Mer, 8 Gen 2020
Dalla Lettera agli amici, Qîqājôn di Bose: «Guardando ai nostri giorni e, in particolare, all’ultimo anno trascorso, noi vediamo il dilagare dell’odio nei comportamenti e a livello verbale, sui social come nelle conversazioni quotidiane, vediamo un inumano che si fa strada tanto nelle relazioni quotidiane, quanto nelle politiche: stiamo vivendo tempi cattivi, in cui quasi ci sa fa un vanto della cattiveria.
Quasi si rivendica un diritto alla cattiveria. Da politiche di respingimento nei confronti di migranti, a impedimento a soccorrere in mare chi è in difficoltà e rischia la morte, a episodi odiosi di violenza e intolleranza verso stranieri braccianti che lavorano per pochi soldi nelle campagne del nostro Meridione, tanti sono i gesti di cattiveria e inumanità che colorano di tinte tenebrose i nostri giorni e riguardano governi nazionali e singoli cittadini, financo ragazzi e adolescenti che crescono nell’insegnamento del disprezzo verso il povero e lo straniero.
Vediamo aumentare esponenzialmente gli episodi di intolleranza xenofoba e le violenze di chiara impronta fascista e razzista ad opera sì di frange minoritarie, che tuttavia sentono, da un lato, di poter godere della comprensione e del supporto di una fetta consistente della popolazione, dall’altro, di essere legittimati da discorsi e atteggiamenti di responsabili della cosa pubblica. Potremmo dire: da responsabili irresponsabili. Perfino alcuni amministratori pubblici locali hanno attuato disposizioni discriminatorie nei confronti dei non italiani, palesemente in contrasto non solo con l’etica cristiana ma anche con il dettato costituzionale… »
Qui sotto trovate il testo completo
Monastero di Bose. Lettera agli amici, Avvento 2019
90 Commenti a “Dai fratelli e le sorelle di Bose”
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9 Gennaio 2020 alle 12:38 pm
Una bella bordata alla cultura identitaria cattolica, e oltre. Chapeau!
11 Gennaio 2020 alle 9:36 am
Per la serie: va male e perciò andrà peggio.
I problemi di cui parlano i monaci e le monache di Bose, chiaramente espressi, con un improbabile ma possibile cambio culturale, potrebbero essere risolti, o di molto attenuati, nell’arco di qualche decennio.
La mia/nostra generazione, invece, ha lasciato, sta lasciando alle generazioni successive un mondo in condizioni tremende, in senso strutturale, dal punto di vista ambientale, della distribuzione delle risorse, della diffusa presenza di guerre e della morale corrente. Non si salva nulla. Non intendo dire che ‘quelli prima di noi’ fossero migliori: non avevano gli stessi potenti strumenti per fare danni, e quindi ne hanno fatti di meno. Noi, la nostra generazione ha avuto potenti strumenti e li ha usati per distruggere il (avviare la distruzione del) pianeta nel suo assetto attuale. Certo, la scienza medica cura malattie impensabili da curare anche solo 30 anni fa, c’è l’alta velocità, lo smartphone e i social. Ma, temo, salvo “un dio che ci venga a salvare”, potrebbe venir presto un tempo in cui, per gli umani, i bisogni saranno elementari.
11 Gennaio 2020 alle 5:26 pm
Coraggio raga! su con la vita
Per completezza ed equilibrio, ora i buoni monaci dovrebbero anche mostrarci l’altra faccia della medaglia; almeno …che so…75 anni senza conflitti in europa … la fame e molte malattie sconfitte in buona parte del mondo (mortalità infantile abbattuta) – che paradossalmente causando l’aumento esponenziale della popolazione mondiale ci possono proiettare verso certe visioni apocalittiche – … la conquista un po’ ovunque dei cosiddetti diritti, non solo delle minoranze e dell’altra metà del cielo … l’accesso alla istruzione….la informazione…
Qualcuno dovrebbe ricordarci come si viveva prima degli anni ’50, o nei secoli passati.
è davvero esistita la mitica età dell’oro?
Certo che il futuro è una sfida, ma entrare così a gamba tesa… poi l’arbitro fischia.
11 Gennaio 2020 alle 5:36 pm
Secondo me la lettera dei monaci di Bose è interpretabile solo sul piano religioso, altrimenti sfocia nel ‘semplice’ discorso politico: non è cristiano chi bacia i crocifissi ma chi segue il Vangelo. Respingere i migranti ecc. ecc. non è seguire il Vangelo, ergo il baciatore di crocifissi è un ipocrita.
A mio parere non dice molto di più.
Per quanto riguarda il futuro: non sono sicuro che ci sia un futuro, su questo pianeta, per gli esseri umani.
11 Gennaio 2020 alle 6:42 pm
Mah. Il ‘solo’ piano religioso…
L’effetto boomerang per me rimane.
