Gio, 26 Mar 2020
Buongiorno a voi tutti,
Nel mondo di BuddaZot, BZ per gli amici, il tempo scorre liscio, senza increspature.
Così, in questi momenti drammatici, con le persone chiuse in casa a girarsi i pollici, le strade vuote, gli ospedali pieni, gli esseri umani che si evitano l’un l’altro … ebbene, in tutto ciò BZ ha modo di occuparsi solo di sé stesso.
Ma, anche in questo caso, che cosa potrebbe fare di meglio?
Grazie a Fago per i disegni (il nastro da cantiere un po’ davanti e un po’ dietro fa il paio col pennello che ‘fa’ il buco al posto della pala …) e grazie al nostro webmaster, Px, per averli ‘montati’.
108 Commenti a “Bz ai tempi del Covid”
Se volete, lasciate un commento.
Devi essere autenticato per inviare un commento.
27 Marzo 2020 alle 8:45 am
Dalla regia mi dicono che nell’intenzione dell’autore il “pennello” era la benna di un escavatore
Comunque, de perceptionibus (così come “de ‘na cifra de artre cose”) non disputandum est
27 Marzo 2020 alle 4:01 pm
@fago: Non ho mai avuto dubbi in proposito, evidente che quel pennello non fosse un pennello. Anche se ho conosciuto un tizio che usava la bènna con tanta destrezza da meritarsi il soprannome Giggi “er Giotto de Primavalle”. Non so se rendo…
27 Marzo 2020 alle 4:52 pm
Saluti dalla Spagna, anche qui chiusi in casa È strano questo momento, tre miliardi di persone confinate nelle nostre case. Come sempre, in realtà, solo che ora si sa.
Invece la natura è felice, l’abbiamo lasciata in pace un attimo, almeno per un po’ la peste è scomparsa.
27 Marzo 2020 alle 4:58 pm
Ciao Roberto, bentornato.
È vero, la peste non è scomparsa, è chiusa in casa a leccarsi le ferite.
Appena potrà, farà peggio di prima.
27 Marzo 2020 alle 6:17 pm
Ciao AdO
rendi, rendi… 😉
28 Marzo 2020 alle 11:18 am
Nell’intenzione dell’Autore, vista da qui, la pala è appoggiata all’orizzonte-muro, oltre il labile limite del pensiero binario, di qua del quale si scava, si disegna… nevvero?
Bel lavoro, comunque, grazie.
Un saluto a tutti e a ciascuno dall’epicentro del contagio che, ci ricordano in continuazione, si annida in ognuno di noi: homo homini virus…
28 Marzo 2020 alle 8:21 pm
Usti…tra un po’ sul nastro da cantiere un po’ davanti e un po’ dietro e la pala appoggiata al muro-orizzonte verrà scritto un trattato di metafisica..
Io non ne voglio sapere niente però eh
28 Marzo 2020 alle 9:45 pm
Lanci lo zot e nascondi il budda…? Un classico 😉
29 Marzo 2020 alle 8:09 pm
La prossima volta provo a lanciarli entrambi
Ma all’indietro, tipo i bouquet nei matrimoni…e chi pijo pijo
30 Marzo 2020 alle 3:30 pm
Grazie. Gran bel lavoro!
30 Marzo 2020 alle 4:40 pm
Buongiorno Doc, grazie!
8 Maggio 2020 alle 3:57 pm
È in atto un colpo di stato con crimini di vario genere e nessuno dice nulla…..
Che tipo di risveglio praticate?
8 Maggio 2020 alle 6:40 pm
Ciao Nello, bentornato.
Il colpo di stato forse c’è ma ‘il popolo’ è favente, è d’accordo. Direi che sia più simile a un plebiscito …
Ci sono vari tipi di risveglio?
Si può scegliere … à la carte?
10 Maggio 2020 alle 11:28 am
Ciao Nello,
da un paio di giorni non vengo sul sito e non ti avevo letto.
A me pare piuttosto sia in scena il colpo dello stato mentale, collettivo perché diffusissimamente individuale: il gendarme ormai è interiore, credulone, consenziente, zelante, ottuso, spaventato e delatore. Un capolavoro, tocca ammettere a malincuore…
10 Maggio 2020 alle 11:41 am
Eggià, questi giorni l’atteggiamento controllati-che-ti-controllo pressoché totale tra le persone in giro, mi ha fatto venire in mente il Giappone, … brrr.
Sulla situazione costituzionale e giuridica dello stato attuale c’è un’iniziativa interessante da parte di 200 tra giuristi e prof di diritto. Indicativo che (per ciò che è a mia conoscenza) non se ne sia parlato nei tiggì e nei tolksciò. Il video è lunghetto (40′) ma penso valga la pena.
10 Maggio 2020 alle 3:16 pm
Davvero interessante il video, grazie. Ora sì che la Cina è vicina, un po’ sgangherata, alla nostra maniera: riso cantonese alla puttanesca…
Sul piano speculativo, segnalo questo breve articolo: https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-la-medicina-come-religione
E’ l’ultimo di una serie di brevi articoli di Giorgio Agamben sull’argomento epidemia e dintorni, pubblicati dal 26 febbraio in poi, non tutti centrati, secondo me, ma comunque buoni esercizi di pensiero critico, una merce in via di estinzione qui da noi. Si leggono in poco tempo, non sprecato inmho.
10 Maggio 2020 alle 4:42 pm
Interessante articolo. In particolare dove dice: “La causa di mortalità di gran lunga più frequente nel nostro paese sono le malattie cardio-vascolari ed è noto che queste potrebbero diminuire se si praticasse una forma di vita più sana e se ci si attenesse a una alimentazione particolare. Ma a nessun medico era mai venuto in mente che questa forma di vita e di alimentazione, che essi consigliavano ai pazienti, diventasse oggetto di una normativa giuridica, che decretasse ex lege che cosa si deve mangiare e come si deve vivere, trasformando l’intera esistenza in un obbligo sanitario”.
11 Maggio 2020 alle 3:07 pm
Propongo un’altra breve lettura, del medesimo autore, pubblicata oggi:
https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-biosicurezza
Descrive in modo semplice e chiaro quello che sembra essere un passo ulteriore nell’utilizzo di quella che Panikkar chiamava “l’ossessione della sicurezza” come forma di governo in perpetuazione dello stato di eccezione. Nel volgere di pochi anni siamo transitati dall’identificazione di vari nemici “esterni”, terroristi, migranti invasori…, per approdare ora all’interiorizzazione del nemico potenziale: una sorta di nemico originale al posto del peccato originale in cui nessuno credeva più.
12 Maggio 2020 alle 1:48 pm
Benvenuto e necessario ogni esercizio di pensiero critico. E benvenuto e necessario anche ogni esercizio di critica del pensiero critico.
Ad esempio la citazione, da G. Agamben, di cui al ‘mym 17’: secondo me non sta proprio in piedi, visto o no il contesto dell’articolo.
Interessante il video (mym 15).
12 Maggio 2020 alle 6:23 pm
Ciao Doc,
Perbacco, perché la sta nen’t’in pe’? Non sono le malattie cardiovascolari la causa di morte più frequente? In effetti non l’ho controllato.
13 Maggio 2020 alle 12:46 pm
Ciao mym
Non per quello, ma per altri 2 motivi .
Uno di correttezza, non solo formale: l’uso dell’imperfetto (‘..era mai venuto in mente…’) suggerisce l’idea che ‘adesso’ a qualcuno sia davvero venuto in mente di decretare ex lege cosa si deve mangiare … Fatto che, a me, non dico risulti falso; non risulta proprio. Però quel lieve errore grammaticale è funzionale a preparare il terreno emotivo del lettore alla tesi generale , che mi pare si possa annoverare come complottista.
13 Maggio 2020 alle 12:47 pm
Uno di sostanza, di merito: comparare categorie così diverse come il rischio/danno da alimentazione al rischio/danno da coronavirus è, ad essere buoni, un errore grossolano: come comparare melanzane a ruote di treno.
Mi spiego: il danno da alimentazione ciascuno lo provoca a se stesso; se un diabetico si abboffa di cornetti alla crema rischia la pelle. Ma la ‘sua’.
Un portatore – sano o malato – di c.v. rischia invece la pelle degli altri.
Trattandosi di un discorso sulla libertà personale, una comparazione più corretta avrebbe potuto forse essere fatta con la liceità/illiceità del possesso e dell’uso indiscriminato di armi da fuoco, o col diritto/divieto di sversamento di sostanze tossiche in acque superficiali, o – per restare in sanità – sull’uso di siringhe ipodermiche per il ‘buco’e il loro abbandono nei parchi …
Più che un discorso medico diventa un discorso giuridico, come dimostra il dibattito sull’eventuale riconoscimento di ‘causa di lavoro’ qualora si configurasse come infortunio, risarcibile dall’Inail, una eventuale infezione da c.v. contratta sul luogo di lavoro.
