Lun, 1 Dic 2008
La Santa Sede boccia il progetto di una depenalizzazione universale dell’omosessualità. Un’iniziativa presa dalla presidenza di turno francese dell’Unione europea e accolta da tutti i 27 Paesi della Ue. Dichiara mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite: “L’Onu non deve depenalizzare l’omosessualità come richiesto dalla Francia, ciò porterebbe a nuove discriminazioni in quanto gli Stati che non riconoscono le unioni gay verranno messi alla gogna”. E padre Federico Lombardi aggiunge: “Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di Paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni”.
Vi sono nove Paesi in cui vi è la pena di morte per il “reato” di omosessualità, altri nove nei quali si rischia l’ergastolo, una miriade (e non solo Paesi islamici, ecco la mappa completa) dove si rischiano da svariati anni di carcere alla fustigazione.
Complimenti alla “Santa” Sede
Povero Cristo, in che mani sei finito.
PS: ringrazio l’autore della vignetta: non trovo più il sito da cui l’ho tratta
72 Commenti a “Da non crederci”
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2 Dicembre 2008 alle 10:15 am
Personalmente non sono mai andato in corteo a gridare a favore dei diritti degli omosessuali, ma la “giustificazione” del Vaticano è (a essere gentili) veramente grottesca. Dicano chiaro e tondo: “A noi quelli lì fanno schifo e orrore”. Sarà poco aulico e curiale, ma almeno si assumerebbero pubblicamente la responsabilità delle proprie idee. Invece hanno preferito un atteggiamento da politicanti buzzurri, da borgatari che si schermano dietro un “che? no, io? maddài, maddeché”. Visto che ritengono di avere la Verità in tasca, si dimostrino all’altezza di questa loro altissima presunzione (nel senso dell’inglese presumption).
4 Dicembre 2008 alle 9:26 am
Sono assolutamente daccordo con l’operato del Vaticano. Mi meraviglia, anzi, questa impostazione “progressista” del sito.
4 Dicembre 2008 alle 11:26 am
Caro Marcello, grazie per il suo mail. Sono lieto che lei sia assolutamente d’accordo con l’operato del Vaticano: finalmente ce lo potrà spiegare, visto che sino ad ora non mostra alcun senso religioso visibile. Grazie anche per l’aggettivo “progressista” che lei attribuisce all’impostazione del sito, non me ne ero accorto e perciò ne sono ancor più lieto. Pensavo che la difesa dei discriminati fosse un’impostazione religiosa tout court. Un saluto
4 Dicembre 2008 alle 5:18 pm
Sono stufo delle censure e della ipocrisie vaticane. L’omosessualità non è una deviazione, un sintomo, una malattia; l’omosessualità è un effetto del discorso della Legge.Dopo una millenaria tolleranza, la Chiesa prese a reprimere l’omosessualità utilizzando l’argomento che vede nel rapporto omosessuale un rapporto contro natura.Dunque l’omosessualità è contro-legge perchè e contro-natura.La credibilità della legge è infatti proporzionata alla sua capacità di con-fondere i nomi con le cose;l’efficacia dei suoi nomi è nella loro capacità di assorbire completamente le cose in modo che l’ordine legale, l’ordine dei nomi, possa apparire come ordine naturale, come ordine delle cose.Sui manuali di giusnaturalismo del XVIII sec. si considera la schiavitù un diritto.Così come oggi nessun buon cristiano potrebbe accettare la schiavitù mi chiedo se in uno stato laico siano lecite le continue e moleste interferenze del Vaticano nel discorso giuridico.
4 Dicembre 2008 alle 5:37 pm
Grazie Homosex per il suo commento. L’argomento, la sua logica non fanno una grinza. La domanda finale, forse, va posta in termini di rapporto col futuro: saremo mai un Paese (un mondo?) in cui la cosa pubblica è amministrata dai cittadini e quella privata… anche? Consigliati, istruiti anche educati dalle chiese ma amministrati da noi medesimi. Non butterei tutta la croce (si fa per dire, veh!) sul Vaticano. Il mondo laico ci commercia e ci guadagna mica poco. Ad ogni elezione promettere il finanziamento delle scuole private (ovvero: cattoliche) ecc. ecc. rende bei votarelli… Poi bisogna pagare il conto.
4 Dicembre 2008 alle 6:05 pm
Il deja-vou è il conto salato che pago all’infame commercio del sacro con il profano.
4 Dicembre 2008 alle 7:44 pm
Concilio Vaticano II addio, ormai non ne resta altro che qualche briciola; il cattolicesimo ormai da anni è in piena restaurazione e sempre più mostra il suo volto “autentico”: arrogante, ideologico, intollerante… Sentiti auguri a chi vi si riconosce!!!
4 Dicembre 2008 alle 8:48 pm
Forse non ci sbarazzeremo (si fa per dire) del Dio cristiano perchè crediamo troppo alla
grammatica.La grammatica serve per determinare l’indeterminato, su cui è impossibile qualsiasi iscrizione, perchè non è soggetto nè oggetto, e quindi non è rappresentabile su nessuna scena. Una sessualità indeterminata è una sessualità inafferabile dove esplodono le per-versioni, perchè sfugge quel ‘verso’ che la legge ha fissato nella riproduzione della specie, dove si nasconde la riproduzione del medesimo, del figlio ‘fatto a immagine e somiglianza’. Di qui la necessità per la legge di dare ai corpi quell’identità che diviene poi la loro realtà. A questo punto all’omosessuale non resta che la trasgressione che però è un gesto che riguarda il limite, dove il tratto che esso incrocia e spezza si ricompone alle sue spalle come un’onda di poca memoria dietro lo scafo di uin’imbarcazione che l’ha solcata. La trasgressione è la glorificazione del limite e il cristianesimo inchioda l’omosessuale al suo limite. Eppure di trasgressioni si alimentava il sacro prima che, bandito l’o-sceno, nello spettacolo cristiano il corpo fosse usato come supporto di due scene: quella della passione e quella della resurrezione, promessa di un godimento differito, dove un amore spiritulale si alimenterà di quel che in parte avrà perduto
l’erotismo dei corpi.La sessualità non cesserà di essere congiunta alla passione, ma questa
sarà solo il patire di un corpo necessariamente sofferente che, incapace di trasgredire e quindi di accedere al sacro, sosterà il bisognoso di salvezza, alle soglie dei divieti, in attesa del godimento dell’Altro, a cui si sacrifica non più con la trasgressione, ma con la sofferenza attraverso cui soltanto, nella concezione cristiana, può filtrare il godimento. I beati, infatti, lo dice San Tommaso, godono della visione della sofferenza dell’altro, di quelle ‘pene dei dannati’ che costituiscono il godimento celeste.
4 Dicembre 2008 alle 9:24 pm
Be’ una volta li arrostiva direttamente, adesso si limita a non sottoscrivere. E’ già un passo avanti, no? Magari fra qualche secolo…
5 Dicembre 2008 alle 7:15 am
Come sisente il vento delle “sorti magnifiche e progressive” nelle vostre parole, e inoltre che attaccamento al sociale!!!