11 Gennaio 2020 alle 7:47 pm
Secondo me a un certo punto sono sbottati. Immagina se Salvini avesse agitato un Buddha o qualche altro simbolo spacciandosi per buddista praticante (in parte ci ha anche provato: prima ringraziava o salutava con un gassho): verrebbe da dirgli ‘scherza coi fanti …’. Però se vedi come è costruito il discorso, in particolare tutto il pezzo di apertura e quello di chiusura, secondo me hanno contenuto sul piano religioso quello che rischiava di sfociare sul piano politico. Tieni anche conto che il (parte del) cristianesimo è militanza sociale: il regno di Dio va costruito nel qui e ora. La politica dei sovranisti de’ noantri è un pugno in un occhio in un progetto di purezza: propone un modello di ‘salvezza’ che è l’esatto contrario del programma cristiano.
8 Febbraio 2020 alle 10:16 am
Non condivido nulla di quanto detto in questa lettera. E’ un dire di superficie, politicamente corretto, eticamente corrotto, direbbe l’ottimo Fusaro.
Lo stato è LAICO. e deve rispondere alle esigenze dei cittadini che rappresenta.
Il territorio dello stato italiano può garantire la sostenibilità per quaranta milioni di persone, attualmente siamo già oltre venti milioni…
La lettera afferma anche il falso quando afferma che si rifiuta il soccorso in mare, mai successo, altro è lo sbarco. E lì, uno stato serio deve essere risoluto, vale a dire, nessuno sbarco.
La lettera mescola confessione religiosa e politica quindi non è chiaro a quale dei due aspetti rispondere e comunque intrude troppo nel politico e a questo si deve rispondere.
Come dice sempre bl’ottimo Fusaro, più che cristianesimo sembra il vangelo secondo Soros, e se qualcuno appella un soggetto del genere quale benefattore è il caso di chiamare urgentemente il 118. E’ una lettera delle favole, di capuccetto rosso, hansel & gretel…non si può prendere sul serio…
8 Febbraio 2020 alle 10:30 am
@4 mym,
hai un bel dire che si deve rispondere sul piano religioso a uno scritto che è politico al 98%…Non essendo nemmeno cristiano non ne condivido i postulati che trovo superficiali, retorici,de noantri, per usare una tua espressione. Questi qua non danno lezioni a nessuno e la loro idea di cristianesimo non mi piace assolutamente, preferisco Don Alessandro Minutella che gliele canta e gliele suona con argomenti più profondi.
Respingere l’invasione, “migranti” è altro, è il compito di qualsiasi rappresentante politico serio. Se fossi in Salvini e considerando che razzxa di demoni, ripeto DEMONI, abbia come oppositori, di rosari ne porterei cinque, uno per caviglia uno per polso e uno al collo. Salvini è anche padre di due bambini che frequentano le scuole pubbliche e attacchi come quelli alla sua persona sono degni del peggiore squadrismo e soprattutto lo squadrismo clerico e sinistro. Nessuno è perfetto, quindi ergersi a legumeni o giudici dell’operato della politica e di una parte politica è un grave errore che i cristiani fanno da sempre. Secondo me il buddismo opera su un piano diverso.
8 Febbraio 2020 alle 10:41 am
@6 mym
il sovranismo, qualificalo come ti pare, è l’unica risposta che si possa dare a un progetto demoniaco. Il sovranismo è una risposta seria ed equilibrata a quello che appare (direbbe il Maestro Severino)come quello che non è già a priori, non è mai stato e non può necessariamente essere (direbbe ancora l’ottimo Severino).
Giudicare Salvini come fai tu, lo trovo un errore. Non puoi giudicare. Uno è libero di esprimersi nella modalità che sente o ritiene e non per questo può essere incasellato in un abito o ambito. Oltre a questo si deve restare nel merito, negli argomenti di un eventuale interlocutore senza attaccare la persona ma le idee eventuali.
Tu mym ti sei, accodato al mainstream usuraio mondialista che è quello verso cui spinge l’eretico bergoglio.
8 Febbraio 2020 alle 11:55 am
Ciao Nello, bentornato.
Ti sei alzato col piede giusto stamane! 🙂
Ci sono alcune cose che non capisco in quello che scrivi. Comincio con quella che più mi perplette (@8): a che cosa ti riferisci quando affermi che “il buddismo opera su un piano diverso”?
8 Febbraio 2020 alle 1:51 pm
Mym @ 10,
Il piano diverso è nessun piano.
Nessuna retorica,
Nessuna critica,
Nessun giudizio,
Niente di niente.
8 Febbraio 2020 alle 3:35 pm
Ah, ho capito. Non ti annoveri tra i buddisti, allora … 😛
(Il tuo commento appariva due volte, ne ho eliminato una perché ho pensato fosse ridondante. Se il doppione era voluto puoi ripristinarlo, se vuoi).