13 Maggio 2020 alle 12:47 pm
D’altronde l’assunto da cui Agamben ha costruito questo suo edificio teorico-politico-filosofico è esplicitato nell’articolo del 26 febbraio (L’invenzione di una epidemia). L’autore parte da alcuni dati e dichiarazioni del CNR (perché far riferimento al CNR, che per lo più si occupa di altro, anziché all’ISS, non viene spiegato), da cui ricava che ‘non c’è un’epidemia di SARS-CoV2 in Italia’… perché ‘ secondo il CNR è una normale influenza’.
Siamo nel pianeta di Johnson, Trump e Bolsonaro: anche se le motivazioni e le mire non sono le stesse. Anzi.
13 Maggio 2020 alle 5:50 pm
Grazie Doc,
Ok per @21 e @23.
Su @22, invece dissento. Vero che una similitudine non è un’identità e vero che i mangiatori di salcicce salate non mi attaccano malattie ma siccome sono millanta intasano (a nostre spese) il servizio pubblico nazionale per curare (e reiteratamente!) se stessi ‘solo’ perché non vogliono cambiare dieta. Non solo, visto che sono tanti e si aggravano e continuano a mangiar salcicce capita che medici, ospedali ecc. si occupino di loro invece che di altri casi che, nel frattempo, potrebbero condurre anche a morte. Ora a Fano per sottoporsi a un’eco-doppler servono sino a 2 anni d’attesa (non sempre). Magari quelli in coda davanti a te sono tutti (si fa per dire) mangiatori di grassi ipersaturi e tu aspetti e crepi. Per non parlare dei miliardi di euro che ogni anno dobbiamo sborsare a big farma per fornire le cosiddette statine a quelli che intanto continuano ad ingozzarsi; quando ci sono malattie totalmente prive di cure perché non remunerative … Se le stesse somme risparmiate costringendo a dieta i milioni di mangiatori di grasse salcicce salate fossero impiegate altrimenti, quante vite si salverebbero? Forse millanta.
13 Maggio 2020 alle 6:41 pm
Buonasera e ben ritrovati.
Di Agamben ricordo il lavoro sullo stato di eccezione, che consiglio anche se molto tecnico, pensando nostalgico agli studi giovanili.
Bene lo avete citato.
Intervengo @24 solo per un ulteriore risvolto di cronaca, peraltro abbastanza nota e nera, della vicenda citata da mym.
In Lombardia sono analoghi o anche superiori i tempi di attesa, purtroppo non (solo) imputabili direttamente ai comportamenti dei singoli amanti degli insaccati.
Scelte ben precise hanno fatto sì che la sanità funzioni efficace ed efficiente, auspicabilmente, solo per i cd “solventi”: paghi o sei assicurato, meglio se da una grande azienda, e l’intervento è entro le 48 ore.
Detto in francese, vaste programme…
State bene,
Giorgio
13 Maggio 2020 alle 6:52 pm
Ciao Giorgio, bentornato
Sì, vaste programme, la sanità in generale…
In questo caso si trattava ‘solo’ di mostrare come le imposizioni relative ai comportamenti sanitariamente scorretti siano asimmetrici.
Però, pensando alle imposizioni, sarebbe altrettanto lecito (oltre che costringerci a casa per mesi) far sì, con mezzi altrettanto coercitivi (multe sino a 3000 euri per un singolo ritardo, denunce penali ecc. controllando le persone de visu) visto l’importanza vitale della cosa, che i singoli gangli della sanità funzionino in modo accurato.
14 Maggio 2020 alle 10:13 am
Caro Doc, la critica del pensiero critico (@19) è una tautologia, se non è doppia negazione quindi censura, e non è certo il tuo caso. Non è questo il luogo per un’esegesi del pensiero di Agamben, mi associo comunque a Giorgio @25 e consiglio anche i suoi lavori su san Paolo e sulla comunità francescana delle origini. Comunque, non di complottismo si tratta, ma di vedere nelle strampalate e contraddittorie imposizioni extra lege con decreti emergenziali in nome della salute pubblica un tassello decisivo del processo di controllo capillare sulla vita degli individui, che la tecnologia favorisce e permette, e nella collaborazione acritica e passiva da parte dei medesimi una conferma di quanto questo processo sia ormai interiorizzato. Non serve alcun complotto, facciamo da soli.
14 Maggio 2020 alle 10:27 am
Salute pubblica che è stata preventivamente massacrata da chi oggi la invoca, come documentano mym @24 e @26 e Giorgio @25.
Aggiungo da qui, dalla padania felix ed eccellente, dove chissà come mai il contagio fa strage più che altrove, che tutti i controlli tassativamente previsti per i cardiopatici sono stati rinviati sine die, perché non sono in grado di gestire un’emergenza più che prevedibile: in che colonna li mettono i morti per inadempienza sanitaria? Tutta colpa di covid? Eccellenza è prevenzione, non correre dietro ai buoi in fuga, gridando contemporaneamente “stiamo a casa” e “ricominciamo a correre”.
14 Maggio 2020 alle 12:53 pm
@27 e 28 di jeans (che saluto caldamente)
Il tema della voluta “scarsità” dei mezzi di prevenzione è da sempre connesso a quello del controllo in generale, sui corpi innanzi tutto, e quindi su tutto il resto.
Sarebbe interessante aprire un capitoletto sulle conseguenze della situazione di emergenza sui diritti alla manifestazione del pensiero, ma siamo forse troppo fuori tema; su questo cammino “di cresta” la pratica, lo studio e l’etica davvero devono essere sostenute da tanta radicata fede/fiducia.
14 Maggio 2020 alle 12:55 pm
Ops… jf è sfuggito come jeans…. scusatemi… uno zot involontario
14 Maggio 2020 alle 2:53 pm
I like jeans 😄
A proposito di giorgio @29 (ciao!), una storia di vita da covid: un giovane romano di spirito ribelle, nipote di un’amica, un paio di settimane fa si aggira un pomeriggio verso le 18 per Roma e viene fermato da due vigilesse di pattuglia: inizia a discutere sulle norme restrittive, dice un paio di parole di troppo, gli animi si scaldano ma le mani restano basse, le vigilesse chiamano rinforzi: per farla breve, arrivano altre quattro pattuglie, vigili, polizia e carabinieri e in otto con tre diverse divise lo pestano a sangue lì sul posto, naso rotto e contusioni varie, lo portano in commissariato, gli sequestrano il telefono, lui chiede di essere portato in ospedale, chiamano un’ambulanza e passa la notte in pronto soccorso, e chiama l’avvocato. Il caso vuole che un passante curioso abbia filmato il tutto col telefonino e si faccia vivo e gli faccia avere il video, dandogli una prova mica male. Cose sempre successe, si dirà, e ahimé è vero: ma lo stato di emergenza è un bell’incentivo alle intemperanze delle “forze dell’ordine”.
14 Maggio 2020 alle 6:01 pm
Approfitto e resto in tema @27 (interiorizzazione).
Parlando di modalità di esercizio del diritto di manifestare anche in luogo pubblico in un futuro (ma direi quasi in un passato prossimo), ho raccolto questa osservazione da parte di un “manifestante” intervistato al proposito: “Fortunatamente è andato tutto bene perché sono state rispettate tutte le norme di sicurezza sanitaria”; (in concreto: lunga fila di singoli a 2 metri di distanza).
Personalmente lo trovo assai significativo, soprattutto perché coglie di sorpresa anche molta teoria e prassi della non violenza (intesa anche come praticabile risposta non violenta a un atto violento di “messa in sicurezza”).
La bilancia va su e giù, ma Simone Weil proprio per questo invita, se non erro, a tener fisso il chiodo.
In ogni caso siamo fortunati a poterne parlare amichevolmente.
14 Maggio 2020 alle 6:19 pm
Ciao Jf 27-28
Hai ragione. Non servono complotti, ci impicchiamo benissimo da soli. E non da oggi.
Mi fanno sorridere quelli che temono il Grande Fratello a causa della pandemia: dove erano fino a ieri? non si erano accorti di niente?! Troppo impegnati a ingozzarsi di web, telefonini, social, app, nella zuccheriera della alta tecnologia…? E ‘adesso’ temono di essere tracciati!?…
Idem per il disastro della sanità: dove eravamo tutti?!
Sì, certi argomenti ci portano troppo lontano, nel cuore delle nostre contraddizioni. Diritto alla vita, diritto alla salute, longevità e pancia piena; esplosione demografica; risorse insufficienti, disastri ecologici, calamità naturali; soldi; interdipendenza degli esseri e delle cose….
14 Maggio 2020 alle 6:21 pm
Quanto all’altro tema, non sono certo un filosofo, ma di questi tempi in cui tutti si atteggiano a Nobel della epidemiologia e della prevenzione, mi permetto di insistere in un campo che non è il mio: suggerisco di non abdicare al proprio spirito critico, nè leggendo i ‘grandi’ della critica filosofica, né ascoltando i notiziari, né spulciando nella controinformazione sui media.