Povero Buddha…
5 Dicembre 2008 alle 7:24 am
Ci sono dei buddisti che sono cristiani nell’animo …è inutile che si facciano buddisti…sono cristiani!! Dove si vede? In questo attaccamento al sociale…qui in occidente abbiamo sostituito a Dio, lo Stato e dunque tutta questa attenzione allo Stato, a quello che fa a quello che non fa…questo è un’altra forma di monoteismo, un problema con l’autorità…non si riesce a essere semplici, tranquilli….non ci si rende conto che il mondo debba essere vario, che qualche stato abbia la necessità di uccidere, perchè no? Può darsi che quella popolazione abbia delle esigenze diverse. Vogliamo tutto uguale, e poi con quest’aria falsa tipo “volemose bene” alla “we are the world” di Michael Jackson. Che tristezza….
5 Dicembre 2008 alle 7:26 am
Se il Sudan, o l’Arabia hanno bisogno di leggi tremende IO RIESCO AD ACCETTARLO. Voi no?
5 Dicembre 2008 alle 11:27 am
Caro Marcello, si commenticchia, si commenticchia, eh. Grazie. Peccato lei non ci spieghi il senso religioso della posizione sociale del Vaticano visto che la condivide. Grazie anche per le “magnifiche sorti e progressive” (l’ordine delle parole, qui, conta molto) che sente vibrare nel sito. Persona interessante, il Marinetti dico. Mi dispiace, però, abbiate sostituito Dio allo stato e che vi provochi tutti quei problemi, perdita della tranquillità e, Madonna mia!, perfino la necessità di uccidere. Siete messi maluccio lì da voi. Spero le vostre condizioni migliorino presto. Un saluto
PS dimenticavo: proprio perché, purtroppo, occorre accettare che ci siano Paesi con leggi tremende si può chiedere che vengano cambiate. Altrimenti: una bella guerra e via. Accettare però non significa necessariamente pensare che ne “abbiano bisogno” e bona lè. I bisogni si possono ridurre, cambiare, poi, il tempo a volte fa miracoli nelle culture.
5 Dicembre 2008 alle 6:07 pm
Caro Mym, forse sono stato un pò “forte” con itoni. Me ne scuso. Ma mi perdoni, non ne posso più di questo “occidentale” che va in giro a dire agli altri quello che devono fare, quando, sappiamo benissimo che il più bisognoso di cure è proprio l’homo occidentalis. Dovremmo fare autocritica molto severa sul nostro stile di vita che ci appare molto “politically correct”, altro che andare a fare le ramanzine agli altri.
Non so quale sia il senso religioso dell’iniziativa vaticana. Ma personalmente ho indagato a lungo la uestione omo (proprio perchè è continuamente all’attenzione pubblica)e sono arrivato alla conclusione che sia meglio non promuoverla quantomeno.
Una discussione suul’argomento sarebbe lunga.
Per ora mi limito a ringraziarti della chiacchierata. Saluti.
5 Dicembre 2008 alle 6:15 pm
“Ogni morte di uomo mi diminuisce perché io partecipo dell’umanità” recitava J. Donne. Questo atteggiamento di sensibilità e partecipazione nei confronti del dolore altrui, verso l’umana sofferenza, trascende a mio avviso Buddismo e Cristianesimo e li accomuna nel contempo. La passione di Gesù non avrebbe senso, se non fosse motivata da questo senso di com-passione.
Altro è la politica. Quella Vaticana in questo caso. Il grande gioco di Risiko prevede anche delle mosse ‘opportuniste’, non c’è da stupirsi troppo. Il fine giustifica i mezzi.
Però io continuo a non capire la motivazione (“…senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni”) che mi pare suoni risibile in sè, e ancor più considerando tutta la retorica sulla difesa della vita che la stessa Santa sede ha elargito in questi anni. Senza contare millenni di evangelizzazione anche cruenta delle culture ‘pagane’.
Mi piacerebbe che Marcello – l’unico che ha capito, a quanto pare – mi charisse il significato reale di quelle dichiarazioni, di quelle contraddizioni, sia sul piano politico che teologico (trattandosi del Vaticano le due cose devono andare a braccetto). Da ‘spirito laico’ non omologato sono sempre curioso di capire cosa c’è dietro le cose, anche le più sorprendenti.
Certo che si può accettare che in certi paesi si uccida e si torturi! E’ un dato di fatto e come tale non si può che accettarlo. Come si può accettare che dei missionari vengano bolliti nel pentolone o delle suore stuprate e sgozzate. Chi se ne frega. Ma…non c’è un ‘ma’ che riguarda anche me?
5 Dicembre 2008 alle 6:23 pm
Sono arrivato tardi:neanche Marcello capisce il senso dell’iniziativa del Vaticano. Restiamo con la nostra curiosità.
5 Dicembre 2008 alle 7:51 pm
Grazie Marcello, chi anima il sito con i suoi commenti è ben accetto… anche quando non lo è 🙂
Un saluto. mym
5 Dicembre 2008 alle 7:57 pm
Ciao Doc, grazie. Il problema, a mio avviso è proprio quello: se “da religioso” per un calcolo politico (quello del vaticano così mi appare) e per di più proiettato su un ipotetico futuro non vedo il dramma presente, be’, una volta un po’ prosaicamente si diceva. “ciau balle!”. Se poi non di calcolo politico si tratta ma, come suppone dr nel primo commento, è la solita caccia al diverso nei panni dell’omosessuale, è anche peggio.
5 Dicembre 2008 alle 9:11 pm
non è difficile, comprendere il vaticano. Qualoraa passasse un documento del genere, ci sarebbero gli stati “canaglia”, e ci sarebbe una pressione internazionale affinchè gli stati si adeguino agli “standarda”, Sarebbe un veicolo un cavalllo di troia per l’introduzione di norme ultra favorevoli. Signori, siamo in una mente collettiva bruciante. Lo spirito libero non può comprendersi.
6 Dicembre 2008 alle 1:24 am
Se ben capisco, quindi, si tratta del timore che, allentando le pene, l’omosessualità dilaghi e si auto promuova liberamente. Un ulteriore cambiamento in questa direzione è considerato in Vaticano un grave pericolo per la razza umana e merita il sacrificio di importanti principi e valori cristiani (in primis: non uccidere), nonchè di qualche vita.
Parrebbe effettivamente in sintonia con le prese di posizione della S. Sede su staminali, eutanasia,aborto, divorzio ecc.
L’uomo devia dalla retta via e per contro tenta di sostituirsi a Dio per quanto concerne la riproduzione.
E’ una chiave di lettura. Grazie.
Probabilmente non è solo questo: ci sono anche altre opportunità, ad es. mantenere relazioni non conflittuali con i paesi islamici (paura del terrorismo) e via di seguito.
E’ una scelta di conservazione, che si è radicalizzata assai, con quest’ultima puntata. Indipendentemente dalla mia opinione in merito, sarà dura farla digerire ai fedeli.
