Mar, 9 Giu 2009
Alcuni giorni or sono, in questo post, per la penna di dhr abbiamo pubblicato una scheda relativa al testo del gesuita Pietro Schiavone dal titolo Il discernimento. Teoria e prassi. Ora l’Autore ci invia una gentile ed articolata lettera di precisazioni che volentieri vi offriamo qui di seguito
Ho letto sul vostro sito la scheda di dhr, “… questa volta non propriamente benevola- a proposito di un libro inusuale”, avete precisato voi stessi.
Sono l’autore del libro in causa.
Con ogni rispetto per le opinioni di chi ha elaborato la scheda, mi permetto di fare presente che
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secondo L. Boros “non pochi pensatori cristiani hanno elaborato criteri di discernimento, ma Ignazio sta al «vertice di questi tentativi». È anche il giudizio di Ducoq- Floristan, autori dell’editoriale del numero che, negli anni Settanta, Concilium ha dedicato al discernimento: «Grande maestro classico del discernimento», il santo di Loyola ne ha parlato «in una maniera tipica e particolare». La sua «originalità», completa François Roustang, sta nel fatto che egli «ha condensato in un corpo di dottrina e riassunto in un metodo coerente tutti gli elementi della tradizione precedente. Si possono, senza dubbio, ritrovare altrove molte parti dell’edificio, ma la connessione tra le parti è sua» (testi riportati con le dovute citazioni a p. 24 de Il discernimento);
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nello studio, ho inteso mettere a fuoco che quello del discernimento è tema ricorrente, oltre che nella Bibbia, in tutte le correnti di spiritualità;
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il Presidente della Federazione degli Esercizi Spirituali in Italia, Em. Rev.ma Card. Salvatore De Giorgi, nella Prefazione, p. 7, e il docente di discernimento nella Gregoriana, P. José Adolfo González, nell’Introduzione, p. 12, hanno dimostrato di apprezzare quanto il dhr ha evidenziato come elemento negativo. Riporto l’affermazione del González: “… sono ricorrenti i riferimenti al Magistero, anche dei nostri giorni, ad alcuni teologi contemporanei, che hanno trattato del discernimento orante e teologico, ai padri del monachesimo dei primi secoli della Chiesa, ai grandi Dottori e ai Mistici della storia della spiritualità, ma [l’Autore] riserva particolare spazio agli Esercizi Spirituali di Ignazio di Loyola”.
Il Card. De Giorgi, da parte sua, ha voluto ribadire: “Nello studio, come si legge nella Presentazione di José Adolfo González s.i., docente della Pontificia Università Gregoriana, l’Autore attinge ‘ai padri del monachesimo dei primi secoli della Chiesa, ai grandi Dottori e ai Mistici della storia della spiritualità’ ”;
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lo studio si articola in cinque parti: presupposti, mezzi, condizioni, regole, metodi e ancora P. González della Gregoriana ha dimostrato di apprezzare, in modo tutto particolare proprio quello che il mio “censore” non ha trovato di suo gusto, tanto che, alle pp. 12-13, ha scritto: “Il magistrale commento delle Regole del discernimento degli spiriti (Esercizi [313-336]), in particolare, riempiono un vuoto che si riscontra in vari manuali di Teologia spirituale”. E ha continuato: “Con un bene articolato e approfondito lavoro, grazie alle appropriate citazioni, alle note illuminatrici e alle necessarie spiegazioni di ordine anche dogmatico e pastorale, l’Autore ci conduce, anzi, per mano a conseguire una personale assimilazione dell’arte del discernimento spirituale per una conseguente applicazione nel nostro mondo”;
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ho elaborato questo commento attingendo ad autori, che hanno preceduto e seguito Ignazio, sia per collocare il Santo sulla scia della tradizione, sia per arricchire e/o confermare le sue intuizioni;
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l’attenzione ai documenti del magistero, infine, dovrebbe (nelle mie intenzioni) portare a constatare la validità, l’attualità e l’applicabilità del metodo ignaziano.