D’altro canto la ‘critica della critica critica’ di Marx-Engels – che non ho letto – sarà stata pure tautologia, ma non sembra sia stato propriamente inutile, visto il seguito.
La lettura critica consente un superamento, un avanzamento del punto di vista. E d’altro canto, il suo contrario, ahimè, è proprio quel bovino adagiarsi in qualche zuccheriera che altrove e per altri versi andiamo criticando.
(Per critica, o spirito critico, intendo più o meno la Facoltà intellettuale che rende capaci di esaminare e valutare gli uomini nel loro operato e il risultato o i risultati della loro attività per scegliere, selezionare, distinguere ecc… Treccani)
15 Maggio 2020 alle 10:57 am
Ho letto tutti gli interventi e li trovo tutti interessanti per varie motivazioni.
Non entro su quel piano perché le urgenze in corso,richiedono altro, per mia semplice opinione, quindi mi appoggio alla eccellente Sarà CUNIAL che coraggiosamente ha detto in parlamento quello che ogni persona minimamente lucida dovrebbe avere capito e organizzarsi per contrastare una agenda sicuramente demoniaca.
https://m.youtube.com/watch?v=mZ32rLrL2ag&feature=share
Spero che il link sua corretto, e comunque lo trovate facilmente Sarà Cunial, quando le donne,che generano la vita, la vedono in pericolo, non le ferma nessuno. Con tutto il cuore con questa signora♥️
15 Maggio 2020 alle 11:00 am
Il video di Sarà Cunial ha la conclusione perfetta assieme a tutto il resto.
15 Maggio 2020 alle 1:37 pm
Buongiorno Nello,
ho visto il video, sono affermazioni forti senza secondo me abbastanza dati a supporto. Peró, mi lascio il beneficio del dubbio.
Cosa che mi pare tu non faccia, dicendo “ogni persona minmamente lucida etc…”. Della serie: “o la pensi come me o sei un coglione”
Questo non é un blog politico, in cui si cerca di schiacciare il pensiero altrui con il proprio. Qui, imho, o si cerca di stare leggeri sui pensieri o ci si astiene dall’esplicitarli
15 Maggio 2020 alle 2:27 pm
fago @37,
ma dove vivi?
Dicendomi che questo”non è un blog politico”
dai per certo che non lo abbia capito quindi sarei uno che non capisce.
Esprimi la tua opinione e lascia stare il personale.
Le cose in oggetto nel video sono sotto gli occhi quasi di tutti, quindi è abbastanza lecito dire che “ogni persona minimamente lucida” quindi presente a questo momento drammatico.
Tu sei liberissimo di cercare per conto tuo i dati che ritieni a supporto di quello che è in corso, poi, se vuoi, ce li proponi e valutiamo.
Tutto è politico, tutto è spirituale,tutto coinvolge tutti. E questa non è una mia opinione ma la realtà.
Per me, non ti è chiaro cosa sia realmente in atto, stai pure al riparo dei tuoi concetti, possibilmente senza criticare chi vede altro da te.
15 Maggio 2020 alle 2:30 pm
Qui fago, non ci sono persone disposte a farsi schiacciare dal pensiero altrui, e ancora non ti è chiaro dove ti trovi e pensi di saperlo.
Non è così.
Qui sono tutti maggiorenni e molto presto supervaccinati
15 Maggio 2020 alle 2:59 pm
Dove vivo? In provincia di Bologna, al momento
Sì, do per certo che tu non lo abbia capito visti i toni che usi
Non ho toccato nulla di personale
Sotto gli occhi c’è quello che uno ci mette
Grazie per avermi dato il permesso di cercare i dati per conto mio
“Questa è la realtà” è una frase allucinante
Al riparo dei concetti ci sta chi li tratta come roba solida a.k.a. chi dice “questa è la realtà”
Non ho mai detto che qui ci sono persone disposte a farsi schiacciare dal pensiero altrui, ho detto che non è luogo per farlo, indipendentemente dalla tenuta degli altri
Per me la questione si chiude qui,
saluti
15 Maggio 2020 alle 6:39 pm
fago@40
Non sono io che produco l’evidenza, o “questa è la realtà”, ma è l’evidenza che manifesta se stessa.
Contestare l’evidenza con una personale evidenza è un altro piano. Io con l’evidenza che manifesta se stessa c’entro poco…
Non è difficile c’è la puoi fare.
Buona fortuna
15 Maggio 2020 alle 8:04 pm
Salve a tutti. Interessante dibattito al quale mi permetto sommessamente di aggiungere che sono convinto che tutte le posizioni scientifiche, da quella neuroscientifica a quella storica, da quella economica a quella della psicologia evolutiva, sorgono in risposta ad un continuo quanto necessario dibattito sulla qualità che ogni percorso educativo deve possedere in relazione ai soggetti e i contesti che quel processo coinvolge.
In sostanza ogni sapere rivendica una sua epistemologia e una sua autonomia in conseguenza di una inquietudine metodologica. E questo ci riporta inevitabilmente al fatto che il “qui ed ora” è proprio una messa in scena personale, figuriamoci l’evidenza che manifesta se stessa. Per il resto anche io ho trovato interessanti gran parte dei commenti, in particolare @fago37. E lo intendo in un senso che va proprio nella direzione di un dialogo interculturale. A tale proposito voglio citare il mitico condottiero cartaginese Annibale, quando nel 218 a.C., prima di attraversare le Alpi per dirigersi su Roma, pare abbia pronunciato questa frase: “Noi troveremo una strada, oppure ne apriremo una”.
16 Maggio 2020 alle 5:44 am
AdO @42
Quello che dici rispetto a quanto in oggetto c’entra zero, e sullo zero che dici si può solo dire che è zero.
Senza fraintendere il tuo zero con un altro zero di ben altro portata
16 Maggio 2020 alle 6:43 am
Peri pochi scettici questo è un video dal Quebec,Canada, documentatissimo su quello che è in corso e sui motivi che lo determinano, è un po’lungo ma vale assolutamente il tempo perché ne va della nostra vita, della nostra libertà e anche della nostra salute.
Buona visione.
https://m.youtube.com/watch?feature=share&v=xFQt_5hz0w4
16 Maggio 2020 alle 6:56 am
Nello @43
Si, concordo, ma ha iniziato lei però. Anche esprimendo punti di vista che rimandano sempre a qualcos’altro che, pare, nessuno capisca, a detta sua, tant’è che continua a dare degli zeri o del “dai che ce la puoi fare”.
Al di là delle personali opinioni politiche sull’attuale momento storico, trovo inutile e noioso lo stile di chi in un dibattito addita sempre colpevoli situati in luoghi altri, utilizzando tecniche di leadership emotiva che largheggiano nell’uso di plurali avocando a sé punti di vista di una non meglio precisata entità sovrana, di cui questi oratori se ne arrogano la rappresentanza. Immagino che molti avvertano, in certe fasi della vita personale e sociale un diffuso disagio difronte a cambiamenti epocali che generano emozioni contrastanti e di difficile codifica; con un po’ di calma secondo me, e lasciando cadere il primo pensiero che balza nella mente, si può riflettere, fare considerazioni PROPORRE soluzioni. Sto invocare la chiamata alle armi continua, alla sollevazione popolare, nel novanta per cento dei casi espressione di una incapacità di immaginare un futuro. Incapacità del tutto umana e comprensibile. Per cui sono consapevole che ogni volta che apro bocca sono gettato nel samsara, motivo per cui cerco (maldestramente, e me ne scuso) di valutare bene se e cosa dire. Liberare tutti gli esseri dalla sofferenza (che pare essere l’obiettivo di molti) penso voglia tra l’altro dire: liberare gli altri dalla nostra ingombrante e incombente presenza carica di rifiuti tossici mentali. Partendo da qui dove sono. Penso che ognuno di noi capisca quando e se fare o dire qualcosa, a ben vedere, senza che alcuno stia lì a dire agli altri tutti i giorni cosa si DOVREBBE fare e lui per primo spesso non fa. Quel che deve accadere accade e non è fatalismo per chi pratica la Via del Buddha. Saluti sinceri.
16 Maggio 2020 alle 7:06 am
Un’ultima cosa, e mi silenzio. Il bio-etnocentrismo spopolante ai nostri giorni lo trovo proprio un prodotto culturale per bimbetti viziati.
