’uomo. Si getta discredito su tutte le tendenze dell’uomo forte, ponendo come criterio di valore i mezzi di difesa dei più deboli (i più deboli anche verso se stessi). La confusione arriva al punto che proprio i grandi VIRTUOSI della vita (la cui padronanza di sé rappresenta il contrasto più stridente con i viziosi e i dissoluti) vengono bollati con i nomi più oltraggiosi. Ancor oggi si ritiene di dover condannare un Baudelaire o un Jim Morrison: questo è semplicemente ridicolo (perdona la lungaggine).
20 Ottobre 2010 alle 7:20 am
………… un libro è vantaggioso anche rispetto a hmsx: un libro lo puoi bruciare in giardino. con la gente, adesso è vietato…
😀 😀 😀
20 Ottobre 2010 alle 12:50 pm
Quoto dhr (e anche louis). Bisogna intendersi sul concetto di funzione del libro: ad es. conservo come una reliquia il libro “Teologia morale” di Giuseppe Mausbach ed. paoline (la copertina è ancora impregnata del sangue di un ex coinquilino veramente str..ano a cui ho rotto il naso). Potrebbe essere un’idea per la prossima visita pastorale di razy. Ho un paio di bibbie a copertina rigida.. se mi posiziono a 10-20 metri lo stendo di sicuro.
(si scherza lor signori, un po’ di ironia)
PS: ho scoperto di recente una cosa sul suono della lingua tedesca da scompisciarsi dal ridere – làlàlà.
20 Ottobre 2010 alle 7:57 pm
Ok, se nessuno lo vuole sapere…
PS: onde evitare bufere – scherza coi fanti… – preciso che Gesù, a mio modo, l’ho imitato nella cosa più difficile: il sacrificio di sé. Di più, l’ho integrato; giacché “io sono l’amore” avrebbe solo dovuto dire, non anche “io sono la verità e la via”. Non lo era, all’infuori dell’amore. Per questo detesto le “imitatio Christi”.
20 Ottobre 2010 alle 8:00 pm
NB. Nell’es. di cui al # 9 ho agito solo per amor di scienza, non per cattiveria. Tizio dissentiva dal fatto che il prossimo, inteso come centro propulsore verso di me, e di me verso di lui,- sul quale insiste tanto il cristianesimo – nella quotidianità non lo si trova più: il prossimo non è più percepito come un centro per cui uno deve operare (quod demostrandum erat).
Ad ogni modo rimane il merito di Gesù di aver dato ai poveri e agli oppressi una buona ragione… per morire! Fino al 313, infatti, dirsi cristiani significava andare incontro a persecuzioni, torture etc. Oggi, invece, è comodissimo e, con gli agganci giusti, si può ricevere la comunione anche se si ha un harem e si è divorziati. (chiudo)
21 Ottobre 2010 alle 8:03 am
Hmmm… ‘Stasera torno alla base. Ci risentiamo.
22 Ottobre 2010 alle 7:20 am
Per dhr # 8.
L’arte di NON leggere è molto importante; nella maggioranza dei casi il furore di leggere libri esprime una specie di fuga vacui. Il dotto pone tutta la sua energia nel dire sì e no, nella critica del già pensato – egli stesso non pensa più…L’istinto di autodifesa si è rammollito; diversamente si rivolterebbe contro i libri. L’ho visto con i miei occhi: nature dotate, ricche e nate per essere libere “ammazzate dalla lettura” già a 30 anni, ridotti ormai a fiammiferi che bisogna strofinare perché diano scintille – “pensieri” -.
Leggere un libro di prima mattina, al giungere del giorno, nella piena freschezza, nell’aurora della propria forza, questo io lo chiamo vizio! ^^
24 Ottobre 2010 alle 7:25 am
E’ decisivo che la cultura inizi dal posto giusto – NON dai libri, ma dal corpo, dall’atteggiamento, dalla dieta, dalla fisiologia, il resto segue…E’ un impegno a vivere tra persone che non si lasciano andare e sanno quel che occorre fare e lo fanno.
Personalmente do credito solo ai pensieri nati all’area aperta e che abbiano visto l’intero organismo messo in moto per produrli.
24 Ottobre 2010 alle 7:26 am
PS: preciso che non è un tentativo di sabotare il thread, semmai il contrario; cioè onorarlo. Vorrei interrompere e invertire quel trend che spinge chiunque a scrivere, insomma mi piacerebbe tagliare le mani a quelli che Schopenhauer chiamava ‘i cacalibri’. Per questo ho fatto voto di non leggere i miei contemporanei. Cosa potrebbero insegnarmi? Indi lotto strenuamente contro i libri di oggi, anche se davanti a titoli come “E se un Dio non ci venisse a salvare?”, o “Intelligenza volse a settentrione” (pensai a qualcosa di simile anni fa anche se poi finii in quel pantano che è il meridione) mi dichiaro vinto e attento lettore.
E’ proprio l’arte più grande quella che ha meno chance di essere riconosciuta (lo so che non è un bel momento ma chi ha una meta e un erede non muore invano).
28 Ottobre 2010 alle 5:41 am
> Quanto detto finora vuole essere la premessa ad una riflessione obbligata sulla ricerca della “chiara visione”.
http://www.psiche.info/estratti/psiche/daidostrumiapresenzaconsapevole.htm#6.%20La%20voce%20del%20s%E9
Da fuori, i libri si allineano tranquillamente insieme agli altri, qui sporgendo un tantino, lì rientrando un tantino. Questo quando sono ormai editati, ben oggettivati. Ma per scrivere, per editare quelle “povere” cose che sono i libri, che terremoto dentro! E perché si alzino un pochino rispetto alla media, invece di abbassarsi, che montagne bisogna scalare e in quali abissi scendere! Non vengono al mondo così tranquillamente, no. Sconvolgono chi li concepisce e realizza, in tutte le sue fibre. E’ come per i vulcani: fuori, da lontano, si vede solo un pennacchio di fumo; ma dentro ribolle la lava.
28 Ottobre 2010 alle 5:58 am
La “fede” non fa altro che chiudere simbolicamente,- e arbitrariamente, quello che è rimasto aperto per la ragione: la parte di questo mondo, di natura, che per la nostra conformazione limitata non possiamo conoscere.
Quest’oggi ho riposto la fede nell’amicizia stellare.
NB: il “prossimo” in senso giudaico è il compagno di fede.
3 Novembre 2010 alle 12:15 pm
Ciao Isabela, passavo di qui e … non ti ho resistito. C’è un tipo di fede che si occupa del credere non del che cosa. È del tipo che non chiude, apre e libera.
@16: Ciao HMSX, A volte un libro è come un bicchier di vino, con tutti i pregi e i rischi connessi. Compresi la delizia, la grande intuizione, l’avvelenamento, la via dell’alcolismo…