Ven, 26 Giu 2009
Nulla devi essere, nulla volere
Uomo, se ancora qualcosa sei, sai, ami e possiedi,
Credimi, dal tuo carico libero non sei ancora. (I, 24)
Uomo, se ancora qualcosa sei, sai, ami e possiedi,
Credimi, dal tuo carico libero non sei ancora. (I, 24)
Il qualcosa si deve abbandonare
Finché ami qualcosa, uomo, non ami nulla:
Dio non è questo e quello, perciò lascia il qualcosa. (I, 44)
Il non potere che può
Chi nulla brama, né ha, né sa, nulla ama e vuole,
Ancor sempre molto ha, molto sa, molto brama e vuole. (I, 45)
Come si vede Dio?
Dio abita in una luce cui strada non conduce:
Chi luce non diventa, non lo vede in eterno. (I, 72)
Angelo Silesius, Il pellegrino cherubico
18 Commenti a “Koan cherubici”
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26 Giugno 2009 alle 8:07 pm
Caro “pellegrino cherubico”, facile fare questi giochetti a partire dal Dio trascendente. Però ha tutto un altro spessore farne con un Dio di carne, un orrore crocifisso. Ad esempio: “Il Padre appare colui contro il quale Gesù bestemmia, tanto che non si dà via di scampo: bisogna scegliere tra il credere a Gesù o il ritenerlo il vertice dell’empietà (…). Se Gesù ha bestemmiato, il Padre deve manifestarsi come giudice, e poiché tutto prosegue in modo coerente fino alla fine – la crocifissione, gli insulti, le bestemmie contro il Cristo – dobbiamo ritenere che Gesù è il bestemmiatore e il Padre è il giustiziere…” (Don Giuseppe Dossetti, Pasqua 1977)
26 Giugno 2009 alle 8:30 pm
Non sottovaluterei, anche nel senso della resa pratica, il: “Chi luce non diventa…”
26 Giugno 2009 alle 8:48 pm
La differenza tra un credente e uno come me è che io non mi pongo più certi problemi,
eppure c’è luce nei miei pensieri,e,malgrado nell “ambient intimancy” si inventino parole rimpiango la luce, la luce del sole.(2 bad).
27 Giugno 2009 alle 1:39 am
Il buddismo è oltre la storia perché sofferenza e dolore sono di origine metafisica cioè trovano la loro origine ultima in un impulso cieco, senza alcun fine. L’errore non è che una sorta di egoismo ontologico, un solipsismo etico scaturente da un naturale quanto illusorio solipsismo conoscitivo, quell’antagonismo che la nostra coscienza empirica (prestrutturata alla frammentazione) scava tra me e l’altro.
27 Giugno 2009 alle 5:38 pm
(a mym) beh noi siamo GIA’ luce, a tutti i livelli: fisico, psichico… effetti percepiti di una vibrazione.
27 Giugno 2009 alle 5:41 pm
Già, ma lì si parla di diventare.
27 Giugno 2009 alle 5:43 pm
appunto: diventare sempre di più luce… fino a svanire. come fece il Risorto, un flash di luce (cfr. Sindone)
27 Giugno 2009 alle 5:46 pm
Dove ci si segna? Io comincerei subito
27 Giugno 2009 alle 6:57 pm
Il Benedetto (da non confondere con il Beato) direbbe che “ci si segna” con il battesimo. E conseguente vita di chiesa. Però non chiedere a me, ché son fuori dal giro.
27 Giugno 2009 alle 7:01 pm
Se sei fuori dal giro un motivo ce l’avrai: quella roba lì del Risorto, i flash di luce ecc. non mi sembra altrettanto serio del proporre di “diventare” luce da parte di Silesius. Che, si presume, parlava per esperienza, non per dottrina.
27 Giugno 2009 alle 7:50 pm
In verità credo che niente diventi e tutto sia una distruzione continuata.Cioè per assimilare le fondamentali intuizioni della religiosità orientale bisogna approcciarsi con una mentalità filosofica transculturale.Insomma dico basta alla bimillenaria missione della Chiesa di evangelizzare l’India e la Cina.Semmai è la saggezza indiana che rifluisce verso l’Europa,per produrre una trasformazione radicale della nostro sistema-pensiero.
27 Giugno 2009 alle 8:00 pm
Penso che sarà maggiormente la Cina ad avere questo ruolo. In Occidente ciò che conta sono “il conto in banca” e i cinesi ce l’hanno più grosso, e poi il numero di baionette: per cui toccherà a loro dominare il mondo, diverremo una provincia, come l’ex Tibet…
27 Giugno 2009 alle 8:06 pm
(un po’ a tutti e nessuno) Alla fine aveva ragione il Qohèlet: “Il saggio ha gli occhi in fronte, mentre lo stolto cammina nel buio [non-luce]. Eppure io so che a tutti e due è riservata la stessa sorte”.
28 Giugno 2009 alle 6:57 pm
Sì,ma c’è chi non si vuole reincarnare..Il Tibet è un unicum:50 anni di storia non violenta(scusate se è poco).Credo che i lama tibetani abbiano tutti i numeri per diventare la massima autorità spirituale del mondo.In fin dei conti abitano sulle montagne più alte..Come si spiega la mentalità colonialista della Cina tipicamente occidentale?E’ sbagliato ritenere che il concetto di dirito umano sia estraneo alla cultura asiatica;essa tende alla liberazione individuale.
28 Giugno 2009 alle 7:47 pm
È vero, il contrasto tra “non diritti” e “liberazione individuale” sembra assurdo ma è reale. In tutti i Paesi in cui la liberazione individuale ha grande importanza i diritti (quelli che noi chiamiamo così) sono scarsi. Anche in Tibet la situazione, da questo punto di vista non era migliore. La Cina è un animale a sé, l’obiettivo è il gruppo, il più ampio possibile. Tutto è subordinato al successo del collettivo, anche i diritti, anche la liberazione individuale. Se non in campo daoista. Ma qui la faccenda si complica.
28 Giugno 2009 alle 8:30 pm
Vedi anche ciò che succede in questi giorni in Iran.
11 Luglio 2009 alle 11:48 am
mmmmhhh…si parte dalla metafisica e si arriva alla politica….potenza dei pensieri?
11 Luglio 2009 alle 12:50 pm
Sì, in effetti -anche se non è sua abitudine- Homosex la butta in politica ed io lo seguo. Poi esce l’Iran, ma forse troppo random (ex abruptu? Alla c.d.c.?) per essere seguito.