16 Maggio 2020 alle 9:10 am
Ciao AdO, ben detto @45. Siamo in mezzo a un cambiamento epocale, e questo procura disagio personale e collettivo. Chi come me ha formato il suo reticolo cognitivo e culturale e trascorso la maggior parte della sua vita adulta nel secolo scorso ha difficoltà, ermeneutiche, psicologiche ed emotive, differenti da affrontare rispetto a chi è radicato nel “nuovo millennio” e che in esso trascorrerà la maggior parte o la totalità della sua vita. Guardare al passato è utile e financo necessario, credo, se è un lavoro in funzione del presente e del futuro, assai problematico. Quello di cui non sento il bisogno e che anzi trovo di ostacolo, oltreché ineducato e diseducativo, sono le affermazioni apodittiche di verità, condite da anatemi. Buon davanti a tutti.
16 Maggio 2020 alle 9:47 am
AdO@45
Quello che dice è condivisibile.
16 Maggio 2020 alle 9:55 am
jf@47
…”Quello di cui non sento il bisogno e che anzi trovo di ostacolo, oltreché ineducativo e diseducativo, sono le affermazioni apodittiche di verità, condite di anatemi.” ??
Buon presente a tutti.
Si deve fare attenzione a non scambiare la cronaca con “affermazioni apodittiche di verità” come nel caso @47.
Su “ineducativo e diseducativo” si potrebbe parlare a lungo.
L’importante è non fuorviare e non fuorviare i dall’oggetto soggetto in itinere
16 Maggio 2020 alle 9:57 am
…e non fuorviarsi..
Per sopra@49
16 Maggio 2020 alle 10:04 am
jf@47
Il “futuro” di cui parli c’entra nulla con il futuro.
Per mia opinione
16 Maggio 2020 alle 10:29 am
Nello@51
Cosa c’entra con il futuro per tua opinione?
16 Maggio 2020 alle 10:41 am
Nello@49
La cronaca è una visione parziale della realtà, influenzata dal portato emotivo e metacognitivo del soggetto che la vorrebbe narrare, pertanto a seconda della risonanza che produce in chi l’ascolta/legge può assumere rappresentazioni di vario genere. La valutazione di quelle narrazioni è personale e riferibile ad una matrice di significati personali che possono essere più o meno condivisi (cultura con la c minuscola in questo caso). Decido di raccontare qualcosa che ha senso per me o che intendo utilizzare per generare inferenze nei destinatari. Importante la cronaca nel samsara, ma trattasi di fuffa quando metto la mente seduta sullo zafu. Il dialogo secondo me rimane strumento fondamentale nella convivenza, per questo le forme in cui si esercita dovrebbero per mia opinione essere soppesate molto attentamente. Nel samsara il pensiero va esplicitato in forma chiara e semplice altrimenti è un parlare oscuro che cela un pensare oscuro. Pace e bene.
16 Maggio 2020 alle 1:07 pm
AdO,
La avevo già perdonata in @45…
ora, in @52 e @53 lei si èallargato troppo…
Se dovessi entrare nel merito seriamente in @45, @52 e @53, diventerei molto ma molto pesante e non avrebbe molto senso ai fini del discorso con il quale sono entrato.
Lei dice, ” quando metto la mente sullo zafu” e parla di fuffa senza rendersi conto che lei ne è una rappresentazione molto precisa.
Ma vede, qui si prova a parlare di altro, qualcosa che lei alchimisticamente trasforma in altro.
Se le interessa l’argomento per l’argomento, se ne può parlare, di lei di me di altri, chissenefrega??
16 Maggio 2020 alle 1:56 pm
Nello@54
Condivido quasi tutto, in particolare il discorso sulla fuffa, non me ne sento offeso, era/è proprio quello cui alludevo. Non concordo invece sul perdono: non ho nulla da farmi perdonare, non ha nulla da farsi perdonare. Ho cercato di rimanere nel merito di quello che affermava in 49 circa il rilievo fatto a jf sulla realtà, esprimendo la mia opinione in proposito. In 52, non avendo capito cosa intende per futuro, ho fatto una domanda.
17 Maggio 2020 alle 10:19 am
Io ho dei pregiudizi, li coltivo, mi fido di loro. Per esempio, ho il pregiudizio che se un filosofo aderisce al nazismo è un cattivo filosofo e non merita soverchia attenzione. Cosa sei filosofo a fare se non ti accorgi che Hitler è un volgarissimo criminale? È il caso di Heidegger. Anche su Agamben ho dei pregiudizi al punto da sposare le parole di doc @ 19 e 21.
Ho dei pregiudizi su byoblu, alias Claudio Messora, uno dei principali complottisti italiani, fonte dei video postati da Nello e mym (tu quoque!). In una riga: la libertà si esercita nel recinto stabilito dalla costituzione, che può allargarsi o ridursi a seconda delle situazioni. L’art 16 recita: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza.” Ora, cosa replicare alle questioni sollevate dagli schienadrittisti del diritto costituzionale che vanno dal rilievo che lo stato di emergenza su cui si basa il decreto governativo non è contemplato dal nostro ordinamento (min. 9 ca.) al pericolo di finire vaccinati contro la nostra volontà dallo Stato oppressore (mi. 30 ca.)?
COMPLIMENTI PER IL TEMPISMO!
17 Maggio 2020 alle 10:22 am
Uno dei miei sport preferiti è sparare sulla croce rossa, ma oggi tenterò una difesa dello Stato azzardando una analogia col cristianesimo.
Sappiamo che il comandamento evangelico di amare il prossimo tuo come te stesso è impossibile. Eppure Gesù si è fatto massacrare per questo comandamento – che senso ha? Il senso è quello di prenderlo come una finzione che può guidare il nostro comportamento. È chiaro che, per esempio, mai potrei “amare Nello (v. commento fantasma 56′) come me stesso”, e tuttavia, seguendo il Vangelo, il comandamento potrebbe tradursi in un “vabbè, gli rivolgo la parola”.
Lo stesso discorso vale per lo Stato. I principi costituzionali sono finzioni, cioè degli obiettivi impossibili che guidano il comportamento del legislatore, ma così come è impossibile amare un estraneo come sé stessi, così è impossibile ritenere che lo Stato possa rimuovere per davvero “gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini”. A prendere per veri certi ideali si finisce male. Il fanatismo che è stato montato sull’ideale di uguaglianza ad esempio si è tradotto in irreparabili eccessi ed errori, come l’erosione di qualunque idea di autorità. Il nostro Governo ne è una dimostrazione plastica. Per me è già un mezzo miracolo che lo Stato mi garantisca la possibilità di poter scendere in strada senza prendermi una coltellata. Anche se è vero che meritiamo dei governanti migliori.
Ma siamo rivoluzionari da tastiera o buddisti? Ecco, la seconda. In questi tempi estremi trovo rifugio nello Zen radicale di Jōshū (Ubaldini editore). Sono giorni che mi interrogo su questo kōan: «Qualcuno chiese: ‘Quando ci si trova di fronte al disastro, come evitarlo?’ Joshu disse: ‘Eccolo!’».
17 Maggio 2020 alle 3:12 pm
Anch’io mi fido dei miei pregiudizi (come potrei fare altrimenti?) alcuni me li tengo stretti e li coltivo (come quello su Heidegger di HMSX @56 e per gli stessi motivi), altri li metto al vaglio e ne verifico la pertinenza quando ne ho l’occasione. Siccome ho un pregiudizio nei confronti dei kōan (anzi più precisamente nei confronti della possibilità di tradurre un kōan dal cinese in qualunque altra lingua) questa è l’occasione per metterlo al vaglio con me stesso. Allora, questa situazione attuale mi sembra un grande kōan, dovunque mi giro trovo contraddizioni, certe cose che penso paiono rendermi vicini figuri da cui mi so e mi tengo sideralmente lontano (prossimo che non posso né ho voglia di amare), sono in disaccordo con persone che stimo, riconosco la liceità e l’utilità di misure sanitarie che ritengo deleterie su un altro piano, e via dicendo. Insomma, davvero un disastro!
18 Maggio 2020 alle 7:34 am
Travisazione del termine “amore”, quello travisato qui non c’entra nulla.
Per mia opinione.
Non è chiaro il significato del termine, e non è un particolare da poco in ambito buddista.
Risolvo il Joan in questi termini:
Questo governo,per quello che ha fatto e che fa alla vita di sessanta milioni di persone,
Va assolutamente disintegrato.
18 Maggio 2020 alle 7:35 am
…@59…risolvo il Koan…
18 Maggio 2020 alle 12:34 pm
‘Risolvo il koan’
🤣🤣🤣
18 Maggio 2020 alle 2:06 pm
Uno stereotipo non risolve nulla
18 Maggio 2020 alle 4:05 pm
Esattamente
18 Maggio 2020 alle 8:10 pm
Mi piace la tua risposta, tuttavia,
Ci sono dei momenti in cui si deve proprio esseere ” esattamente” quello che è necessario essere, nello stereotipo e oltre lo stereotipo.
Sinceramente,negli interventi che si succedono rilevo una scarsa, quando non assente, consapevolezza degli aspetti Paramartha Satya e Samvrti Satya, non dico Yushin o Jiso che sicuramente conoscono questo aspetto del procedere buddista, negli altri interventi non trovo rispondenza della conoscenza di questo punto della dottrina che ha un suo significato e valore.