6 Dicembre 2008 alle 3:13 am
La questione è più facile di quanto appaia; dipende tutto dalla prospettiva etica con cui si giudica il mondo. La mia prospettiva etica è quella dell’arroganza (presumption). Il Vaticano insegna la tolleranza, privilegia la virtù dell’azione spontanea e delle ardite decisioni, promuove l’amore verso il prossimo cioè L’Altro dovrebbe (si fa per dire) provocare un sentimento etico nella coscienza. E allora? Oggi assistiamo a continui scempi, specie nella sfera della Giustizia. Per mescolare un po’ di sacro al profano è di ieri (5.12.08) la notizia che il Quiranale ha secretato gli atti delle procure di Salerno e Cosenza per chiarire il caso De Magistris mentre l’Ue con il beneplacito del Vaticano si è reso connivente (co-responsabile) della violazione dei diritti umani e Bush si è pubblicamente scusato del fatto che un suo errore di valutazione ha causato la morte di 4000 soldati americani. Come obietta legittimamente Marcello:’E allora?’ se la filosofia non può giustificare il pensiero che il prossimo può ben essere impiccato, e che chi pensa così non è un comune delinquente ma un pensatore, allora la filosofia è soltanto un giuoco, e se ne conoscono di migliori. Il punto è capire la funzione politica del Vaticano. E’ presto detto: la Chiesa serve a trascinare il rovinoso passato in un penoso presente verso un perfetto futuro per poi distruggerlo; lo ha sempre fatto fino all’esilarante (si fa sempre per dire) risultato di aver ucciso Dio. Dio è morto e stolto chi ancora si attarda su tali elucubrazioni. Dopo la morte di Dio lo spazio pubblico occupato dalla Chiesa è diventato necessariamente un focolaio di malattie e diavolerie dello spirito perché oggi il Vangelo è un virus alieno e noi umani possiamo solo immaginare una zona informe, densa, cangiante, un enorme nebulosa di pensieri, idee, immagini, prodotte anche dall’inconscio collettivo, che è la Rete (il mondo senza Dio?). La morte di Dio è la condizione perché il Verbo possa rinnovarsi. Abbiamo smarrito l’urgenza di dire attraverso il Verbo, di comunicare un sogno, una prospettiva. La Chiesa, una istituzione che dovrebbe essere un vivaio di anime pure, votate al culto della verità e della bellezza, è diventato un lurido mercato, invaso da ogni sorta di affaristi e sporchi cammellieri. Dove una volta allignava la religiosità non alligna oggi neanche più la serietà.
6 Dicembre 2008 alle 3:47 am
Oggigiorno i giusti confini del lasciar correre, del fingere di non udire, sono stati valicati, sconfinando nell’eccesso, e in economia a furia di chiudere un occhio, e un orecchio, si è arrivati a una decadenza morale che si usa a volte definire “la nebbia nera”. Questa non è tolleranza, ma puro e semplice lassismo. Solo quando si fondono su severe norme e principi morali possono, il lasciar correre e il far finta di non aver inteso, qualificarsi come virtù umane giustappunto come tolleranza; allorché la morale della compassione è crollata, lasciar correre e non udire possono, invece, diventare dei vizi disumani.
6 Dicembre 2008 alle 10:06 am
Uno dei più bei regali del buddismo è la realizzazione che, in quanto mente, creiamo solo convenzioni. Creiamo un mondo umano e lo consideriamo reale e su quello basiamo tutte le nostre elucubrazioni. La realtà è ben diversa dal mondo umano. Quantomeno sconosciuta. Qundi la nostra condizione ideale è quella degli ignoranti. Noi siamo, prima di tutto, degli ignoranti.
Anzi, “il mondo umano”, è proprio il nostro continuo tentativo di mettere a tacere questa ignoranza. L’etica è la più alta invenzione del “mondo umano”. Ma anch’essa si liquefà di fronte all’ignoranza.
Quindi, avere l’etica come bussola della vita, come metro di giudizio, non basta.
Un uomo libero è libero anche dall’etica.
Però viviamo nel mondo umano dove l’etica è il massimo e viene usata per giustificare il nostro muoversi nel mondo e anche per tenere un certo ordine.
Quello che vorrei dire è che queste storie delle petizioni, dichiarazioni, compresa quella della pena di morte, sono cose “da ragazzini”, mi si perdoni il termine, che si auto-ingannano su fatto che abbiano una qualche importanza.
La portata della stupidità dell’uomo, va ben oltre la pena di morte concessa o negata.
Questo per parlare a un certo livello.
Venendo alle cose umane, abbiamo le religioni. Le quali neanche loro sanno bene cos stanno facendo. Semplicemente si limitano a ripetere un disco spesso rotto, di cui non ricordano più come era quando uscì dalla fabbrica. Però c’è in loro il ricordo di una condizione primigenia. C’è il senso del “naturale”. Magari a qualcuno non gliene frega nulla che ci siano due sessi, ma a me si. Vorrà pure dire qualcosa ‘sto fatto, no?
Alla luce di tuto questo discorsone, possiamo dire due cose sul’omosessualità.
Abbiamo tanti omosessuali e tanti lo diverranno (solo ieri che stavo facendo un viaggio, ne ho “intuiti” una ventina), quindi questo è un fatto. Come ci poniamo di fronte a questo fatto? Tollerare, reprimere, quali sono le cause, positivo, negativo, ecc. Tante domande, ognuno e ogni stato, da la sua risposta.
La mia è che, se esiste qualcosa come “il bene” comune, meglio non promuovere l’argomento.
Se fossimo una società più sveglia, come minimo ci domanderemmo perchè certe cose accadono, ma è dura, molto dura….
6 Dicembre 2008 alle 11:12 am
Buongiorno a tutti, sarò via un paio di giorni. Se il dialogo continua, per favore, mantenete i toni all’interno del rispetto reciproco. Altrimenti Px, il Webmaster, vi farà tottò 🙂
Arrivederci
mym
6 Dicembre 2008 alle 7:07 pm
Insegna il Vaticano: ‘Mirando alla purezza personale e superando il male i cristiani e simili cercano l’unione spirituale tra loro e con Dio. Ubbidendo alla legge del Vecchio e del Nuovo Testamento si percorre il sentiero dell’amore e si giunge a Dio che è Spirito’. Il buddista invece cerca in “Dio”, propriamente nello Spirito, non l’”amore” ma il Nirvana ovvero la pace che sopravviene con il cessare di tutti i desideri. Il sentiero del Buddha è quello della liberazione, una preparazione alla morte. Se è vero che dell’intero universo è fondamento il dharma, la legge dell’essere, intesa come norma non statuita né da Dio né dagli uomini compendio di lex eterna et naturalis, è anche vero che solo una mente prelogica e magica può comprenderlo. Misurare lo iato che separa preti,politici e simili, dai buddisti è dura in assenza di una concezione dello Stato nella dottrina buddista. Mi limito a rinviare agli artt. 1 e 2 della Dichiarazione dei diritti umani e in verità vi dico “Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Mt, 22,15-22).
