Gio, 12 Ago 2010
Questa volta ci siamo. Il più volte annunciato passaggio ad una nuova versione del sito della Stella sta per avvenire. Il nostro grande Webmaster, il misterioso e onnipresente Pierinux, assicura che entro il mese di tinapec sarà tutto risolto. Si tratta di lasciare che si stabilizzino i mocioti mentre il server cerpeta le savrice, cosa da poco. Grazie per l’attesa paziente.
Nel frattempo vi annuncio un’altra novità, della serie “fatti non chiacchiere”: a risposta del post precedente su Sesso, zen e paideia, gli organizzatori mi hanno fatto pervenire il programma dei prossimi sesshin a Rovofiorito, trovate tutto qui.
Buon proseguimento di estate.
15 Commenti a “Oltre la grande acqua”
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13 Agosto 2010 alle 5:26 pm
Ergo: ad maiora!
13 Agosto 2010 alle 5:55 pm
Attenzione, però. Mi dicono che il mese di tinapec (ovviamente del calendario taritoa) ha 84.000 giorni …
13 Agosto 2010 alle 7:18 pm
Ad maxima, allora 🙂
14 Agosto 2010 alle 12:58 pm
Mym, ma che lingua parlate tu e Pierino?
14 Agosto 2010 alle 5:39 pm
Noi geeks? Lo slang del weeeeeb! 😯
14 Agosto 2010 alle 9:33 pm
Ah ecco, siete gechi e tra voi vi capite così… Complimenti!
15 Agosto 2010 alle 1:05 am
suvvia, non esageriamo, ho gia’ detto che nel corso dei prossimi 2 o 3 kalpa sarà fatto tutto
16 Agosto 2010 alle 5:55 pm
Complimenti maestrina! Specie per l’inesperienza.^^
Ogni processo di rappresentazione ha bisogno di un mezzo materiale e l’informatica non sfugge a questa condizione. Tuttavia, per quanto potenti siano i calcolatori, allo stato dell’arte nessuno di essi è capace di riconoscere un volto o di interpretare una frase più rapidamente di un umano.
PS: e se il logos non fosse in grado di autofondarsi in assoluto ma soltanto in una situazione di dialogo? In tal caso non occorrerebbe che i presupposti del dialogo siano in sé razionali basterebbe che siano accettati dai dialoganti. Ma del logos è meglio non dire, è off topic.
Buon proseguimento d’estate.
16 Agosto 2010 alle 9:06 pm
Interessante. A mio parere basterebbe comunque, anche se i dialoganti non accettassero. A ‘sto mondo basta parlare e sembra che tutto funzioni. Sembra.
Bentornato
Ciao
y
19 Agosto 2010 alle 12:00 am
L’infelicità non è altro che l’insufficienza dello Spirito incapace di far essere le cose così come vuole che siano.
La mente umana può essere paragonata ad un computer ottimale; basta trovare il circuito che resta bloccato nelle operazioni per trovare la soluzione ai problemi, e, la ricerca di nuove mete, segna il passaggio dalla psicologia alla neikosofia mediante la religione.
19 Agosto 2010 alle 5:31 pm
Riguardo all’infelicità sono d’accordo. Interessante sarebbe dare, allora, la definizione del suo opposto.
Sul computer ottimale mi pare che l’espressione “basta trovare” sia riduttiva (trovare in quei casi non è per nulla facile, anzi). Poi proporsi (o offrire) nuove mete ha un suo limite naturale: “la livella”, il cui problema principale è il pensiero della medesima.
20 Agosto 2010 alle 9:10 am
Ho sostituito la tradizionale ‘critica della ragione’ (e tutto il corollario di vecchie ninne nanne) con una ‘critica dei nervi’. La nevrosi, che nella visione classica impedisce il godimento, assicura quel godimento che essa stesso nel frattempo è diventata: il blocco davanti alla cosa in sé ovvero l’inibizione nevrotica rivolta a ciò che potrebbe distruggerci solo se la si guardasse a fondo. La reazione idealistica contro la “realtà” è la malattia mondiale per cui la vede, attraverso se stessa, come sana. Ciò che colpisce in piccolo come malattia, in grande è pacificamente accettato. Non c’è ormai maggiore felicità che la felicità di non essere felici.
PS: quando si è trovata la neikosofia non si deve più cercare. Cerchino gli altri.
NB: per la ‘livella’ è troppo presto.^^
20 Agosto 2010 alle 9:59 pm
La manipolazione continua della grammatica, vero status del un linguaggio ermetico-neikosofico, impedisce a ‘coloro-che-non-sono-del giro’ di comprenderlo chiaramente mantenendo così protetto ciò che si afferma ad appannaggio esclusivo degli iniziati che formano un gruppo chiuso.
Il vantaggio è tutto dello spettatore.
PS: credo che le risposte rendano saggi, ma le domande rendano umani.^^
21 Agosto 2010 alle 9:01 am
L’arte lucibernetica non ha come fine il ‘ritorno al reale’ in termini classici ma in termini nuovi. Mira, cioè, a creare la gioia e la condizione profonda di una realtà futuribile che occorre costruire.
L’errore è solo una strategia obliqua. Quando si commette un errore c’è una ragione sconosciuta alla parte più razionale della mente. Allora occorre creare da lì. E’ un punto di vista rivoluzionario perché ci dice che l’errore lo puoi guardare come oggetto e rifletterci sopra; puoi decidere se ripeterlo oppure lottarci contro, è un evento creato da se stessi: un atomo, una molecola, che adesso c’è. Un “inizio in sé”.
23 Agosto 2010 alle 1:00 am
Per principio e per funzione la rappresentazione è riduttiva. Corollario: la rappresentazione assoluta che garantisce l’identità totale fra il rappresentante e il rappresentato è impossibile. Prendendo un oggetto per un altro niente ci garantisce di aver eliminato una di fferenza nascosta: la mia personale
infinitudine. La sola rappresentazione assoluta di un oggetto è l’oggetto medesimo.
TI ADO