Dom, 13 Dic 2009
All’inizio di novembre Jiso è stato nominato Direttore del Centro Europeo del Soto Zen, con sede a Parigi. In quell’occasione abbiamo pensato di comporre assieme un’analisi della situazione attuale del buddismo zen in Europa, un testo, dal titolo Quale buddhismo.
Perché. Per chi. Una proposta europea che costituisca una base di partenza non solo per il suo lavoro di coordinamento e di proposta ma per chiunque ne ritenga -in tutto o in parte- valide le visuali e le conclusioni. Mi scuso per la lunghezza del testo (che trovate qui in formato pdf ): si tratta di 5 cartelle e mezza, a spaziatura singola, ma dato il tema non è stato possibile essere ancora più stringati.
21 Commenti a “Quale buddismo? Per chi?”
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14 Dicembre 2009 alle 9:31 pm
Sono d’accordo quasi su tutto, tranne su “and zen”.
15 Dicembre 2009 alle 12:25 pm
Be’, per non essere seriosi ad ogni costo una parte all’intrattenimento leggero ogni tanto ci può pure stare, no?
15 Dicembre 2009 alle 1:20 pm
ohssì… è il resto che non ci può stare
😀
15 Dicembre 2009 alle 1:29 pm
Allora dovrò togliere il riferimento al sesso …
15 Dicembre 2009 alle 1:51 pm
ci arrivo sempre in ritardo, sgrunt…
🙁
15 Dicembre 2009 alle 11:28 pm
Esco dalle mie nebbie lisergiche(preso come sono dalla farsa dell’esame per abilitazione)e scrivo senza disposizione mentale(insomma non letto un bel niente).L’ostensione della vagina, come immagine corrente, ne rivela il segreto e la sputtana.Le prestazioni ginniche degli amanti hanno lo scopo di abolire la madre e codificare il figlio come un incidente erotico che non meritava attenzione.La pornografia è lo sbarazzarsi infastidito di ciò che copre ancora le pudende e gli atti inerenti come un paio di vecchie brache.Si apre la via per una nuova castità che non costerà rinuncia e martirio ma sarà spontanea come il profumo di un fiore o l’aria che si respira.Lo sfrontato principio di vita non troverà più la bruciante materia prima.
PS.Ho il karma della tartaruga, sosto ancora nella tana del buddha..
16 Dicembre 2009 alle 11:06 am
@JF
Parigi val bene un sesshin.
16 Dicembre 2009 alle 3:27 pm
a dr
Semmai, un sesshin val bene Parigi.
Ma poi, un sesshin non è una messa, io non sono Enrico IV né un convertito per l’occasione che occasione non è. Au contraire, si tratterebbe di convertire Parigi….
16 Dicembre 2009 alle 7:33 pm
>Au contraire, si tratterebbe di convertire Parigi….
è vero, la nouvelle cuisine grida vendetta davanti a Dio
16 Dicembre 2009 alle 7:50 pm
Ma non riuscite a star seri un momento? Mannaggia, qua si tratta di RE LI GIO NE!
16 Dicembre 2009 alle 9:24 pm
– Appunto.I sistemi religiosi costituiscono una sorta di metafisica popolare destinata a comunicare Dio al popolo(un pubblico vastissimo).Se la natura popolare di tutte le religioni è un limite insuperabile e Dio per i pastosi sentimenti della gente non significa nulla(o al massimo ‘parigismo’),come si fa a comunicare la verità senza l’abuso religioso?Adieu mon ami(si fa per dire).PS.Sono sconvolto dal grande insuccesso..
17 Dicembre 2009 alle 11:18 am
Non penso vi sia una verità da comunicare. Al più, per chi ama quel tipo di cose, potrebbe esservi una verità da cercare. Mi spiace per il grande insuccesso. Dalle “mie” parti si dice “a golpes se echen los hombres”, quindi, in quel senso puoi considerarti fortunato, almeno come hombre.
17 Dicembre 2009 alle 3:00 pm
Anche a me spiace per il grande insuccesso, di qualsiasi cosa si tratti. Spesso però un grande successo è ben peggio.
Comunque, che c’entrano Dio, il popolo e la verità con la RE LI GIO NE? E poi (10), io sono SERISSIMO…
17 Dicembre 2009 alle 3:54 pm
anch’io!