9 Febbraio 2020 alle 7:55 am
Il simpaticissimo Sawaki direbbe, il buddista è un cadavere putrefatto 😜
11 Febbraio 2020 alle 12:16 pm
Ciao Nello, a mio modesto parere (probabilmente bigotto) attaccare un dotto discorso di 469 parole (@Nello 7,8,9), farcito di “ottimo Fusaro”, “ vangelo secondo Soros”, “ Questi qua”, “invasione”, “”migranti” è altro”, “DEMONI”, “ squadrismo clerico e sinistro”, “ progetto demoniaco”, “Non puoi giudicare.”, “ ti sei, accodato al mainstream usuraio mondialista”, “l’eretico bergoglio.” potrebbe andar bene per luoghi virtuali come Facebook o simili, non qui (parere personale, anche non condivisibile). Intendo dire che buttarla sul parlare divisivo con espressioni che, proprio come tu dici, “incasellano in un abito o ambito”, cosa dovrebbero produrre? Risveglio? Non penso proprio: quindi meglio lasciar perdere. La lotta politica è una cosa, un modo come altri di entrare in contatto con la realtà, che può produrre visioni di futuro oppure chiacchiere, nulla da eccepire. E ciascuno di noi nel suo mondo, immagino che lo affronterà secondo una propria etica faticata. Credo però che un luogo virtuale che si propone di dialogare in modo religioso (che non è un modo come un altro) delle cose del mondo, lo si frequenti pure nella speranza di trovare un dialogo che abbia il coraggio di gettare il cuore oltre ogni tipo di identità che non sia la mera constatazione di un momento fenomenico per aspirare (all’increato?) e respirare un po’ d’aria fresca. Anche quando si legge qualcosa che pare non esserlo. Penso che un adulto sia consapevole, ad una certa età, che il mondo è luogo di ingiustizia e fabbrica di dolore, tuttavia e proprio per questo “Che cosa pensi di questo, o Sariputra? Forse perché il sole e la luna sono impuri, i nati ciechi non li vedono?”. Infine con riferimento @Nello11, quelle sono parole potenti, ma parole, che valgono nulla se non provo a dargli una forma adatta all’estinzione della sofferenza, altrimenti sono un vessillo per ricoprire di una qualche sacralità qualcosa che invece poggia su semplici formazioni nuvolose che vanno e vengono. Grazie.
11 Febbraio 2020 alle 12:31 pm
Ciao AdO, grazie.
Sei proprio un brav’uomo.
Io, tutta ‘sta fatica, mica l’avrei fatta … 😳
12 Febbraio 2020 alle 2:56 pm
Gentile signore AdO@14,
estrapolare parti di discorso come fa lei non è corretto.
Quello che per lei è un “dotto discorso”, per me non lo è.
In quel discorso, per mia opinione, non c’è nulla che valga la pena di essere rilevato.
Sul senso di “religioso”, lei, per me, non ha le idee chiare, e soprattutto nella sua accezione buddista.
Lei, come tutti, dovrebbe stare nel merito e dimostrare attraverso quello le mie eventuali lacune.
Dicendole che lei non sa cosa sia religioso, ovviamente, le ho già detto tutto.
All’asilo si insegna che qui e ora è diverso per ognuno, capisce? E in quel diverso bisogna giocarsela. Per lei è troppo difficile
12 Febbraio 2020 alle 3:00 pm
Mym@15
Non si può gettare il sasso e nascondere la mano. Se il discorso posto in discussione è politico, e si fanno pure nomi politici, su questo piano si gioca la storiella.
12 Febbraio 2020 alle 4:24 pm
Gentile signor Nello @16, sono stupito: quel “lei, come tutti, dovrebbe …” assieme a “per lei è troppo difficile” sono proprio deludenti. Temo che buddismo e religione(so) ne siano lontani.
Non si può analizzare, guardare, valutare secondo religione, quindi in modo religioso, un politico quando usa simboli religiosi?
Lo so che molti credono nel ‘primato della politica’. Se concordassi, mi presenterei/mi sarei presentato alle elezioni
12 Febbraio 2020 alle 6:44 pm
Caro mym, la compassione può esprimersi anche con un colpo di kyosaku… Con la scorrettezza plateale e grossolana di quel signore, mi sono contenuto… dovresti apprezzarlo. Poi puoi plaudire chi ritieni, e io sono altrettanto libero di dire che non sono d’accordo. Non deviare dal contesto dello scritto che con il termine “religioso” ha poco da spartire, e comunque, ripeto, non siamo tutti uguali, intellettualmente parlando.
13 Febbraio 2020 alle 8:57 am
Sì, sì il kyosaku, conosco la solfa. Amanti del manganello ce ne sono dappertutto.
Più difficile e faticosa è la pratica gentile, non aggressiva, amorevole, paziente della compassione.
13 Febbraio 2020 alle 11:12 am
Chiedo scusa se intervengo ancora sull’argomento.
La questione sta un po’ degenerando e diventa poi difficile riprendere il bandolo della matassa. Per cui vorrei riordinare le idee.
La lettera dei monaci.
Per quale motivo è stata scritta e per quale motivo è stata pubblicata qui.