19 Maggio 2020 alle 9:14 am
Buongiorno,
a mio modesto parere, direi che il superamento di “due e non-due” è questione centrale nel mahāyāna, un motore potente e una dichiarazione di intenti che, come dicevo in un precedente commento, credo si discosti decisamente da quello che oggi potremmo definire bio-etnocentrismo. Ma in questo apprendimento in itinere, senza il quale il buddismo è lettera morta, la messa a punto di quel motore la fanno karuṇā e ahimsā, insieme ovviamente a zazen e una bella dose di fede che sostiene tutto l’ambaradan. Ma chissà, magari è meglio che mi dia al cattolicesimo.
19 Maggio 2020 alle 6:47 pm
Quindi,
disintegrare questo governo,
significa stare dentro l’ordinario,lo stereotipo,e produrre le condizioni per il suo superamento, evolutivo o involutivo, dipende da noi.
Noi e loro, non siamo la stessa cosa.
C’è una totale frattura tra amministrati e amministratori e gli interessi degli uni e degli altri non convergono.
Quindi,
è necessario ricomporre questa frattura.
Ci troviamo in un regime di polizia assolutamente immotivato e persecutorio.
Quello che si sta subendo qui da parte del governo,non avviene in nessuna altra parte che non sia una dittatura.
Nessuno porta mascherine per legge.
Nessuno viene sanzionato per muoversi.
Nessuno deve autocertificarsi per vivere.
A nessuno è impedito di frequentare palestre, spiagge, ristoranti,bar.
Nessuno porta più la mascherina a Wuhan…
Non esistono giustificazioni per le azioni compiute da questo governo.
Tralasciamo poi l’imposizione di protocolli di cura che si sono rivelati esiziali per i malcapitati e il divieto governativo di eseguire autopsie che avrebbero permesso di capire meglio la situazione e applicare la giusta terapia.
Sapevano già da inizio gennaio dell’arrivo della pandemia, si sono approntati strutture e cure per loro e hanno minimizzato e lasciato cadere le richieste di quegli amministratori che chiedevano rigore e controlli.
Si potrebbe continuare per ore…
19 Maggio 2020 alle 6:54 pm
No Nello, per favore, non continuare per ore.
7 Giugno 2020 alle 4:26 pm
Per gli ecumenici e i dialoganti, un preciso e puntuale intervento del cardinale monsignor Carlo Maria Viganò, buona lettura
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/chiesa-cattolica/8947-l-appello-di-mons-c-m-vigano
8 Giugno 2020 alle 6:53 pm
Il venerabile Jōchō Yamamoto, autore di Hagakure, diceva che criticare gli altri è estremamente difficile. È certamente vero. Le unanime critiche rivolte a Nello, per esempio, hanno sortito come effetto il commento 68. Ed egli potrebbe continuare per ore (per giorni, per mesi, per anni…).
Non me la sento di lavarmene le mani. Tenterò quell’atto di carità – così la definisce Yamamoto – che è la critica, usando il tatto che si conviene a una persona tanto ruvida come Nello.
1) Mio zio di Genova è morto a 76 anni di covid-19 dopo 20 giorni di agonia. Questo è un fatto. Volevo bene a mio zio e volevo che non morisse. Forse l’amore è questo: volere che l’“altro” non muoia (cfr. @59).
8 Giugno 2020 alle 6:55 pm
2) Siccome mi ripugna il nichilismo, respingo l’idea che legittimerebbe qualsiasi opinione in quanto espressione di un punto di vista. Poiché i fatti esistono, non tutte le opinioni possono essere accettate. Credo nella verità e nella sua unicità. Una posizione scomoda, ma è la mia. Faccio un esempio. Quale che sia il piano della immaginazione di Nello nel quale l’intervento dell’on. Sara Cunial sarebbe “eccellente” (v. @35), quel piano non è il piano della realtà. Nel piano della realtà, per trovare un intervento eccellente di un parlamentare, bisogna andare in Portogallo e ascoltare il discorso che Rui Rio, leader dell’opposizione, ha rivolto al Governo durante la fase acuta della pandemia. In altri termini, che Rui Rio sia un exemplum e Sara Cunial una “poveretta” non è un punto di vista. E non è neanche un punto di vista che la lettera del cardinale Viganò sia miserrima, così come non è un punto di vista che il racconto acchiappa-click dei gravi fatti che stanno sconvolgendo il mondo sia demenziale.
Cito il filosofo Pascal Engel, per illuminarmi d’autorevolezza riflessa e anche per non prendermi la responsabilità di dirlo io: «La produzione di stronzate, che era endemica nella stampa, è diventata pandemica sui media, su internet e sui social network, che la diffondono in dose tale che è diventata una forza politica. Fa parte di quella che è stata chiamata l’ era della post-verità, che sarebbe meglio chiamare l’ era delle stronzate».
3) Il venerabile Yamamoto raccomandava, oltre al tatto nella critica al prossimo, anche il silenzio (mi raccomando) e l’umiltà, specie dopo i trent’anni.
Torno ai miei studi su Hieronymus Bosch. Non riesco a capire se nel dipinto “L’Estrazione della pietra della follia” sia più pazzo il chirurgo o il paziente. Credo il chirurgo.
10 Giugno 2020 alle 5:29 pm
Non so se Nello @ 68 scherzava quando ci ha proposto il “preciso e puntuale intervento del cardinale monsignor Carlo Maria Viganò (di cui è firmatario il prof.Francesco Lamendola dell’Accademia Adriatica di Filosofia Nuova Italia)”. Però ne è uscito qualche cosa di interessante: guardate il sito di questa Accademia Adriatica, è una cosa talmente fuori … da ogni logica o razionalità da sembrare impossibile.
Xsmx @69: penso che la tua definizione di amore, per quanto comprensibile, sia un poco viziata dall’egoismo. Volere che l’altro non muoia, sic et sempliciter, significa ‘non voler perdere’ quella persona, ovvero ‘volerla ancora’. Indipendentemente dal suo bene. Io mi fermerei un poco prima: essere disponibile, sia che muoia sia che non muoia, secondo il suo bene. E questo, il suo bene, ha da essere secondo il suo discernimento, non il nostro. Al che ‘ci sta’ anche il morire.
Xsmx @70: non conoscevo quel quadro di Bosch. È molto complesso. Non da ultimo il fatto che il chirurgo (al cospetto di un monaco e di una suora con un libro sulla testa) dalla testa del ‘paziente’ estragga un fiorellino. Chi è più pazzo? Certo Bosch, seppure in tutt’altro senso.
11 Giugno 2020 alle 5:14 pm
Più che l’accademia adriatica di filosofia,il tema era l’intervento del Cardinal Viganò, cui seguono una lunga lista di firmatari.
Che poi, l’accademia sia fuori da ogni logica e razionalità,se per logica e razionalità si intende qualcosa di contrario a quanto propone, vuol dire che la stessa logica e razionalità sono completamente perdute e non ve ne è in nessun ambito.
Viva il Cardinal Viganò
Poi parliamo di logica e razionalità…
11 Giugno 2020 alle 5:37 pm
@ 72 Uuuuh, non ci addentriamo in discussioni sulla natura di logica e razionalità, per favore. Ho usato quei termini solo perché affermare che gli articoli dell’Accademia (tra i quali compare anche l’accorato appello del Cardinal Viganò) mi sembrano “fuori come poggioli” mi era parsa un’espressione troppo forte per questo morigerato blog …
12 Giugno 2020 alle 11:09 am
Non sono del tutto convinto che «Forse l’amore è questo: volere che l’“altro” non muoia» (HMSX @69) sia una «definizione di amore, per quanto comprensibile, un poco viziata dall’egoismo» perché «Volere che l’altro non muoia, sic et sempliciter, significa ‘non voler perdere’ quella persona, ovvero ‘volerla ancora’» (mym @71). Non necessariamente. Si può volere che l’altro non muoia non per continuare ad averlo/la, si può volerlo anche per “dopo la propria morte”. Si può cioè volere l’impossibile (in questo caso una doppia impossibilità) e forse questo è una forma di amore.
12 Giugno 2020 alle 2:10 pm
Molto profondo il commento di mym @71. Mi viene in mente Schopenhauer: «questo è il saṃsāra e tutto quanto in esso lo proclama; ma più di tutto, il mondo umano, nel quale, dal punto di vista morale, predominano in modo spaventoso la cattiveria e la bassezza e, dal punto di vista di vista intellettuale, l’inettitudine e la stoltezza. Tuttavia in esso, sebbene molto sporadicamente, ma pur sempre sorprendendoci ogni volta, si hanno manifestazioni di rettitudine, di bontà, anzi di nobiltà d’animo, così come pure di grande intelligenza, di pensiero, anzi di genialità. Queste non scompaiono mai del tutto: le vediamo scintillare avanti a noi come punti splendenti che spiccano dalla grande massa oscura.