7 Dicembre 2008 alle 10:44 am
Sicuramente il sentimento che suscitano queste posizioni della Chiesa ufficiale, non è certo di “benevolenza” ma di un profondo disagio anche perché c’è sempre la tendenza, da parte di chi si reputa collocato in una edterminata “religione”, a identificarsi almeno in parte in essa. Mi viene da fare però una riflessione: per fortuna i veri cambiamenti di civiltà nascono dall’ uomo, dall’ uomo direi comune. Le leggi, quando sono realmente efficaci hanno, secondo me, una base condivisa, si inseriscono “in un tempo giusto” riconosciuto, magari inconsciamente, dalla maggioranza delle persone a cui si rivolgono ( la presentazione di questo progetto fa quindi ben sperare). Senza questo le leggi corrono il rischio di rimanere lettera morta ( nel bene e nel male.)
Sono convinta perciò che coloro che credono nel messaggio del Vangelo non siano influenzabili da queste posizioni che palesemente sono contrarie ai principi professati dalla fede a cui appartengono e che ognuno per la propria parte farà il possibile perché si giunga ad una visione diversa anche da parte della ” gerarchia”.
7 Dicembre 2008 alle 2:26 pm
Se il ruolo delle religioni dev’essere quello di supportare gli sforzi della società “civile”, per creare un’umanità migliore, sarebbe la fine delle religioni stesse. Questo le renderebbe inutili. Potremmo dunque farne a meno.
Il compito delle religioni è indicare che nel mondano c’è il sacro. Ma il sacro lo devi trovare tu.
Se la religione si limita a rendere sacro, il mondano così com’è, decreta la propria fine.
7 Dicembre 2008 alle 2:57 pm
Proviamo a sostituire alla parola “Vaticano”, la parola “Bodidharma”. Come avrebbe risposto Bodidharma, se gli avessero chiesto di firmare quella petizione? “Mu”, io credo. Vogliamo sempre guadagnare, progredire, agguantare….. Per una religione pura il guadagno, vissuto proprio come guadagno, è intollerabile.
7 Dicembre 2008 alle 3:40 pm
Comunque, al di là delle parole, religioni, Vaticani, stati e quant’altro, alla base del mio rifiuto degli omosessuali, e di una qualsiasi loro promozione c’è che questa “categoria” mi ciede di dire una BUGIA CHE NON HO VOGLIA DI DIRE. E’ proprio più forte di me. Io voglio essere libero di affermare la mia verità che è: ci sono due sessi. Ci sono due sessi. Ci sono due sessi.
Siamo arrivati al punto che un essere umano non può affermare questa cosa senza rischiare di essere tacciato di omofobo!!!
Voglio e devo ribellarmi a questa follia!!.
Questo creare questa specie protetta che sarebbero gli omosessuali mi ha rotto i c……… e qui mi fermo sennò il web master mi fa tottò.:)
7 Dicembre 2008 alle 6:00 pm
Scusa, Marcello, ma, posto che è vero che ci sono ( almeno nell’ uomo ) due sessi, posto che è altrettanto vero che talvolta le inclinazioni sessuali non sono così determinate come si vorrebbe( pensiamo al periodo adolescenziale), sei veramente convinto che possa esserci “una categoria” che possa essere punita senza che le persone ad esse appartenenti compiano atti punibili perché arrrecanti danni a persone o a cose? Qui, mi sembra, non si stava parlando se l’ omosessualità può essere equiparata alla sessualità normalmente intesa! Non ti sembra un po’ azzardato parlare di “specie protetta”?
7 Dicembre 2008 alle 6:42 pm
Cara Marta, anche a me dispiace che, nel mondo, delle persone vengano punite per le loro tendenze sessuali. Non sono mica un mostro.
Questo è il testo che verrà presentato.
Io credo che non è eccessivo parlare di specie protetta.
7 Dicembre 2008 alle 7:17 pm
Ora, se uno crede alle favole, alle belle dichiarazioni, ai bei proponimenti e pensa di vivere in un mondo tipo “cuore” alla De Amicis, okkei.
Siccome io non sono il tipo e conosco “l’uomo bianco”, e sò che è la stessa persona che distrugge il pianeta, ammazza le foche, si uccide per strada(camorra, criminalità), vive nell’avidità, rapina gli altri per ottenere quello che vuole, ecc,ecc., allora non mi fido.
Qualsiasi cosa dica questo criminale (noi occidentali), devo porre molta attenzione, anche quando si traveste da agnello, egli è un lupo.
E allora gli chiedo: senti lupo, perchè non ti guardi la tua squallida società, che tu arrogantemente ritieni il meglio, invece di andare a fare la paternale agli altri?
C’è, per me, un’unica conclusione. Questa paternale è falsa, ipocrita e stumentale.
Nasconde dei secondi fini.
E questi, io credo che siano, lo sdoganamento forzato dell’omosessualità.
7 Dicembre 2008 alle 7:25 pm
Ti ringrazio per il testo che ho letto con attenzione. Rimango comunque del parere che sia atto di civiltà difendere coloro che per qualsiasi motivo corrono il rischio ( e non puoi negare che questo succeda ) di essere privati della loro dignità di persona. Questa volta si è parlato di loro, in altre occasioni si sono difese altre minoranze. Capisco che questo argomento possa essere più scottante di altri e forse se ne parla in modi non sempre adeguati, ma personalmente credo che l’ Umanità sia talmente grande che c’è posto anche per loro e… spero anche per noi che sicuramente abbiamo altri difetti! Unn caro saluto e un grazie per la compagnia in questo uggioso pomeriggio di dicembre.
7 Dicembre 2008 alle 7:52 pm
Un saluto e un grazie anche a te 😉
8 Dicembre 2008 alle 12:53 am
Le voci fuori dal coro sono sempre interessanti. Ciò che mi ha fatto riflettere dei discorsi di Marcello – tante cose non le ho ben capite, su altre dissento, personalmente – è stato il suo porre l’accento su quanto continuiamo tutti a ragionare per categorie, categorie che diamo per scontate perché ci sono famigliari e fanno profondamente parte della nostra cultura anche cattolica (ad esempio la difesa di alcune minoranze o certe posizioni su diritti, uguaglianza ecc). Col rischio di appiccicarle al buddismo come ne fossero parte integrante. E così il buddismo si colora, il vuoto si riempie di contenuti e la ‘liberazione’ dai condizionamenti e dalle dipendenze culturali fugge lontano come l’uccello-realtà di Gaber. Effettivamente questo è un rischio enorme per chi è chiamato alla delicatissima operazione di travasare il messaggio di Buddha in occidente. Non ci piacerebbe, qualora avvenisse un analogo trapianto del buddismo o dello zen in Iran ad esempio, accorgerci che alcune categorie del pensiero islamico sono state assimilate al dharma di Buddha colorandolo in qualche modo e riempiendolo di contenuti che non condividiamo o che consideriamo estranei al vero buddadharma. E’ un invito a vigilare, quello di Marcello, che a mio avviso va accolto con attenzione. Le opinioni politiche, sociali, economiche e di costume sono legittime sul piano personale: ed altrettanto l’impegno personale su questi versanti. Ma attenzione a non contaminare con esse la ‘pratica’, onde evitare che le nostre visioni personali offuschino il buddadharma e falsino il messaggio vanificando il nostro lavoro ed il travaso della dottrina in occidente. In sostanza, possiamo essere omofobi od omofili. Ma qualunque cosa siamo, la siamo NON perché siamo buddisti o perché pratichiamo lo zen.