A ). Il criterio cronologico suggerisce che, appurato che i contenuti sono politici, che si tratti anche di una lettera elettorale, cioè tesa ad influenzare un qualche ‘elettorato’. Infatti pur non essendo datata è titolata ‘Avvento 2019’ – ovvero dicembre ’19 – e pubblicata qui l’otto gennaio: le elezioni in Emilia furono il 26 gennaio. In tal caso la cornice (apertura e chiusura) di carattere religioso sembrerebbero più che altro una sorta di ‘copertura’. Un filino ipocrita a mio avviso.
B). Essendo la ‘Stella’ un sito impegnato nel dialogo (interreligioso, intrareligioso..) bisogna però dar fede che l’intento possa esser stato quello di una prova di dialogo. E questo forse è l’argomento principe che merita un approfondimento.
C). La scelta di pubblicare qui potrebbe anche essere stata quella di far conoscere ‘dall’interno’ cosa gira nella testa dei monaci di Bose, quale è il loro tipo di atteggiamento nei confronti della lettura del Vangelo e dei testi sacri. Non che io sia un esperto, ma tra le varie citazioni non vedo nulla che mi riconduca all’invito di non mescolare gli ambiti di Cesare e Dio. Per cui probabilmente ci azzecca Mym quando dice che (mym 6) in quel contesto ‘il (parte del) cristianesimo è miltanza sociale’. Cioè politico. E qui torniamo ad A).
D). La scrittura ‘di gruppo’ indicherebbe non un punto di vista personale, ma una posizione collettiva, discussa elaborata da un gruppo di persone…. Di nuovo politica dunque. E non genericamente cristiana, né specificatamente cattolica: infatti la polemica dei monaci è anche con altri modi di vivere e interpretare il Vangelo (vedi cristiani del campanile vs cristiani del vangelo)
13 Febbraio 2020 alle 11:13 am
Ma qui della politica nulla ci importa, per cui l’opzione interessante sarebbe quella del dialogo. E qui nascono ulteriori difficoltà, perché catalogare tout court la Via del Buddha (qui il buddhismo Zen) come religione nella accezione occidentale della parola (e che prevede anche, evidentemente (mym6), la militanza sociale come opzione nella definizione di religione) è operazione da acrobati. So che su questo tema le opinioni sono spesso discordanti e vedo anche che negli ultimi anni la definizione di religione sta diventando sempre più omnicomprensiva, nel tentativo di farci entrare, e inquadrare, il più possibile di ambiti . Tanto che ormai si parla anche del taoismo o del marxismo come di ‘religioni’. E va bene così, il politicamente corretto e inclusivo è l’ideologia di oggi cui è gioco adeguarsi.
Ma allora, se dobbiamo dialogare, ad una provocazione politica è non-solo-lecito rispondere; ed è bene essere altrettanto chiari. Mi pare che Nello non abbia usato toni particolarmente arroganti od offensivi, non più dei monaci di Bose comunque.
Il mio invito è questo. Interroghiamoci ancora una volta sulla questione del dialogo tra i seguaci della Via del (dei) Buddha e la politica, nonchè le Religioni. Siamo al punto zero, evidentemente, e questo blog ne è la prova.
Meno male. Chi cade a terra si rialza con la terra.
13 Febbraio 2020 alle 11:41 am
Un ultima cosa:se Salvini o chi per lui avesse agitato un Buddino di ceramica o altro del genere (6), io credo che qualunque seguace della Via avrebbe osservato, con occhio più o meno benevolo ma certemente con un ieratico sorriso compassionevole sul viso 🤣 . Delle immagini e parole di buddha ormai si è fatto scempio ovunque (a proposito avete mai usato il bagnoschiuma Zen?! è ottimo, costa poco e lascia una pelle pulita, profumata e fragrante…..)e non ho mai sentito nessuno prenderla a male.🤬
13 Febbraio 2020 alle 11:58 am
È onnicomprensivo, il Doc, oggi. Bentornato. Comunque ci hai preso, col punto C (diverso dal punto G, mi raccomando …): pubblicai la lettera appena la ricevetti/lessi, senza guardare alle date. Con ogni probabilità, però, ci avevano pensato loro, alle date. L’intento, mio, era esattamente quello di “far conoscere ‘dall’interno’ cosa gira nella testa dei monaci di Bose …”.
Vero che, a livello personale, nessuno se la prenderebbe a male se quel fine individuo di Salvini mostrasse o baciasse Buddini. Tuttavia non sarebbe fuori luogo (come hanno fatto i monaci di Bose) avvisare le folle che il giovanotto, proprio perché fa così, dimostra di essere tutt’altro che buddista e quindi di non ‘cascarci’.