18 Dicembre 2009 alle 12:52 am
Rifletto sul grande insuccesso.E’ così:forze soprannaturali mi sono contro.Se i divulgatori di religioni non possono che esprimere la verità sensu allegorico per il tramite del veicolo mitico spetta alla filosofia comunicarla sensu proprio per via immediata. Secondo il concetto la verità è unica ed eterna.Quando conoscere la verità diventa un pericolo mortale il meno che si possa fare è comunicarla agli altri.Se lo stato di diritto ci difende dallo stato di natura chi ci difende dalla società?La metafisica non è altro che la politica di una mente più accorta.
PS.Agli spiritualisti dico:se non volete leggere le tracce di diritto penale sessione 2009 di ieri(16.12.09)guardate blob di oggi (17.12.09).Giusto per comunicare la CO MU NI CA ZIO NE.
PS.Dalle “mie” parti si dice “My love is a revolver!Do you wanna die happy?”.
18 Dicembre 2009 alle 11:30 pm
Siccome vengo da una infernale maratona di tre giorni questa argomentazione non vuole essere un pezzo di bravura.Premesso che senza una seria riflessione sulla musica rock non si può parlare di etica, secondo la cosmologia buddhista il mondo NON è la mia rappresentazione. Da amateur dissento in toto sulla ‘Proposta europea’.Le spiegazioni mistiche sono superficiali e rivendico il primato della teologia. Tuttavia resto un antiagostiniano: la verità sopravviene all’individuo come un incidente, dal di fuori per cui è l’idea del visibile che alletta, non ciò che si vede.L’appello terapeutico è mendace.Gli occidentali non hanno mai sentito parlare di una salute che passa attraverso la rinuncia ad essa.L’esistenza del medico attesta che c’è qualcosa per cui la società gli sfugge, e soprattutto sfugge al suo naturale rappresentante, il politico.La politica introietta la malattia, e quindi il medico, nell’ordine di sua pertinenza.La salute diventa un fatto politico e il medico politico a sua volta.Oggi se la ‘società’ ti cura stai fresco.(N in illo tempore come se l’avesse previsto indico un’altra via:naufragare nella malattia).
P.S. Capite?Io posso conoscere tutto,ma proprio non voglio. Al silenzio preferisco i LIT FI BA – Apapaia – (pleasure listening).Della serie ‘critica’ ai nervi di mym..
NB.Je ne recherches pas le temps..
18 Dicembre 2009 alle 11:58 pm
Insomma dire che la salute è verità è roba da medici.
Hasta siempre.
20 Dicembre 2009 alle 1:00 am
@ homosex
Leggere i tuoi commenti è fantastico.Mi sento leggera e sicura nella fortezza delle tue parole anche se non le capisco.Visto come scrivi sono fiduciosa sull’esito fausto del tuo esame.Ciao.
20 Dicembre 2009 alle 5:30 pm
Oooooh! Sono proprio contento. Finalmente qualcuno che non solo apprezza ma (addirittura!) si trova leggera e sicura nella prosa di Homosex. Mi ero scervellato, avevo chiesto aiuto ai pezzi da novanta per scrivergli due righe a tono. Ma nessuno era in grado neppure di rilevarlo, il tono. Ed ora Isabela. Grazie. E un “in bocca al lupo” a H. Che il grande insuccesso fosse “solo” percepito?
21 Dicembre 2009 alle 8:58 am
Leggero leggero forse no, ma apprezzo anch’io.
😉
21 Dicembre 2009 alle 4:11 pm
Io non so se apprezzo, perché troppo mi sfugge, ma due notazioni le faccio.
Prima, le spiegazioni mistiche non possono essere superficiali (né profonde) perché non sono spiegazioni, nel senso che non sono esaurienti: c’è sempre un resto. Il passaggio mistico (la porta stretta?) è lì, in quel resto.
Seconda, non è vero che gli occidentali non hanno mai sentito parlare di una salute che passa attraverso la rinuncia ad essa: vedi Paolo di Tarso e/o Francesco di Assisi, per fare solo due casi lontani nel tempo e nel linguaggio.
Con l’aggiunta che se al posto del silenzio ci fossero davvero sempre i Liftiba, forse anche homosex preferirebbe il silenzio.