8 Dicembre 2008 alle 8:48 am
“Good morning babylonia!”
L’obbiettivo prioritario del Vaticano è ottenere concreti benefici dalla parte politica al potere, siano essi l’arruolamento di sacerdoti, scelti dalle curie, come professori di ruolo nelle scuole pubbliche, oppure fondi per scuole e strutture sanitarie private, in larghissima parte facenti capo alla Chiesa.
La Chiesa vuole affermarsi a livello di strutture sociali privilegiando la politica italiana ritenendosi l’unica depositaria dell’etica. Un’etica prerogativa esclusiva della religione avvicina notevolmente il cristianesimo alla mentalità islamica. Per fortuna abbiamo avuto l’illuminismo e lo stato laico che ci hanno parzialmente immunizzati. Da parte della Chiesa, comunque, si tende a negare che l’etica sia una qualità dell’uomo, come diceva Kant, per affermarne invece la derivazione dalla dogmatica religiosa. Gli uomini sarebbero incapaci di produrre una morale, ma di questo passo si finisce nello Stato teocratico.Le morali altro non sono che regole di convivenza volte a ridurre i conflitti. Queste regole gli uomini se le possono dare da sé: l’etica è una categoria antropologica.Le diverse etiche non sono su un piano di parità: quelle basate sulle religioni sono molto retrograde. Il buddismo sarebbe una religione?Piuttosto una filosofia evolutiva.
P.S. A Bodidharma (cioè all’inumano ascetismo dei monaci) preferisco il “Body-dharma”: la legge che regola gli umori sprigionati dall’amplesso. L’eros è mondano oppure una categoria del sacro?E l’amore tra omosessuali pornografia?Ahi,ahi,ahi, povera pecorella smarrita…
8 Dicembre 2008 alle 9:08 am
Bene, quindi abbiamo bisogno di un’etica. E io, buddista, per avere un’etica, devo venirla a prendere da te? Dove troverebbe la sua etica il buddista, nelle pieghe della modernità? Nel sollazzo? Pechè mai un buddista dovrebbe dare il suo imprimatur agli sforzi di una categoria di bugiardi?
Perchè dal mio punto di vista, gli omo sono dei bugiardi e dei casinisti.
Se permetti, avendo bisogno di un’etica, me la prendo a “imitatio naturae”.
8 Dicembre 2008 alle 9:32 am
Bravo Doc. Hai colto il senso di quello che volevo dire. Sono questioni dalle quali faremmo meglio a stare lontani.
Quando sediamo in za zen nn ci sono etero o omo!.
8 Dicembre 2008 alle 3:54 pm
Noi tendiamo a soffrire per l’illusione di essere capaci di morire per una fede o una teoria. Lei sostiene che persino una morte spietata, una futile morte che non dia né frutto né fiore, non abbia la sua dignità nonostante sia la morte di un essere umano. Se diamo tanto valore alla dignità della vita, come possiamo tollerare la morte di un essere umano? Nessuna morte può essere detta inutile.(Cfr.Dichiarazione dei diritti umani, artt.5,6).
8 Dicembre 2008 alle 3:58 pm
Concludo il mio intervento precisando quanto segue:”Dichiaro solennemente il mio risoluto e consapevole rifiuto di leggere una sola e ulteriore riga in proposito al dibattito Stato-Chiesa. Per un annoso processo di saturazione neurologica il mio cervello non è più in grado di immagazzinare nuovi dati riferibili alle voci ‘reato’,’peccato carnale’, jus naturali et concupiscientiae e categorie apparentabili. Non solo: anche i dati equivalenti a 666 megabyte di parole e frasi quasi tutte ripetute centinaia di migliaia di volte negli ultimi mille anni, sono oramai andati perduti. Ne consegue che a ciascuna delle suddette voci, e apparentabili, nel mio cervello corrisponde un vuoto assoluto e definitivo, che me la fa considerare totalmente estranea alla mia percezione sensoriale, ai miei interessi personali e alla mia vita passata, presente e futura. In seguito a questa condizione, che presumo estesa a molti fedeli, diffido chiunque anche legalmente, dal considerarmi, a qualunque titolo, destinatario di notizie relative alle voci ‘Messia’, ‘Vangelo’ e consimili”.
8 Dicembre 2008 alle 5:17 pm
Buongiorno. Eccomi di nuovo in “servizio”. Nel frattempo il discorso si è ampliato, e approfondito. Il dibattito riguardo a se un uomo di religione trovandosi davanti ad un problema sociale sia bene che lo affronti laicamente o santamente è antico. I buddisti, storicamente, hanno sempre tentato un distacco, o totale del tipo: “niente politica, siamo buddisti”, oppure individuale: “sono buddista ma/e faccio ciò che faccio perché lo ritengo giusto non perché sono buddista”. Apparentemente la seconda posizione pare più moderna e illuminata, la prima pare legata a una religione che non comprende il mondo. Tuttavia seppure sia parzialmente vero che davanti al muro non c’è distinzione di sesso, è altrettanto vero che non passiamo tutta la giornata lì seduti e perciò (a meno che lo zz sia episodio separato dalla vita) le occasioni di confrontarsi col sociale/politico sono estese a tutti, seppure in proporzioni diverse, e sono da declinare secondo il buddismo. Cioè: se sono buddista (o cristiano ecc.) non esiste un me a prescindere, con i suoi gusti e le sue idee. I monaci birmani ci hanno dato modo di discettare a lungo sulla loro… pelle, e le loro scelte. È pur vero che siamo “anche” cristiani -come possiamo negarlo?- ma anche per questo le iniziative di zio Ratzi e soci ci sono comprensibili. Insomma, non è questione in cui basti prender cappello come pare voglia fare Homosex…
8 Dicembre 2008 alle 7:20 pm
Sì, guai a metterla sul personale. Bisogna evitare di sentirsi personalmente coinvolti per argomentare in modo costruttivo. Non ci si deve sentire parte in causa per poter davvero ascoltare e, grazie a questo ascolto, elevare il proprio punto di vista lasciando andar via le nostre convinzioni radicate. Il buddismo non è cosa che mi dice cosa fare o dove stanno il bene e il male, il giusto e lo sbagliato. Al massimo mi dice: se ‘soffri’ è perchè ancora non hai capito come si deve capire; non hai ancora ben chiarito il vero significato di quella parola – ‘retto’ – che accompagna le otto braccia del Sentiero. Non ci si può conformare al buddismo come ci si conforma ad esempio al cattolicesimo, per il semplice fatto che non esistono dogmi o regole cui conformarsi. Diagnosi, patogenesi, guarigione e terapia: le quattro nobili verità. E la terapia, anziché una serie di regole, qui è solo l’indicazione di una ‘retta’ vita. Punto.