13 Febbraio 2020 alle 1:17 pm
Penso che l’umano linguaggio non sia un procedimento matematico di calcolo, ma necessiti di reciproca comprensione, empatica per ciò che concerne la comprensione delle intenzioni dell’altro: dunque forma è merito, a parer mio. Credo che il dialogo funzioni (sia etico) se è universale, permetta cioè ad un non laureato e uno studioso di conversare su temi comuni (in questo caso religiosi). Per me è una cosa importante, posso imparare molto per fare meglio. Cose semplici non penso a rifondare il pensiero concettuale. Del resto nel mio caso mi sono dato la regola di sedere in silenzio quotidianamente e non rompere i “cosìddetti” al prossimo, sarebbe già molto. Se non ci riesco, ci riprovo. Per questo, nelle mie intenzioni non c’era e non c’è alcuna di pretesa di insegnare alcunché ad alcuno, se ho dato questa impressione me ne scuso.
13 Febbraio 2020 alle 2:21 pm
Riprendo un’affermazione che pare categorica e come tale mi fa drizzare le orecchie: @22 “Ma qui della politica nulla c’importa”. Con pardon, a me importa assai, perché politica è il mio stare nel mondo (saṃsāra) mentre religione è il mio cercare di starci da bodhisattva. Non vedo come e perché separare le due cose, che due non sono, nel Mahāyāna. Il mondo è ovunque siamo, che sia la famiglia, il lavoro, la comunità, la cella che per quanto eremitica pullula di viventi, e questo blog: sono polis, luoghi comuni. Il bodhisattva, credo abbia nella sua grammatica un solo pronome a diposizione, almeno tentativamente, il noi. Ma non il noi separatista che divide in “noi e voi”, bensì il noi e basta, che include tutto, tutti. Per questo Nello qui sbaglia: il sovranismo è l’apoteosi dell’io, del noi proprietario, che divide ed esclude, che protegge noi respingendo loro.
Ho sentito un venticello, in alcune asserzioni, che mi ha riportato a un passo letto di recente, che mi permetto di citare: Il Beato allora disse:[…] Ebbene, gli ottusi ti diranno: ‘Solo in un modo si raggiunge il risveglio e cioè col solo modo della vacuità’. Ma costoro, invero, sono impuri nella pratica’”. Infatti, coltivando esclusivamente la vacuità, cadono nel nirvāṇa, a guisa degli Uditori. (dal Bhāvanākrama di Kamalaśīla). E se qualcuno pensa che questo monito non c’entra granché con quanto fin qui detto in questo frangente e che per nulla lo riguarda, porti pazienza, per cortesia.
13 Febbraio 2020 alle 2:40 pm
doc @21-22-23 hai centrato
13 Febbraio 2020 alle 2:54 pm
jf @26
La realtà politico economica attuale si divide in EU mondialisti e ipotetici sovranisti, come la Svizzera per esempio.
Poi ci sono i sognatori, gli utopisti…
Tertium not datum per il momento.
Io preferisco i sovranisti e non credo che questo preferire infici il mio stare al mondo più di quanto non lo faccia qualsiasi altra cosa.
Che il sovranismo sia l’apoteosi dell’io mi sembra completamente sbagliato e fuorviante, non ha molto senso elaborare un problema del genere con gli strumenti dell’io e noi.
È il noi non può limitarsi solo alle persone e qui si apre uno scenario che implica criteri di analisi che vanno oltre i pronomi
13 Febbraio 2020 alle 6:25 pm
Ciao Jf
sei tu che invecchi o il velo di ironia sottinteso nella frase incriminata (22) era talmente sottile da risultare invisibile?! Ci importa talmente poco della politica che sono già 28 interventi più l’editoriale che ….
Qui in effetti non vale il principio di Bergoglio (se tu offendi la mia mamma io ti do un pugno). Si risponde e finisce lì. Non scorre sangue. Poi amici come prima.
Purtroppo nel mondo non è sempre così.
Quindi facciamo attenzione: ci porti su un terreno quantomai periglioso. So quanto ci tieni ad annoverare il Buddhismo tra le religioni, ma penso converrai che l’ambiguità del termine ‘religione’ andrebbe dipanata, almeno volta per volta.
Parli di religione intesa come pratica, personale anche se la risolvi nel noi. Però per molti (i più?!) come sai la religione è una sorta di ideologia, carica di valori inopinabili e verità indiscutibili, talvolta ahimè da imporre agli altri anche con metodi poco…ortodossi.
Religione e politica spesso vanno a braccetto. Separarle – laddove lo si è fatto – mi pare sia stata una delle conquiste dell’umanità: dopo l’età dell’oro, si intende, quando il lupo e l’agnello si abbeveravano insieme…
14 Febbraio 2020 alle 8:23 am
Ciao Doc,
eh sì, invecchio e l’ennesima evidenza me la rivela non aver visto il velo della tua ironia, neppur così sottile: in effetti siamo già a 30 interventi… scusami.