Dobbiamo prenderle come pegno che in questo saṃsāra è insito un principio di bene e di redenzione, che può riuscire ad affermarsi compiendo e liberando tutto.»
Registro che ne il sito della Stella c’è una eccezionale concentrazione di questi punti splendenti descritti da Schopenhauer. Ci tengo a smorzare gli entusiasmi: bisogna ammettere che gli indubbi meriti degli astanti brillano così tanto perché gran parte dell’internet sta diventando una cloaca. Un amico descrive così l’angoscia di questi tempi: «È come vivere negli anni di piombo, ma con il ritardo mentale al posto delle armi.»
@Jf «Ma l’amore che cos’è? Bravo chi lo sa capire», diceva una canzoncina della mia infanzia.
12 Giugno 2020 alle 2:12 pm
> Più che l’accademia adriatica di filosofia, il tema era l’intervento del Cardinal Viganò…
Il tema vero sarebbero le deliziose vignette di BuddaZot, tuttavia tale tema è stato presto soppiantato da un altro tema, che non è né è l’accademia adriatica di filosofia, né l’intervento di Viganò (uno condannato a restituire al fratello disabile quasi 2 milioni di euro che gli aveva rubato), bensì il Frequentatore tipo di tale sito, il quale, convintosi del ruolo manipolatorio dei media mainstream, comincia ad apprendere la logica da un professore di filosofia che in tutta serietà sostiene che il buon Dio avrebbe mandato sulla terra tre figure luminose – Trump, Putin e Viganò – per condurre l’umanità fuori dalle tenebre, e finisce, il Frequentatore, egli stesso manipolato, spammando, con la protervia di un asino, colossali scemenze sul sito della Stella, come fosse un troll qualunque di Salvini.
Non dico che ci siano gli estremi di un TSO, ma un coppino il prof. di filosofia se lo meriterebbe. Anche perché, dopo i trent’anni, certe tare non sono più operabili.
Dunque, ricapitolando, se capisco bene, il Frequentatore prende lezioni di logica da Lamedola, lezioni di morale da Viganò, lezioni di politica dalla Cunial.
«I have no kind of investigative mind. Zero. It took me six days and 23 minutes to figure it out»: dica la verità, conte Mascetti, è lei?
12 Giugno 2020 alle 2:30 pm
Hmsx, lei è già stato ripetutamente invitato a stare sul pezzo evitando giudizi su chiunque proponga il pezzo.
Le rispondo, spero, una volta per tutte.
Lei non si occupi del sottoscritto in nessuna forma.
Lei, per me, è un idiota assoluto,
quindi,quello che dice, su qualsivoglia argomento, per me, vale zero.
Se poi, il suo argomento, divento io, le devo rigorosamente ridire che lei è un idiota similbuddhista assoluto.
Capisce??
Ho detto e ripetuto fuori dai cocombres. Scemo.
12 Giugno 2020 alle 2:35 pm
I massoni hanno come riferimento Lucifero, quindi, mym e jf, se date corda a Lucifero si va dritti all’inferno.
12 Giugno 2020 alle 2:53 pm
Dai, no, Lucifero, no.
https://www.ilfoglio.it/il-bi-e-il-ba/2020/06/12/news/da-oggi-i-fanatici-trumpisti-hanno-anche-un-pastore-in-vaticano-320865/
NB. Lo capisce anche un osservatore distratto che hai una malattia invalidante.
12 Giugno 2020 alle 4:37 pm
Lasciamo Lucifero alle sue funzioni, non sono affar nostro.
A ogni buon conto, per quanto mi riguarda ritiro la corda. Mi pare sia stato detto fin troppo, per questo giro. E invito ad astenersi sempre dai commenti offensivi personali.
13 Giugno 2020 alle 3:05 pm
Tat Tvam Asi. Il signor “ogni persona minimamente lucida etc” (v.@35), nonché risolutore di kōan per autocertificazione (v. @59), frigna per il ricorso all’argomento ad hominem. Uno stratagemma scorretto, lo ammetto, che però si rivela utile quando si vuole sbrigare velocemente una disputa. Nei tribunali, l’ammissibilità di una testimonianza è subordinata alla capacità di intendere e volere del teste. Se si dimostra che la facoltà di giudizio del teste è compromessa, la testimonianza è inattendibile.
La mancanza di giudizio è la definizione precisa di stupidità, stimare come eccelse cose dappoco il suo corollario.
Mi scuso preventivamente col benevolo lettore per dover argomentare l’ovvio.
13 Giugno 2020 alle 3:06 pm
Riassunto delle puntate precedenti.
Le vignette di BuddaZot hanno la qualità della leggerezza. Se qualcuno mi chiedesse “cos’è la grazia?”, direi “guardati le vignette di BZ”. Cioè, il tema sarebbe: le vignette di Bz, impressioni, sensazioni e stati d’animo.
Ovviamente i pedanti non piacciono a nessuno e l’off-topi ‘ci sta’ (considerato anche quello che stiamo passando). Fino a quando le parole sagge di jf @14, 47 etc, quelle sbigottite di Fago @ 37, 40, quelle equilibrate di AdO @ 42, 53 etc, quelle sardoniche di doc @59 hanno formato un sol coro di “Nello, ma che stai a di’?” Risposta: “Bill Gates ordisce per metterci i microchip sotto pelle” (più o meno è questo il repertorio).
Di fronte a un tale “pezzo”, la cosa più illogica da fare è replicare in modo puntuale. Non resta che il ricorso all’ironia per provare la ragionevolezza dell’uomo nonostante tutto.
Anche perché un “buddista-tutto-di-un-pezzo”, e forse a causa di questo, che si mette a fare sfoggio di alterigia @41 e altre viziosità spirituali, fa ridere (fa ridere?).
Essendo un buddhista “eterodosso” – ammesso che questa formula abbia senso – miro alla santità e resto fedele al retto agire, retto sentire. Mi auguro che prima o poi (meglio poi) Nello si degni di darci una spiegazione argomentata e non imbonirci col gioco di prestigio del “metti il piano, togli il piano, contropiano”, un evergreen del suo repertorio, che mi fa sempre scompisciare, ma che non è un argomentazione.
Anche perché il passaggio da “buddista-tutto-di-un-pezzo” e feroce anticristiano, a soldato dell’esercito della luce di Viganò, è un numero di alta magia.
Ps: sto talmente sul pezzo da sentire il profumo del fiorellino che ti è spuntato in testa.
13 Giugno 2020 alle 3:06 pm
@jf, 80.
Le offese personali sono sempre deplorevoli. Purtroppo in quest’epoca di suscettibilità diffusa sono diventate il modo abituale di relazionarsi, specie sui social, e divampano persino quando si fa dell’ironia bonaria. Sarà che invece di frequentare i corsi accelerati di saṃvṛti-satya e paramārtha-satya me ne stavo a disegnare il sorriso del Buddha.
13 Giugno 2020 alle 7:47 pm
13 Giugno 2020 alle 7:49 pm
Tanto per sorridere un po’ dei nostri meccanismi.
15 Giugno 2020 alle 6:11 pm
Ciao Doc,
Non vedo che cosa c’entri ma è una scena veramente notevole, da molti punti di vista. Mi è sempre piaciuta molto.
16 Giugno 2020 alle 6:02 pm
In quella scenetta personalmente ci ho visto due meccanismi ‘mentali’, di funzionamento, che mi pare intervengano nella dinamica di questi blog.
Il vezzo di ‘titillare’ la reattività dell’altro – si potrebbe dire provocazione, ma è troppo forte come termine, in questo frangente – mirata a fargli esprimere una risposta viscerale, non filtrata da opportunità, correttezza o calcolo.
Mazza la vecchia…. per capirci
Il gioco mentale di: rispondo/non rispondo; lascio cadere/ma no, glielo dico; ci sono cascato/ è giusto non lasciar perdere … fino a …Col Flit! (o il silenzio)
A volte tacere è buona cosa, a volte lo è rispondere. Se parlassimo solo di concetti, avulsi dalla nostra reattività e dalle nostre dinamiche mentali – cosa peraltro impossibile – sarebbe molto meno interessante e istruttivo.
imho
16 Giugno 2020 alle 6:12 pm
Grazie Doc, concordo.
In effetti, solo da questo punto di vista veh!, la pagina dei commenti è … una rete per tonni 😇
16 Giugno 2020 alle 7:18 pm
Scusa doc @87,
che senso avrebbe ribadire che quando è giorno è proprio giorno e lo è per tutti e su tutti come affermi nel tuo post??
Ritieni che sia sufficiente dire che è giorno per fare luce sul giorno?
O semplicemente ti interessa ratificare i meccanismi della norma?
Pensi che la norma non possa connettersi con altre norme e quindi operare una ipotesi di trasformazione?