Quindi complimenti a Marcello, per quanto mi riguarda, poichè ha saputo sostenere la sua ‘provocazione’ non ostante la sua condizione di minoranza, e ci ha permesso appunto di ragionare e di sfidare i confini del nostro recinto mentale. E’ questo il lavoro che dobbiamo fare. E’ questo il vero buddismo. Poi naturalmente continuerò a pensarla come voglio sulle singole questioni, laicamente affrontando i temi della vita con la massima libertà e sincerità interiore concessami. Partecipando comunque – è inevitabile, anche sedersi contro al muro è partecipare! – e battendomi se lo riterrò necessario. A chi altri mai potrei chieder consiglio? Chi mi darà mai delle risposte ‘certe’?
8 Dicembre 2008 alle 7:23 pm
Mi sono letto l’articolo sulla politica buddista e sui monaci birmani e concordo con te, mym.
Per quanto riguarda Ratzi, loro sono uno stato!! Hanno un seggio all’ONU!! Problemi come questo sono il loro modo di pagare il karma del continuo interventismo nel sociale. Ma devono farlo. Il cristianesimo, basando tutto sull’etica, se crolla l’etica è finita….
Ciao:)
8 Dicembre 2008 alle 8:24 pm
Soltanto oggi sono venuta a conoscenza di questa diatriba che, vedo, è in corso da una settimana: chissà come mai nei giorni scorsi sul mio pc non ce n’era traccia. Mi auguro di non arrivare troppo tardi con le mie considerazioni, per quanto non di ordine religioso che non è il mio specifico interesse, bensì di ordine storico dal momento che grecista sono, grecista resto e come tale do’ molto peso al filo che lega la nostra cultura a quella che ne ha posto le basi in tempi remoti. Nel mondo antico l’omosessualità è comune, anzi è la norma, né c’è un termine apposito per designarla: l’eros è eros, a qualunque essere umano si indirizzi. Soltanto l’esigenza di assicurare la sopravvivenza della specie in tempi in cui la mortalità è elevatissima ha originato provvedimenti legislativi a tutela dei figli legittimi e del matrimonio: si tratta di un contratto sociale simile a tutti gli altri contratti sociali, che non ha niente a che vedere né coll’amore né col sesso. Presumibilmente anche la chiesa di Roma alle origini appoggia le unioni eterosessuali per la medesima ragione: non ricordo nel Vangelo nessuna condanna esplicita degli omo. Ma, col tempo, il bisogno di rafforzare e proteggere il potere temporale dell’organismo ecclesiastico ha indotto ad escludere dai privilegi quante più persone possibile, inventando una serie di colpe che potessero essere usate come arma discriminante, e la condanna dell’omosessualità è sopravissuta ai secoli, unica capace di resistere al tempo dal momento che oggi quasi nessuno crede più alle streghe o agli indemoniati, mentre essendo l’omosessualità, come dimostra la storia ma anche il comportamento attuale di molte specie animali non vincolate da leggi scritte, una forma di sensibilità del tutto naturale , non può essere eliminata dagli anatemi né dalla sua penalizzazione. Quando ero giovane, si volevano costringere i mancini a scrivere colla mano destra. Oggi si è riconosciuto l’errore, essere mancini è una caratteristica naturale: nessuno pensa più che ciò sia meritevole di condana. Ma i mancini non turbano le istituzioni.
8 Dicembre 2008 alle 9:17 pm
In parte, io credo, queste storie dell’antichità sono un mito. Nel senso che vorrei veramente vedere uno squarcio della vita quotidiana di un greco di 3000 anni fa….mah, non so quanto spazio ci sia stato per l’omosessualità. Ci sarà stato sicuramente un meccanismo di sodomia, questo è molto maschile, ma c’è empre stato. Mi ricordo quando a 20 anni volevo andare in viaggio in turchia, mi dicevano: “attento che quelli tre lo mettono…”. E’una dinamica maschile di dominio e soggezione di cui non sento la mancanza.
Credo di aver colto un punto interessante.
Stiamo parlando di sociale, quindi di collettività. Qui abbiamo una “parte” di questo “corpo sociale” che chiede qualcosa alle istituzioni. Questo non va fatto. Perchè?
1) Da adito a una nuova categoria che vuole essere riconosciuta e gli da dei benefit (le cose migliori si fanno per tutta la collettività non per una parte altrimenti davvero si fanno discriminazioni)
2)Fa intendere che “le istituzioni” si debbano occupare del privato dei loro membri (questo è una concessione di una parte del mio privato alle istituzioni, una perdita di libertà)
3)Da notare che questo atteggiamento mentale deriva dal pensare le istituzioni come qualcuno a cui chiedere qualcosa!!!!!!!
Questo è terribile, perchè invece che creare un membro della collettività crea un’ameba.
Il punto 3 potrebbe rovinare la comunità.
8 Dicembre 2008 alle 9:29 pm
Vi offro l’ultima.
Immedesimiamoci nello Stato, nelle Istituzioni. Ognuno di noi è “le istituzioni” (che poi, in un certo senso è così).
Essendo voi le istituzioni, avete piacere che qualcuno vi venga a chiedere qualcosa? Intendo qualsiasi cosa. Ora, noi tutti siamo “le istituzioni”. Se abbiamo a cuore noi stessi, cioè le istituzioni, ci fa piacere essere messi in allarme? Cosa ci guadagna veramente la collettività tutta da questo bailame?
Se abbimo davvero a cuore la collettività pensiamo che meno noie ha la collettività e meglio è, o no?
8 Dicembre 2008 alle 10:16 pm
Caro Marcello, è sufficiente che tu legga uno qualunque dei classici greci, da Omero a Socrate attraverso Platone, nonchè a tutta la produzione poetica fino alla conquista di Roma, e anche a Roma stessa, pensa a Giulio Cesare!, per trovare tutte le testimonianze che vuoi a proposito dell’omosessualità che non è prerogativa maschile, anzi: nei tiasi femminili le ragazze imparavano l’arte dell’eros attraverso i rapporti con le compage (vedi Saffo). Il dominio e la soggezione non c’entrano proprio niente, è ovvio che, dedicandosi le persone di sesso diverso ad attività completamente diverse, i rapporti sociali si sviluppavano nell’ambito esclusivamente maschile o femminile e nello stesso ambito la sessualità aveva il suo luogo naturale.
Ti confesso che non mi sento affatto parte dell’istituzione statale berlusconiana, né dell’istituzione ecclesiastica… Vorrei anche io che non si occupassero del privato. Ma il “diverso”, il “non socialmente accettabile” può costituire un pericolo: ecco che il comportamento privato diventa un pericolo per la stabilità pubblica. Da qui la necessità di provvedere in proposito. Al rogo!
8 Dicembre 2008 alle 10:50 pm
Quando si racconta l’antichità, io credo, si deve pensare al mondo di un’elite. Avrei voluto vedere una famiglia contadina greca di 3000 anni fa….si pensa alla vita dei ricchi, ma ci sono stati anche i poveri. Dobbiamo togliere dalla testa quest’idea malsana da noi e dagli altri, che lo stato, le istituzioni si occuperanno di noi. Nessuno ha il diritto di abbassarsi a chiedere l’elemosina allo stato. Con l’atto di chiedere riconoscimento ti qualifichi per quello che sei: un mendicante. Se si ha a cuore lo spirito della gente, si desidera che il tuo prossimo sia forte, non debole.