Dici che ci porto su un terreno periglioso: non penso di essere io a farlo, direi piuttosto che ci siamo, in pericolo, pur senza farne un dramma. Il mondo, inteso come la civiltà che abbiamo inventato, va a rotoli, almeno così mi pare, se già non è rotolato del tutto e noi lo vediamo solo al rallentatore. Trattandosi di un’invenzione, di una costruzione della mente, non è che le cose vadano obbligatoriamente così, come ci si vuol far credere. Si può immaginare tutto diverso: sempre costruzione mentale sarà, ma meno sofferente. Questo può essere un obbiettivo nel tempo, mentre continuiamo a fare zazen. Per questo pensarci e dirci come “noi” invece che come “io-tu” penso sia una grammatica migliore. Il linguaggio è basilare nella costruzione del mondo, è la forma del pensiero, e, nel mondo, siamo come ci pensiamo. Dunque ripensare le parole (religione, politica…) mi sembra un lavoro da fare. Finora, e da secoli se non da millenni, sono state malpensate: il problema non mi pare sia sostituirle con altre, ma come e per cosa le usiamo.
14 Febbraio 2020 alle 9:14 am
Jf
Un buddista, quindi chiunque, anche se dice “io” non è mai solo io.
E Chandrakirti nel suo commento all’opera di Nagarjuna, ha chiarito molto bene e per sempre il senso di vacuità.
Sia” io” che “noi” sono fasulli e lo sanno quasi tutti
14 Febbraio 2020 alle 2:22 pm
Repetita iuvant, così pare per te, Nello, anche nel tono.
Forse se leggessimo con più attenzione quello che viene scritto, in fondo sono poche righe, ci risparmieremmo tutti un po’ di fatica. Ho scritto che (io o noi) sempre di costruzione mentale si tratta, non sta dunque qui la differenza. Son diversi gli effetti. Fra un calcio nel basso ventre e un abbraccio la differenza non è di sostanza ma di conseguenze. Fra due “illusioni” scelgo la meno perniciosa, cioè quella che sciogliendo i nodi induce alla pratica dello scioglimento.
Vacuità è un buon modo di dire, una buona indicazione verbale sullo stato delle cose, come da più parti insegnato e come certo sai anche tu. Ma è parola di cui non abusare o farsi scudo, non è un riparo.
14 Febbraio 2020 alle 6:37 pm
Jf
Per “indurre alla pratica dello scioglimento (dei nodi)” ognuno ha la propria modalità, e tra “calci e abbracci” può essere stretta di mano e abbracci, oppure, inchino e altro.
Qui e ora è diverso per ognuno e non c’è un ognuno che vada bene per tutti e possa parlare per tutti.
Spesso, a mali estremi si risponde con rimedi estremi. Se un bambino infila una forchetta nella presa della luce, puoi dirgli di non farlo oppure gli tiri uno scarpone che magari gli fa male ma lo salva. Forse.
15 Febbraio 2020 alle 5:29 am
Dice Padre Ernesto Balducci:
“Nessun cambiamento è da ritenersi positivo se obbedisce soltanto a ragioni economiche e tecnologiche, senza introdursi, con rispetto, nella struttura antropologica che un gruppo umano ha ereditato da secoli”.
Il sogno di una cosa, dal villaggio all’età planetaria
Edizioni Cultura della Pace
San Domenico di Fiesole FI, 1993,p.16
15 Febbraio 2020 alle 4:01 pm
Parecchio tempo fa ricevetti una telefonata, dalla Trinacria: un fraterno amico che non vedevo da molti anni. Il petto mi si riempì di gioia ed accolsi la sua voce con entusiasmo. Alla fine della telefonata mi resi conto che lo scopo dell’amico era sponsorizzare la Appendino, allora candidata a sindaco della mia città. Mi lasciai influenzare e votai. (Me ne pentii – politicamente – non tante settimane dopo, ma questa è un’altra storia). Quello che volevo raccontare, se a qualcuno interessa, è quanto rimasi deluso dall’amico, che pur sempre stimo ed amo in qualche deposito della memoria, ma che spero – con tristezza – non mi chiami di nuovo se non per affetto o per necessità contingenti.
Per questo, parlando della lettera da Bose, ho parlato di boomerang. Se fossi stato residente in Emilia, dopo averla letta, probabilmente avrei avuto la tentazione di votare lega. Per ripicca. E non è escluso che alcuni l’abbiano fatto.
15 Febbraio 2020 alle 4:02 pm
Se i monaci influencer avessero scritto a me, mi sarebbe piaciuto rispondere più o meno così:
<<…nel nome del Signore, consiglio per consiglio, considerate per favore e con indulgenza anche le misere parole di un vecchio ignorante, accidioso e peccatore. Facciamo molta attenzione, cari monaci, quando scriviamo collettivamente e pubblicamente, a cosa scriviamo ed alla intenzione che mettiamo nello scrivere. Non consideriamoci autoreferenzialmente gli unici veri depositari della Verità, nè di quel Vangelo da cui estrapoliamo frasi a sostegno delle nostre tesi dimenticandoci magari di altre, come ad esempio il dare a Cesare e dare a Dio: la pagliuzza e la trave ..…. Forse la gente, anche se poco istruita, non è poi così stupida o insensibile come ci piace pensare. Molti non amano farsi manipolare, nè da santini sventolati su una piazza, né da santini invocati in una lettera. Abbiamo rispetto per il nostro prossimo, che è anche il nostro vicino, quello che incontriamo quando usciamo nelle strade, che è anche i confratelli di fede che dissentono dalle nostre posizioni politiche: anche loro soffrono e piangono sulla caducità umana e sulle disgrazie dell’essere al mondo. Evitiamo di comportarci come radical shic dello spirito, affini a quei radical del portafoglio che ‘poveri ed immigrati devono essere accolti senza se, …ma sistemateli nelle periferie, non ai Parioli o alla Crocetta’. Non solo il Paradiso è lastricato di buone intenzioni. E se la sofferenza di alcuni gruppi umani ci preme come priorità di azione … scendiamo sulla terra… sporchiamoci le mani in prima perona… E’ vero: c’è molto da fare. Perdonate la mia arroganza e presunzione: vi amo qualunque sia il vostro credo ed il vostro orientamento.>> .
