Lun, 22 Giu 2009
D
alla newsletter settimanale di Santacittarama:
Un cavallo ben addestrato
non ha bisogno di freno.
Rari sono gli esseri a cui
per moderazione e disciplina
non serve ammonimento.
E’ possibile avere troppa moderazione? Dipende da come intendiamo la
moderazione. Direi che è certamente possibile averne una forma
sbagliata: per esempio, quando nel frenarsi da una vistosa avidità si
è motivati solo dal voler apparire migliori degli altri. La
moderazione è una di quelle parole, insieme a frugalità e disciplina,
che si sente raramente usare negli ultimi decenni, se non in senso
peggiorativo. E’ un peccato. In queste parole sono cifrati dei
principi senza tempo, degni di investigazione. Quando abbiamo una vera
moderazione, noi cerchiamo con naturalezza la ‘giusta quantità’ di
cose. Comprendiamo la differenza tra accontentarsi del
‘sufficientemente buono’ e essere troppo pigri per eccellere. Quando
abbiamo vera disciplina, restiamo naturalmente focalizzati sul nostro
compito imminente senza compromettere la nostra sensibilità. Una
persona abile nella retta disciplina può dire di no a se stessa (o ad
altri), non per il giudizio che si fa di come le cose dovrebbero
essere, ma perché ha cura.
Con Metta
Bhikkhu Munindo
(Ringraziamenti a Chandra per la traduzione)
2 Commenti a “Di altri animali”
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25 Giugno 2009 alle 11:56 am
Mi ha colpito l’ ultima frase per il contesto in cui è stato inserito “l’avere cura”.
Espressione che esprime dolcezza, forse perchè è solitamente legata alla cura dei figli, assume in questo caso,per me naturalmente, un significato molto particolare. E’ quasi come vedere l'”attenzione” da un’angolatura diversa, più dolce appunto..
Tanto importante da diventare quasi una discriminante per alcune ( o tutte ?) decisioni…
Magari chi ha scritto voleva intendere tutt’altra cosa, ma tant’è…
25 Giugno 2009 alle 5:44 pm
Dire “no” è una delle cose più difficili e importanti. Con i figli, il coniuge, a scuola. Molti dicono sempre sì (finendo per deludere) proprio per non affrontare la difficoltà del no. D’altro canto vi sono momenti in cui sta a noi dire no. Se lo facciamo quando abbiamo cura (di un figlio, di uno studente) sarà un atto buono anche per chi quel no deve accettare. Imparare ad accettare il no è una crescita indispensabile sulla via dell’adulto.