Quali sarebbero, secondo te, i prerequisiti perché questa dinamica possa prodursi e coprodurre?
Così tanto per una cronaca di diversa prospettiva.
17 Giugno 2020 alle 12:26 am
Ciao Nello.
Non mi pare, pur rileggendo, di trovare corrispondenza tra quanto ho scritto e i presupposti delle tue interrogazioni (… per tutti e su tutti; ratificare; norme..).
17 Giugno 2020 alle 12:27 am
Mi proponi di approfondire la questione secondo parametri che forse a te sembrano ovvi (operare una ipotesi di trasformazione; connettersi con altre norme; questa dinamica possa prodursi e coprodurre…) ma che dovresti secondo me quantomeno definire/contestualizzare meglio.
Però ho la sensazione che tu abbia già parecchie idee in proposito: potresti esporle.
17 Giugno 2020 alle 12:27 am
Non so che altro dirti. Sinceramente, con tutta la mia buona volontà, non capisco. Limite mio sicuramente. Ma per continuare eventualmente questa conversazione dovresti proprio rendermi intellegibili – magari semplificando e decodificando il linguaggio – le tue domande. E magari farmi prima sapere se hai capito e se condividi o no, e perché, quanto ho scritto a Mym.
17 Giugno 2020 alle 5:37 am
Doc tu dici “il vezzo di titillare la reattività dell’altro…” questa per esempio, è una ipotesi di “norma”, mi sembra che nessuno qui, a parte soggetti completamente digiuni di educazione non solo buddista, sia motivato da quel tipo di intenzione che per me si circoscrive ai soggetti medesimi e quindi non si può estendere alla “dinamica di questi blog” come dici.
In genere, quello che anima il dibattito sono argomenti condivisi per ognuno dal proprio piano di comprensione dell’oggetto dibattuto, fattore che esclude il soggetto intetagente o proponente l’oggetto di relazione.
Con il mio intervento, per cercare di avere chiarimenti sul tuo, intendevo ribadire la necessità di confrontarsi sui temi e correggere eventuali deviazioni dai temi attraverso i temi stessi, quindi non rilevando le particolarità di chi espone.
Per esempio, se per caso ci fossero le condizioni per un dibattito sulla Scuola di Kyoto, o Heidegger, o il filosofo fiorentino che era ministro dell’istruzione durante il ventennio e ucciso a fine conflitto, tutti ritenuti filonazisti, sarebbe abbastanza limitativo liquidarli perché politicamente inaccettabili.
Spero di avere chiarito, almeno in parte. Ciao
17 Giugno 2020 alle 6:11 pm
Ciao Nello, grazie delle delucidazioni.
Provando a conoscerci.
Di solito sono interessato molto più alle persone ed ai movimenti mentali delle stesse (io in primis) che non agli argomenti, ai temi ed ai dibattiti, che spesso e volentieri ruotano intorno a concetti, idee, costruzioni mentali spesso viziati da ideologie.
Sarà indole, sarà la storia personale di ciascuno: poco cambia.
Quando alla mia porta suonano un venditore di aspirapolveri o venditori della bibbia di Geova, io sono più interessato alle motivazioni che li hanno portati lì, alle dinamiche e strategie che mettono in atto per ottenere il loro scopo, al loro linguaggio mimico e posturale che non all’aspirapolvere o alla Bibbia, dei quali mi importa nulla (a meno che mi serva un aspirapolvere, ovviamente).
Restando in metafora. Le bocce sono gli argomenti, i temi, gli oggetti del dibattito. Il campo e la partita, il dibattito. I soggetti interagenti, i giocatori. Ecco, di solito questi ultimi sono la cosa cui dedico la mia attenzione.
Ovviamente non si tratta di aut-aut. Nessuna preclusione alle idee, ai dibattiti ecc.; ma se li fanno altri preferisco.
17 Giugno 2020 alle 6:13 pm
Voglio ben sperare che nessuno qui sia motivato dall’intenzione di titillare i nervi di qualcun altro, per il puro gusto di farlo; sarebbe veramente squallido.
Però la mente funziona come funziona, e certi atteggiamenti e comportamenti – ed anche vezzi – sfuggono talora alla nostra volontà ed al nostro controllo. E spesso sfuggono anche alla nostra introspezione, alla nostra auto diagnosi. Per cui possiamo avere comportamenti non in linea con le nostre intenzioni senza neppure rendercene conto o comunque senza essere in grado di passare oltre, o quantomeno di controllarli. Direi che è esperienza comune nella vita quotidiana. Il buddismo non ci fa diversi.
Inoltre a volte, più o meno consciamente, il nostro pilota automatico interiore ritiene che il fine giustifichi i mezzi. Per cui bastonare qualcuno o titillarne la suscettibilità può essere considerata cosa buona e santa. E’ è interessante, per me, osservare i processi mentali che sostengono certe autogiustificazioni. Spesso si tratta di stereotipi culturali e comportamentali di gruppo. Ma naturalmente non si può generalizzare.
Mi fermo qui; spero di averti mostrato qualcosa del mio volto e spero che ciò serva a nutrire ulteriore rispetto reciproco.
17 Giugno 2020 alle 6:13 pm
Questo blog a volte mi sembra una sorta di ‘mondo’ zen permanente virtuale; è un gioco dove – per quanto mi riguarda – più che quel che uno dice, conta il perché lo dice, come lo dice. Come reagisce alle parole altrui. Come ne esce. Dove spesso ‘vincere è illusione, perdere è illuminazione’. Ma probabilmente mi sto allargando troppo… chiedo clemenza.
5 Luglio 2020 alle 5:10 pm
È talmente vero che ‘vincere è illusione, perdere illuminazione’ che l’Hagakure (si capisce che è il mio libro preferito?) ne è il compendio. Jōchō Yamamoto, infatti, per una serie di assurde ragioni, si trova nell’impossibilità di commettere il seppuku (il suicidio per disperazione è una ignominia) e decide di prendere i voti buddisti lasciandoci in eredità un capolavoro.
Sono molto d’accordo anche con il resto dei commenti, in particolare con @95, però per ragioni opposte, nel senso che proprio il buddismo ci fa – o dovrebbe farci – diversi.
I temi posti da Nello sono così assurdi che un uomo rispettabile li ha liquidati così “fuori come poggioli”. La sentenza di mym @73 fa Cassazione. Questione chiusa. Ciò significa che il dibattito investe chi lo propone? Conoscendo la suscettibilità del soggetto direi “qui casca l’asino”. Proprio perché ‘il buddismo ci fa diversi’, sappiamo quanta importanza hanno i ‘fattori mentali’ nell’insegnamento dell’Abhidhamma, che qui traduciamo in modo lasco con “psicologia buddista”. Buddha aveva capito che la radice dell’ignoranza, dell’errore, della sofferenza etc sta nel funzionamento della mente, anticipando di molti secoli ciò che scriverà Nietzsche nell’aforisma 23 di “Al di là del bene e del male”, dove auspica che la psicologia diventi la regina delle scienze «giacché la psicologia è la via… che porta ai problemi fondamentali.»
Per fare un esempio, le ragioni per cui un cattolico non viene persuaso dalle evidenze mediche sull’impossibilità della resurrezione della carne allignano nella psiche, non nella logica. Dunque la psicologia come via breve per la confutazione delle religioni, almeno di quelle monoteistiche.
Niente di personale, puro esercizio spirituale.
Oppure, se c’è qualcosa di personale, specie nel “vezzo di titillare la reattività dell’altro”, non sta nello squallore o nella maleducazione, ma nel… “‘mazza la vecchia!”, cioè nell’irresistibile birichinata di smascherare la religiosità – le convinzioni – dell’altro. (Cosa sei buddista zen a fare se perdi le staffe per un nonnulla?) Un po’ come quando si saggia la religiosità dei cattolici della domenica che in nome dell’amore di Dio sono pronti a bruciare streghe e eretici.
(Sono sicuro che ciò non sfuggirà al piano della comprensione di Nello attento com’è a dare patenti di buddità a destra e manca).
7 Luglio 2020 alle 11:56 am
Ciao hsmx, un po’ lunghetto, stavolta. Ma il tuo argomentare è gradevole, nella sua lentezza si segue volentieri. Si capisce che mi piace come scrivi?
C’è un punto che mi ha titillato più di altri: l’uso del termine psicologia riferito a Buddha, come risulta nel parallelo con Nietzsche. Dire ‘verità’ rischia di titillare i relativisti; direi che si tratta di osservazione della realtà, ripetuta sino alla certezza.
I veri buddisti perdono le staffe per un nonnulla. È ‘il dopo’ la parte che li fa veri buddisti.
1 Agosto 2020 alle 6:27 pm
Non è la lentezza, specie in questi tempi concitati, una follia?
Ebbene, questa follia venne a me e io le offro ospitalità finché vuole!