15 Febbraio 2020 alle 4:14 pm
Capisco, però sembra della serie: “E mo’ je faccio er cucchiaio …” 🙂
15 Febbraio 2020 alle 5:35 pm
Forse c’è anche un po’ di retrogusto Tottiano, se tu lo vedi. Del quale mi scuso.
Voleva essere ‘Disambiguazione al di fuori della Dottrina’. E dalle citazioni.
15 Febbraio 2020 alle 5:50 pm
Un po’ sì. Pare: ‘na cosa pe’ faje vedé come se fa …
Però è una risposta rivolta a chi è uscito per primo. Si può dire che ci sia stato uno stimolo che ha suscitato una reazione, non è una sparata ‘a freddo’.
Saresti bravino come cristiano … 😛
15 Febbraio 2020 alle 7:03 pm
Nooooo!….
Abbi capiscimi. Non è per me che mi batto e non ce l’ho con qualcuno in particolare.
Però se politica è religione e religione è politica, la laicità è la cosa più sacra (😋) e preziosa. E qualcuno la deve pur difendere.
15 Febbraio 2020 alle 10:49 pm
Ma non puoi mica imputare ai monaci di Bose di non essere laici: io gli lascerei fare il loro mestiere, come mi pare cercassero di fare, dando indicazioni per distinguere il grano dalla gramigna. Le citazioni disturbano, è vero, quando sono comodi paraventi, ma sono anche utili per capirsi: tenendo conto che la loro lettera era rivolta a lettori cristiani, nella stragrande maggioranza. Il senso di pubblicarla qui non era a parer mio quello di fargli le pulci, a me semmai ha stimolato una domanda: loro (quei monaci cristiani) in questo frangente storico dicono questo e questo, e noi? Ho cercato in breve di rispondere.
16 Febbraio 2020 alle 12:39 am
Noi chi?
16 Febbraio 2020 alle 12:41 am
Forse travisi. Non ho detto che i monaci debbano essere laici. Ho parlato di laicità.
16 Febbraio 2020 alle 1:07 am
Errata corrige: Laicità.
16 Febbraio 2020 alle 10:57 am
Noi chi? Scegli tu: noi lettori di questo blog, noi che ci scriviamo in questo caso, noi che cerchiamo di vivere il buddismo e ogni tanto ne parliamo, o anche i noi per cui tu ti batti, visto che non è per te che lo fai (@40).
La laicità con la L può essere non meno confessionale e angusta di un’ideologia religiosa, a mio modesto avviso e per mia esperienza.
Ringrazio per l’attenzione e mi scuso con chi ha rilevato travisamenti, in amicizia.
16 Febbraio 2020 alle 2:34 pm
Mi spiace che ti sia andata la mosca al naso. Ma io ancora non ho capito cosa intendevi (42). Però queste sono sciocchezze.
Quello che mi spiace di più è che non venga compresa l’importanza e la serietà dell’argomento: questo è davvero triste.
Forse sembra scontato, per i nati dopo il ’45 in europa, poter godere di un grande spazio laico, e di avere una quasi totale libertà di scelta, di pensiero, di espressione e di azione.
Ma pare che un bene grande non lo si apprezzi mai quando è scontato. Lo si irride e lo si calpesta. Solo quando lo si perde se ne comprenderne la portata.
Da parte mia, ringrazio di cuore ed onoro la memoria di tutti coloro che hanno lottato, spesso a prezzo della vita, per permettere a noi di godere di questo spazio libero.
16 Febbraio 2020 alle 2:38 pm
Laicità contiene tutti i Credo Religiosi, le Filosofie, le Verità, le Dottrine politiche, le Scienze eccetera. Ma nessuna di esse contiene Laicità. Nella Laicità, che è vuoto,che non-è, esse/i trovano vita e modo di disputare e di accoppiarsi.
Ma Laicità è tanto preziosa quanto delicata: ha bisogno di cure. Ha molti nemici e deve essere difesa, riconosciuta e preservata per poter continuare ad offrire il suo dono.