Non pretendo, ovviamente, di essere stato esauriente, tanto meno infallibile. Oso, tuttavia, ritenere di avere offerto un, sia pure modesto, contributo al problema del discernimento, se P. González, avviandosi alla conclusione della Presentazione, a p. 13, ha annotato): “Questo pregevole testo può, inoltre, essere punto di riferimento per coloro che scoprono negli Esercizi ignaziani un metodo di evangelizzazione in un mondo globalizzato e relativistico, ma ricco di promesse e di valori, di desiderio di scoprire la Verità, vivere nella speranza e realizzare l’incontro con il Dio che continua a chiamare e ad attrarre (cfr. Gv 6,45).
Chi, infine, desidera avere a portata di mano un testo sul tema del discernimento sarà grato al p. Schiavone per questo contributo.
Anche noi che abbiamo vari anni di ministero presbiterale, apostolico e teologico possiamo trovarvi un apprezzabile strumento di consultazione e di cultura spirituale”.
Un’annotazione che consente di presentare un’ultima, ma non secondaria, precisazione. Non tutti i libri sono per tutti. Tanto meno per chi, in materia di discernimento, pensa di avere a portata di mano ricette belle e pronte per la soluzione di tutti e singoli i casi che pone la vita.
La conclusione di P. González, che anche il Card. De Giorgi (p.8) ha fatto sua: “Per queste ragioni, mi permetterei di sognare la diffusione del libro anche in altre lingue”.
Chiedo scusa se mi sono rifatto al Card. De Giorgi e al P. González. È anche perché sia l’uno che l’altro hanno esaminato tutto il lavoro.
Penso, si possa dare per scontata la loro serietà e autorevolezza.
Che se qualcuno desidera leggere le regole sul discernimento senza commento alcuno potrà trovarle nel libretto degli Esercizi Spirituali a partire dal numero 313. E può anche, come suggerisce il Signor dhr, “tornare ad Antonio Rosmini con le sue Massime di perfezione cristiana del 1826-1830”.
Mi auguro che nel sito trovino spazio anche queste rispettose precisazioni: i visitatori potranno così avere ulteriori elementi di giudizio.
Rispettosi saluti per tutti voi, dhr incluso, e per i lettori.
Resto in attesa di vostro gentile riscontro.
Grazie
Via degli Astalli 16
00186 Roma
6 Commenti a “Garbate precisazioni”
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9 Giugno 2009 alle 11:35 am
Farei firma per avere un intervento dell’autore ogni volta che
recensisco un libro. dhr
9 Giugno 2009 alle 10:50 pm
Non ho capito se la ragione di queste precisazioni dipendano più dalla ‘cattiveria’ di dhr ovvero dalla vanità del gentile Autore tamt’è:io lodo il critico per questo piccolo ‘terremoto’.A questo punto proporrei di recensire un libro sulla historia diabolica della Chiesa di un altro Autore (magari vivente).
10 Giugno 2009 alle 10:20 am
L’autore di un testo, di un libro un articolo, spesso compie l’errore di supporre (o addirittura di volere) che le sue parole vengano lette secondo l’angolatura dalla quale lui le ha viste nello scriverle, un’angolatura spesso condivisa (e questo da forza all’idea di oggettività…) da chi con quell’autore condivide esperienze, ruoli, formazione. Ma ogni testo una volta licenziato ha vita propria, diversa per ogni lettore. A questo punto, a volte, gli autori chiedono che la vita di quel testo continui ad essere secondo il loro respiro. Vi è un esempio qui di questa evenienza.
Quel tal libro, perché non lo recensisci tu?
10 Giugno 2009 alle 10:25 am
Non volevo dirlo… ma se mi rubate le parole di bocca!
😉
10 Giugno 2009 alle 7:30 pm
Mi spiace amici ma ho perso l’appunto dove avevo segnato quel tal libro e poi gli esperti di cose religiose siete voi…
12 Giugno 2009 alle 3:53 pm
Perdonate se non rispetto il protocollo: Opus Diaboli di Deschner Karlheinz, ed. Liberilibri, 2003.