Parlare di verità è pericoloso. Sia perché la ricerca della verità è un mestiere pericoloso, sia perché chi crede di possederla finisce per imporla agli altri. Tuttavia l’urto tra la razionalità, intesa come un appello a un tipo di verità impersonale e universale che solo rende possibile la cooperazione tra gli uomini, e l’irrazionalità, rappresentata dalle passioni private, pare inevitabile.
La verità è una proprietà di ciò che si afferma o si nega. Non esiste una Verità come ente a sé, una verità ontologica; esistono solo proposizioni vere, quando quello che affermano corrisponde ai fatti, alle cose, alla realtà, quando cioè non sono false. (L’adaequatio rei et intellectus è un punto di arrivo, un atto creativo; non il fondamento del rispecchiamento passivo delle cose come vuole la scolastica.)
Dunque la verità non è una cosa a sé stante, ma è sempre idealmente in coppia con la falsità, e vale in alternativa con questa.
1 Agosto 2020 alle 6:28 pm
C’è un’eccezione: quando si dice che Dio è la verità, come dicono i cristiani, o che l’Idea o l’Assoluto sono la verità, come dice Hegel, o che l’Essere è la verità come dice Heidegger. Nel caso dei cristiani si può capirlo dato che Gesù disse «Io sono la verità». Però alla domanda «Che cos’è la verità?», Gesù rispose a Ponzio Pilato che lui era venuto per testimoniarla. Ossia per testimoniare che era il figlio del padre dei cieli e che la vita andava vissuta secondo la sua predicazione, rendendo automaticamente false tutte le altre concezioni. Però anche qui siamo sempre alla verità come proprietà di ciò che è vero, alla verità di ciò che si predica e non alla verità ontologica. Nel caso di quest’ultima, quando si dice che Dio o l’Essere o l’Idea sono la verità, si vuole solo esaltare l’importanza del concetto. Dunque la verità non c’entra, o se c’entra, è sempre la verità come contrario della falsità.
Nella sfera intraumana la verità ha soprattutto un senso dialettico, e opponendosi alla falsità, può essere oggettiva e definitiva, come quando affermiamo che la Terra gira intorno al Sole.
Ma la verità ha anche un senso “mistico”, trascendentale. E nella sfera extraumana i fatti sono sempre e solo interpretazioni. Per fare un esempio: «Dio è morto» è una interpretazione; «Emanuele Severino è morto» è un fatto, che è una cosa diversa da una interpretazione.
1 Agosto 2020 alle 6:29 pm
La questione della psicologia è strettamente connessa con il limite del metodo scientifico e con il concetto di verità unica. Passaggi duri e controversi che bisogna articolare bene per non essere fraintesi. La vera sfida però non sta nella stringatezza dell’esposizione – poche cartelle – quanto nella traduzione in formule buddiste. Roba da “scomunica”. Mi sento quasi come quel maleducato di Mizoguchi, il protagonista del romanzo “Il padiglione d’oro”, che voleva farsi monaco zen solo per bruciare il tempio.
Un saggio di quello che provo a dire ce lo offre Nietzsche in Genealogia della morale, “il primo libro sulla psicologia del prete”, secondo le parole dello stesso autore. Nietzsche smaschera i motivi, consci e inconsci, che stanno alla base dell’agire pretesco, e mostra come dietro le pretese della fede, si celino bisogni fisiologici. Attraverso la psicologizzazione del cristianesimo – una cosa inedita – egli diede ad esso, con un’efficacia di gran lunga superiore alla opposizione esercitata sul piano delle idee dagli illuministi, il colpo di grazia.
Un accorgimento che, con le dovuti cautele, può applicarsi a fedi e ideali di ogni genere. E se è vero che non tutto può essere psicologizzato, è anche vero che alcune psicologie sono universali (non nel senso che valgono per tutti, ma nel senso che rappresentano tutti coloro che per inclinazione e sensibilità non si accontentano di verità grossolane e mirano a un ideale di miglioramento).
4 Agosto 2020 alle 9:05 am
Ciao Hmsx, bentornato.
Sei ‘in ferie’? Il tuo argomentare, questa volta, appare più … ozioso del solito.
Va bene la lentezza. Ma la velocità offre un tipo di cura (per pochi, lo ammetto) che mantiene liberi.
Sono molto d’accordo su “Dunque la verità non è una cosa a sé stante, ma è sempre idealmente in coppia con la falsità, e vale in alternativa con questa”. Sembra … la verità.
La psicologia è un buon metodo, se peschi a strascico, nel mondo di giusto e sbagliato, buono e cattivo ecc. Non offre la possibilità oltre sé stessa, l’uscir dal fango e dall’acqua, tipo il fior di loto.
4 Agosto 2020 alle 5:15 pm
Vacanza? Magari. Sto lavorando come un ciuccio. Concentrazione richiesta alta, al punto che mi sono proibito l’internet. Infatti ho appreso delle novità della Stella giovedì e usato il weekend per mettermi in pari, solo dopo aver commentato. Ne avrò per altri due mesi, come minimo. Significa che sono a corto di quella mostruosa energia richiesta per l’assemblage, come dicono i francesi. Anche perché questa combinazione, per poter essere sottile e efficace, deve essere fatta d’impeto, cioè coperta e travolta dalla ispirazione.
«Se ci fossero tanti Gange quanti granelli d’arena ci sono nel Gange e poi tanti Gange quanti granelli d’arena nei nuovi Gange, il numero dei granelli d’arena sarebbe inferiore al numero delle cose che il Buddha ignora.»
Nāgārjuna
4 Agosto 2020 alle 5:16 pm
La trasformazione della filosofia in psicologia è la conseguenza dello scepsi assoluta di Nietzsche secondo il quale la realtà è una X inconoscibile, per cui lo studio dell’uomo sulla realtà si sostituisce con lo studio dell’uomo sull’uomo. La verità è ridotta a mera convenzionalità. Gli uomini si accordano tra loro su certe cose importanti per la vita.
Una posizione simile al buddismo Mahayana. Secondo Paul Deussen, il buddismo Mahayana usa e abusa della logica per demolirla, – come fa Nietzsche aggiungo io – per cui «il Mahayana si distingue per il suo idealismo assoluto».
Paul Deussen fu uno degli amici più cari di Nietzsche fin dai tempi del ginnasio. Quando divampò il culto del filosofo di Röcken, pubblicò Ricordo di Nietzsche, dove, tra le altre cose, gli mosse alcune critiche. Per esempio, confutò in poche e semplici frasi la teoria dell’eterno ritorno del divenire. Fu uno stimato orientalista. La sua lettura del buddismo è fortemente influenzata da quella di Schopenhauer.
4 Agosto 2020 alle 5:17 pm
A proposito del buddismo, Deussen scrisse: «Penetrare intellettualmente la dottrina del Buddha non è importante: essenziale è l’illuminazione interiore».
Il buddismo è una disciplina con uno scopo eminentemente pratico: liberarci dalla sofferenza.
(v. La parabola della freccia avvelenata).
Ammesso che il satori si intrecci con la metafisica, ciò accade perché la speculazione astratta è il mio talento particolare. Se una cuoca, per dire, trovasse noiosissima la filosofia, ciò non le impedirebbe di raggiungere l’illuminazione. Conta la meditazione, che ci prepara a quel lampo improvviso che è il satori. Una sensazione di intensa felicità dove intuiamo in modo istantaneo che la nostra vita passata è assorbita dal Tutto, che la pace e il conforto costituiscono una ricompensa immediata. Per conseguenza gli atti più comuni vengono compiuti con spirito religioso elevando la nostra vita.
Ma ho finito lo spazio; – e i vari impedimenti mi suggeriscono di pazientare, di far crescere questa verità che non compare tra quelle innumerevoli insegnate dai Buddha. Allora, parafrasando, «taccio… e speriamo di non morire!» Confido nel karma.
4 Agosto 2020 alle 6:29 pm
Se ti fossi fermato a “Conta la meditazione” ti avrei approvato in pieno, con ammirazione.
Da quel “conta” in poi … son le solite storie.
5 Agosto 2020 alle 9:24 pm
Ho intenzionalmente banalizzato la descrizione del satori. Quello che viene dopo il “conta” ha come interlocutore ideale l’ex abate Muhō Noelke, la cui testimonianza è la solita storia del “Non predestinato alla conoscenza”, secondo l’aforisma 25 della Gaia scienza, ovvero di un “bambino di ferro”. Espressione, quest’ultima, appresa da una amica è che a suo dire veniva usata nel buddismo antico per indicare le menti troppo bisognose e dunque impossibili da salvare.
Mentre, per definizione, una storia che non è stata ancora raccontata, non può dirsi solita.
6 Agosto 2020 alle 8:04 am
Dovresti fare l’avvocato 😛
L’espressione ‘bambino di ferro’ non è male, non la conoscevo.
Nel buddismo un po’ meno antico ho sentito usare il termine ‘pollastrone’…