Perciò occorre stigmatizzare un comportamento errato: un comportamento da mendicante.
9 Dicembre 2008 alle 12:59 am
Accusatio non petitat patrocinia manifest_i.
9 Dicembre 2008 alle 12:14 pm
Vorrei che non si dimenticasse il punto iniziale: un’istituzione chiede ad altre istituzioni di “depenalizzare” l’omosessualità. Un’altra istituzione -in questo caso: religiosa- interviene per dire che no, non bisogna depenalizzare. Non ostante la penalizzazione comporti gravi sofferenze e persino la morte. La mia perplessità è tutta in quel termine: “religiosa”. Se la stessa posizione l’avesse presa, chessò, la Lega Calcio, la banca europea, l’UMI (Unione mondiale degli idraulici) forse (forse!) avrei pensato: “Ma guarda ‘sti str…ani”. Ma qui ha parlato l’istituzione che si fa carico di essere l’ufficiale, autentica, unica, giusta rappresentanza dell’insegnamento di Gesù Cristo e, spesso, della religione tout court. Allora: “Da non crederci”.
9 Dicembre 2008 alle 12:19 pm
Px, il Webmaster, mi fa notare che quota 50 commenti non l’abbiamo raggiunta neppure la volta in cui abbiamo chiesto pareri sulla foto della signora Sabrina Ferilli in topless. Bene.
9 Dicembre 2008 alle 8:07 pm
Hai fatto bene, mym, a richiamarci all’ordine: mi ero accorta che si stava andando fuori tema. Permettimi un’ultima domanda piccola piccola: dovrei sentirmi una mendicante se chiedo, anzi pretendo che il potere istituzionalizzato, ecclesiastico o laico che sia, non solo non penalizzi ma rispetti le mie caratteristiche individuali e le mie scelte personali quando queste non danneggiano nessuno? Tutt’altro: credo di esercitare un mio diritto.
9 Dicembre 2008 alle 9:57 pm
Bene, Cristina. Quindi la tua è una protesta. Secondo te, una giusta protesta. Il problema è che viviamo in un mondo di media, di parole, di simboli. Di emozioni. E quello che tu chiedi, insieme all’inno “laico” che hai scritto (che viene ripetuto come un mantra), l’avrò sentito 2000 volte.
Sembra quasi che “il progresso delle libertà”, la nuova frontiera, passi da lì.
E non ce n’è per nessuno. Se uno negasse questa tua logica è come minimo un dittatore.
Scusa, ma io mi sento in una specie di “trappola della logica dei diritti umani”, da cui se ne esce solo rompendola (me l’ha insegnato il buddismo).
E poi attenzione a dire che non danneggiano nessuno. I tuoi atti non sono neutrali.
Che bisogno hai di scomodare la società, di oinvolgere gli altri in quelli che sono i tuoi progetti? Perchè scomodare le istituzioni (cioè gli altri e quindi anche me) pe realizzare i tuoi fini?
10 Dicembre 2008 alle 12:07 am
Secondo me il riconoscimento della dignità della persona umana, e quindi delle scelte individuali, non è una trappola della logica, ma è -dovrebbe essere -un basilare principio di ogni società e di ogni cultura: né mi pare che il buddismo neghi questo. Mi sembra anche che, se voglio seguire la mia strada e l’istituzione mi penalizza per questo, non sia io a scomodare l’istituzione ma piuttosto il contrario… Se la religione ufficiale è quella cattolica romana, questo non ti impedisce tuttavia di essere buddista. In modo analogo, se l’unione tra maschio e femmina è protetta dalla legge, questo non impedisce l’unione tra maschio e maschio, tra femmina e femmina. Non è questa un’azione “cattiva”, che generi un danno universale superiore a quello generato da rapporti eterosessuali. Il “buono” e il “cattivo” non sono idee platoniche universali…
Certo che la mia è una protesta, e certamente tu avrai sentito mille volte, no, duemila, l’inno alla libertà. Spero che tu, io, tutti quanti possiamo sentirlo ancora centomila altre volte!
10 Dicembre 2008 alle 12:12 am
Buon giorno notte.Mi sembra che Marcello abbia le idee chiare. Il mio voleva essere un commento onesto senza bugie di nessun genere, mi pareva di avere qualcosa di così semplice da dire.Un messaggio che potesse essere utile un po’ a tutti, un messaggio che aiutasse a seppellire quello che di morto abbiamo dentro e invece Marcello è il primo a non avere il coraggio di seppellire proprio niente.Adesso ha la testa piena di confusione, questa torre tra i piedi…Chissà perché le cose vanno così, a che punto l’umanità ha sbagliato strada…Non ho più niente da dire, ma voglio dirlo lo stesso: chi non abita nella civis Dei abita nella civis Diaboli.Ma i suoi spiriti perché non mi vengono in aiuto, ha sempre detto che erano carichi di messaggi per noi, avanti che si diano da fare.
10 Dicembre 2008 alle 2:11 am
Marcello, saresti capace di piantare tutto e ricominciare la vita da capo?Di scegliere una cosa, una cosa sola e di essere fedele a quella, riuscire a falla diventare la ragione della tua vita, una cosa che raccolga tutto proprio tutto perché la tua fedeltà la fa diventare infinita, saresti capace? Se ti decessi che la felicità consiste nel poter dire la verità senza mai fare soffrire nessuno?Dire la verità, quello che so, quello che non ho ancora trovato. E’ una festa la vita viviamola insieme, non so dire altro a te a agli altri. Accettami per quello che sono se puoi, è l’unico modo per provare ad incontrarci.
10 Dicembre 2008 alle 8:06 am
Cari Amici, come si vede l’argomento mi ha dato modo di riflettere a lungo. Fondamentalmente il fastidio che provo, non è per i singoli o per i loro comportamenti, ognuno fa quel che vuole, ecc,ecc. Il fastidio è nato quando a questa cosa si è cercato di dare una dimensione sociale. Questo ha fatto partire una grancassa mediatica. Ora, mi pare che pur di ottenere i loro fini, certe persone, dicono di tutto e di più. In più, tutta la parte “progressista”, si è schierata a fianco dei “deboli” e si sa, aiutare i deboli è un’attività molto caritatevole e fa guadagnare punti presso “l’opinione pubblica” (e forse fa andare anche in paradiso!). Io spero di aver fatto qualche buona riflessione.
Di sicuro, il dibattito pubblico sull’argomento è sclerotizzato ed è viziato da tante falsità.
Se proprio la volete sapere tutta, per me questo di cui parliamo, non è che un sintomo di un generale stordimento. L’Occidente, fondamentalmente, è un brutto posto. Tenuto a galla dai soldi in abbondanza, tende a dimenticare il reale e a non riflettere profondamente. In sostanza, ci permettiamo di parlare di questi argomenti, non perchè ce ne sia reale necessità, ma solo perchè siamo un branco di borghesi annoiati, che non trovano nient’altro di meglio che parlare dei diritti degi omo. Il futuro crollo economico, forse ci renderà più realistici.
