da ZEUS Newswww.zeusnews.it – 12-07-2006

Con la campagna “Politiche di austerità”, un gruppo di hacker scrive una lettera aperta a Prodi e invita tutti a firmare.

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L’associazione Hackaserta ha aperto una raccolta di firme, per inviare una lettera aperta al presidente del consiglio.Oggetto della missiva, sollecitare il governo a considerare le licenze software come spesa da tagliare, incentivando l’adozione di software libero nella pubblica amministrazione.

“La preoccupante situazione dei conti pubblici ci fa presagire la necessità di dover affrontare sacrifici per il bene del Paese,” recita la lettera. “E noi, fiduciosi nei nostri amministratori, speriamo che ci guideranno competentemente nel recupero del disavanzo primario“.

Prima che a blocchi delle assunzioni, a tagli in settori già gravemente compromessi quali la sanità, l’istruzione, la ricerca, occorre però considerare quanto si spende in licenze software.

“Come in una famiglia,” sostengono quelli di Hackaserta, “quando si decide di fare dei sacrifici, si comincia sempre tagliando prima le spese superflue.

Magari non tutte le licenze saranno superflue, magari ci sarà da spendere in formazione, ma le cifre sono impressionanti. Nell’anno 2004, solo nelle amministrazioni centrali, sono stati spesi, in software applicativo, 483,801 Milioni di Euro.

A questi vanno aggiunti i soldi spesi per le licenze di base (i sistemi operativi dei PC). Poi ci sono enti locali, scuole, università, enti di ricerca, e tutte le realtà finanziate da enti pubblici. Solo il Comune di Milano, in licenze Microsoft, destina circa trecentomila euro ogni anno.

Numeri da mal di testa, sicuramente sufficienti per articolare una manovra finanziaria con i controfiocchi.

Come ZeusNews sostiene da tempo, un’operazione del genere rappresenterebbe un grande motore per lo sviluppo, finanziando micro-imprese locali, impegnate in manutenzione e formazione per l’uso del software libero, invece di accrescere i profitti di imprese multinazionali che non saranno spesi nel nostro paese.

Non sarebbe un salto nel buio, perché altri paesi hanno intrapreso questa strada, come Germania, Venezuela, Brasile, Cina. E i risultati sono lì, a portata di mano.

Esistono alternative gratuite, altrettanto valide,” conclude la lettera, “e data la situazione economica del paese sarebbe grave non tenerne conto“.

Ancora pochi giorni per firmare la lettera, poi il 20 luglio, a Roma, alle 18.00, ci sarà la spedizione, accompagnata da una piccola e festosa cerimonia pubblica.