Gio, 31 Dic 2020
Fago, prolifico autore di Bz, nella solitudine tra i monti dove medita su quel che non si sa, ha prodotto il ‘numero’ di fine/inizio d’anno di Bz.
Per una volta serio, pur nell’ironia: i temi sono quel vuoto che non è nulla e lo zad.
Tutti coloro che fanno zz sanno che sedersi in zz non è come svenire, o come perdersi in braccio a Morfeo. Perciò, quando si parla di vuoto, non si intende ‘nulla’, ma vuoto di quel che c’era. Prima c’era qualche cosa e poi non c’è più. Per questo si dice ‘vuoto’.
Lo zad è figlio dell’era della digitalizzazione di massa; unirsi, tramite l’etere, nel sedersi. Certo, può accadere che, sentita la campana, si approfitti della copertura della distanza per dedicarsi a tutt’altro. Persino all’improbabile ascolto di una vecchia canzone, come La luna è una lampadina, di Iannacci.
Buon anno a tutti dalla Stella
14 Commenti a “Il Bz di Capodanno!”
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1 Gennaio 2021 alle 10:41 am
Ciao Fago, grazie.
Lo zazen a distanza… dallo zafu… non l’avevo ancora sentita detta così, niente male: non c’è rischio di annoiarsi! Buon anno.
1 Gennaio 2021 alle 11:23 am
Buon anno a tutti.
(Non è un ‘paese’ per giovani…. ci vorrebbe una ZUMBA! … 😜)
1 Gennaio 2021 alle 11:26 am
Ciao Doc, grazie altrettanto
Sì, gliel’avevo detto, meglio una cosa tipo la Zumba, Iannaci è roba da vecchietti … 😇
1 Gennaio 2021 alle 1:16 pm
Buona anno a tutti, e un grazie speciale a Buddazot libera forma tra orologi grondanti tempo e ordini spaziali mutevoli.
1 Gennaio 2021 alle 5:17 pm
Ciao AdO
Orologi grondanti e ordini spaziali…
Mi sa che tu vedi troppi film 😛
1 Gennaio 2021 alle 5:21 pm
Giorgio e Izumi ci mandano i loro auguri con una poesia di Ryōkan e una domanda:
ひさかたの
雲居を渡る
雁がねも
羽白妙に
雪や降るらむ
hisakata no
kumoi wo wataru
karigane mo
hane shirotae ni
yuki ya fururamu
Nella vastità
del cielo nuvoloso
trasvolano le oche.
Sulle ali imbiancate
lì nevica la neve
Domanda: che cosa vedono nel cielo gli occhi del poeta? ali bianche nella neve bianca tra nuvole bianche? e quindi che cosa, se non il bianco del vasto cielo?
Giorgio e Izumi
2 Gennaio 2021 alle 12:44 am
Grazie e buon anno a tutti: che sia un anno con più Zumba e meno pan bagnato
2 Gennaio 2021 alle 7:45 am
Questi creativi …. Aaaah questi creativi … 🤔
6 Gennaio 2021 alle 8:05 am
OT: È uscito il nuovo libretto della collana i Semi, edito da Mille Gru e curato da Patrizia Gioia, un’amica della Stella: Sette Mappe per Nuovi Sentieri. Un omaggio a Raimon Panikkar, distribuito in 100 copie numerate.
20 Gennaio 2021 alle 10:47 am
Buongiorno riprendo la poesia di Ryokan, poeta che amo per il suo modo di incarnare la Via. L’immagine che descrive è tutt’uno con il suo occhio/cuore.
Nulla di più di un cielo nuvoloso attraversato dalle ali bianche che per un attimo gli richiamano la neve.
20 Gennaio 2021 alle 11:27 am
Ciao Marta, bentornata.
Grazie per aver riportato l’attenzione su un’immagine poetica.
Certe immagini, anche se evocano il freddo e il bianco silenzio gelido della neve … riscaldano.
Buon proseguimento
20 Gennaio 2021 alle 11:51 am
Grazie Mym e buon proseguimento anche a tutti voi. È un periodo strano questo e non tanto e non solo per i problemi da tutti conosciuti ma per una sorta di rannicchiamento in se stessi. Dovrebbe essere una condizione favorevole per una pratica più assidua, per approfondire lo studio, invece mette a nudo (parlo forse solo per me) la difficoltà di praticare e basta. Di praticare con ogni cosa. Mi sono perfino ammalata di stress da Codiv. Dicono almeno. Vabbe praticherò anche lo stress da Covid. A volte mi è successo di pensare che lo zazen mettesse a riparo da alcune difficoltà. Antica e spinosa questione. Forse vorrei anche scegliere da quali vorrei star lontana! Povera me!
Ciao a tutti
20 Gennaio 2021 alle 12:34 pm
Cara Marta, se lo zazen mettesse al riparo da qualche cosa di questo mondo, una volta sparsa la voce, ci sarebbe la ressa … Come tutti vivo il momento: vedo in me lo stress o l’attrito che si crea tra le limitazioni di legge e le libertà personali, tra il pericolo del male e il desiderio della vita ‘come era prima’.
È un momento in cui fermarsi. In questo ci sono analogie con la pratica buddista. Secondo me si può tentare di approfittarne per essere meno distratti. Spegnere il cell, fare un pensierino sulla morte, il tempo che vola via, al fatto che seppure le relazioni siano vita, c’è una vita che non vive di relazioni. Insomma, badare a quelle ‘difficoltà’ che svaniscono, vivendo nella pratica.
20 Gennaio 2021 alle 1:22 pm
Grazie mym.