Saluti
10 Dicembre 2008 alle 10:03 am
Ancora un tentativo di focalizzazione. Il tema proposto non è se la santa sede, l’associazione amici del lombrico, la lega per la difesa dell’uccello o la corte costituzionale possano o meno esprimere pareri, indicazioni o anatemi. Il tema riguarda(va?) la congruità delle posizioni assunte su un dato problema -in questo caso: la depenalizzazione dell’omosessualità- in relazione alla natura dell’istituzione che esprime il parere. Per quanto il Vaticano sia anche uno stato sovrano, le opinioni espresse dai suoi rappresentanti all’ONU non possono prescindere, secondo me, dalla funzione/origine/realtà/legittimazione all’esistenza di quel particolarissimo stato. Affermarne la laicità (e perciò il diritto a qualsiasi posizione) è non vederne la realtà costitutiva. Se fosse uno stato come tutti gli altri non avrebbe alcuna ragione di esistere.
10 Dicembre 2008 alle 12:17 pm
Seguendo il dibattito mi sono formato questa opinione: il Vaticano intende difendere la sovranità degli Stati. Ovvero, tra il diritto ad essere ‘diversi’ dei singoli e quello degli Stati, ha scelto di tutelare quest’ultimo. Messa così pare una presa diposizione rispettabile, direi condivisibile: a prescindere dagli ‘interessi politici’. Che diritto abbiamo in fondo di giudicare e condannare altre culture come se la nostra fosse ‘superiore’? Forse che la sedia elettrica è tanto più umana della impiccagione o della lapidazione? In questo mi pare che Marcello abbia buoni argomenti.
Se il tema fosse un altro (ad esempio il velo islamico o l’esproprio dei proprietari terrieri o il diritto a coltivare la coca ecc) molti di quelli che oggi qui sono inorriditi, applaudirebbero. In sostanza la S. Sede inviterebbe – secondo questa lettura – a rispettare e non interferire con le altre culture e sovranità. Quello che non mi quadra però è che il Vaticano da sempre, su altri temi, interferisce eccome con le culture e con le sovranità degli Stati, a cominciare dal nostro. E allora il sospetto di ‘omofobia’ effettivamente rimane. E rimane un po’ da capire il perchè. Se non erro c’è anche stata di recente una svolta interna del Vaticano sul tema omosex: mi pare che ci sia una pre-selezione delle ordinazioni ecclesiastiche per cui, se si è omosessuali, non si dovrebbe più poter essere ordinati sacerdoti. Vi risulta? Si può così pensare che, oltre a difendere la sovranità degli Stati, il Vaticano si sia accorto e sia molto preoccupato di cosa succede in casa propria, ove l’omosessualità da sempre è di casa, e voglia assumere quindi una posizione più netta che nel passato sul tema.
10 Dicembre 2008 alle 4:22 pm
Ahi ahi ahiiii, “il Vaticano … ove l’omosessualità da sempre è di casa” dice il Doc. Le fonti, vogliamo le fonti o dobbiamo censurare. Che diamine, possiamo mica titolare il prossimo post “Le notti gay del Vaticano ” o “Balletti verdi: l’altra sponda del Tevere”… Minimo minimo occorre spiegare l’affermazione, por favor.
10 Dicembre 2008 alle 4:36 pm
Bravo mym. 8 e 1/2…
10 Dicembre 2008 alle 4:46 pm
8 e 1/2? Fellini spero. Se è un punteggio ti sego una gamba.
10 Dicembre 2008 alle 4:52 pm
Giusto! Il film…
10 Dicembre 2008 alle 5:05 pm
Vox populi… un bel po’ di scandali e la stessa preoccupazione che ha indotto Ratzi a prendere quella posizione (verifica della non-omosessualità prima di intraprendere la carriera ecclesiastica) mi paiono elementi sufficienti a sostenere l’affermazione. Non credo meriti perdere troppo tempo per cercare studi statistici che ci dicano quanti ce ne è in percentuale. Non mi pare tanto importante. Nessuno ha detto che in Vaticano si fanno le orge. Per favore, non tiriamo a confondere l’omosessualità (cioè l’orientamento sessuale ed affettivo omofilo, che è trasversale ed è presente in circa il 10% di individui se ben ricordo, ed esiste sia nella società civile che nelle istituzioni religiose e no)con il comportamento omosessuale, con gli atti sessuali veri e propri o con la violenza sessuale! Questa confusione c’è nel blog fin dall’inizio. Forse qualcuno crede davvero che nei paesi ‘omofobi’ non ci siano omosessuali? avete mai girato in medio oriente? sono tranquillamente tollerati finchè non incorrono in comportamenti che – in quella cultura – sono considerati scandalosi e lesivi della morale.
Comunque, forse Messori potrebbe fornirci i dati…
10 Dicembre 2008 alle 5:15 pm
Ah be’, son più tranquillo. Soprattutto che, pur essendo (forse?) tanti non facciano le orge mi solleva un po’. Certo che però, se le cose fossero davvero così, facendo anche lo screening per dividere l’oro dalla paglia, con la crisi di vocazioni che c’è rischiano di trovarsi in pochini…
10 Dicembre 2008 alle 5:26 pm
Già, è un problema serio per le gerarchie.
In 2 minuti, su google ne ho trovate parecchie di conferme. Ad es queste, quasi a caso:
http://vaticano.noblogs.org/post/2007/09/30/preti-gay-i-segreti-svelati-in-tv
http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/monsignore-gay/monsignore-gay/monsignore-gay.html
http://www.cardinalrating.com/cardinal175_article_2635.htm
(La presenza degli omosessuali nella Chiesa “è una grande, enorme, immensa sciagura e una delle cause è la mancata attenzione nei seminari, dove i superiori devono essere educatori”. Card E. Tonini)
basta navigare 10 minuti per leggerne delle belle.
10 Dicembre 2008 alle 5:32 pm
Insomma, se accettiamo la tua teoria l’uscita del Vaticano contro la depenalizzazione è una sorta di tafazzismo*: tende a far mantenere stretta la guardia sugli homo di casa propria… se cominciassimo a depenalizzarli altrove… qui chi li ferma più?
*Da un personaggio televisivo, chiamato Tafazzi, noto per colpirsi di continuo -e apparentemente senza motivo- i genitali.
10 Dicembre 2008 alle 5:40 pm
Penso che sia davvero un nervo scoperto per la S Sede: questo taglio di visuale mi spiega molto della attuale rigidità. Non c’è peggior rigido salutista di chi vuole smettere di fumare…o ha smesso da poco.
10 Dicembre 2008 alle 5:43 pm
Intendiamoci; non è tutto qui, naturalmente.
10 Dicembre 2008 alle 7:35 pm
Ooooooh mai gaad! Non è tutto qui?!? Non mi dire…. Checc’è checc’è ancora? 🙂
10 Dicembre 2008 alle 7:59 pm
Ritengo che doc (intervento n. 68) abbia colto esattamente nel segno. Lo confermo un po’ per letture freudiane, un po’ per aver frequentato in passato certi ambienti…
10 Dicembre 2008 alle 9:30 pm
Mym, non so mettere le faccine qui, sennò ti spernacchiavo.