Dunque Laicità è lo spazio vuoto che consente. Dove può aver luogo il Dialogo. Che è la cosa per cui siamo qui. Il dialogo inter-intra-religioso (e politico, a questo punto).
Senza sangue, roghi e demonizzazioni.
16 Febbraio 2020 alle 9:21 pm
Caro Doc,
pensavo di aver concluso quel che avevo da dire, ma la tua accorata perorazione della laicità (scusa la minuscola, non ce la faccio, sono laico anch’io) m’invita a un’ulteriore intervento. Nella sagra delle mancate comprensioni, non capisco chi sarebbe che irride e calpesta quel bene grande di cui parli. Forse i monaci di Bose? A me non pare. Io? Spero tu non lo pensi. A me non è parso si parlasse di mettere questo in discussione, ma tu l’hai detto, invecchio, il che forse aumenta la percentuale di rischio di sbagliarmi. Semmai, mi è parso si parlasse, su input di quella famigerata lettera, del fatto che quel grande spazio, quella quasi totale libertà di scelta, di pensiero, di espressione e di azione (con beneficio d’inventario) di cui qui godiamo sia un privilegio di pochi a questo mondo, e quando si comincia a volerlo difendere a scapito di altri, tenendo fuori chi bussa, quella libertà immiserisce, si snatura in proprietà, diventa un bene di consumo e si consuma. E’ quel che mi pare stia succedendo qui da noi.
17 Febbraio 2020 alle 1:46 am
Caro Jf
la frase incriminata non era riferita ad un qualcuno particolare, bensì rafforzava pleonasticamente l’osservazione precedente (‘un bene grande’). Ora che lo vedo capisco e mi scuso dell’inutile ambiguità.
Mi par di capire che con ‘laicità confessionale ed angusta’ tu ti riferisca (45) a regimi totalitari non ierocratici. (Se ho capito male correggimi, grazie.) Quindi io uso la parola prevalentemente nel senso di ‘laicità dello stato’ e tu la usi prevalentemente col senso contrario a ‘religioso’. (Mannaggia, apposta avevo messo la L…). Quindi il fascismo per te è laico?! Laico!?
Quindi ora capisco anche la battuta sui monaci che non possono essere laici (41).😄
Non sei invecchiato….scherzavo.
La terza parte di (48) sembrerebbe un invito ad entrare nel merito di questioni politiche di casa nostra; non ero io il tuo interlocutore sul tema quindi lascio spazio.
Un caro saluto.
17 Febbraio 2020 alle 9:17 am
Bene, Doc, mi pare che ci siamo quasi capiti, sono contento.
Un’ultima richiesta precisazione: con ‘laicità confessionale e angusta’ mi riferivo, un po’ enfaticamente, alla concezione sacrale di laicità che ho sperimentato in Francia, dove è visto con sospetto ogni discorso religioso in luogo pubblico e si legifera contro il velo, salvo poi stigmatizzare come antisemita ogni minima critica a una concezione sionista dello Stato. Ma son quisquilie, lo so, peli nell’uovo, in confronto al buio pesto dei regimi teocratici e/o totalitari, fascismo per primo, la meno laica delle allucinazioni umane.
Ciao.
17 Febbraio 2020 alle 11:23 am
Cosa c’entra il contenuto di una citazione con il supposto uso di paravento del citate? Ripeto, il contenuto.
Qui non c’è nessuno che “bussa”, qui sfondano la porta con il pugnale tra i denti…
È lo stato deve essere laico,per me.
17 Febbraio 2020 alle 11:26 am
Poi… I fascisti… I populisti…é dialettica dei padroni del discorso, fuffa, non c’è realtà, tutto virtuale. Non lo bevo
17 Febbraio 2020 alle 2:17 pm
Anche a me pare che ci siamo quasi capiti (jf 50).
D’ora in poi le parole laicità e religione le scriverò sempre con la minuscola.
Il primo che mi fa le pulci (perchè ci sarà…oh se ci sarà!) posso mandartelo?!😛
Buone cose.
17 Febbraio 2020 alle 2:48 pm
Ultimissima cosa, poi mi tolgo.Promesso.
Dopo aver letto il libro di Scurati (M) mi sono ulteriormente radicato nell’idea che non sia stata tanto la destra quanto un certo massimalismo della sinistra a fare di Mussolini ‘il Duce’…
(Disambiguazione. Massimalismo: l’orientamento o il comportamento di chi, in una opposizione di idee o di programmi, vuole ottenere il risultato massimo e non ritiene accettabili soluzioni intermedie o parziali).
I meccanismi storici sembra si ripetano ciclicamente, pur mutando le forme.
7 Marzo 2020 alle 7:28 am
Vorrei rispondere nel “merito” ai commenti di Nello.
“Il piano diverso è nessun piano etc…”, ovviamente secondo la prematurata della supercazzola fusariana, nel senso severiano, come se fosse antani. (Che volete? Ha iniziato lui.)
Le turbe di Nello – speriamo non si metta a frignare per un paio di colpetti di kyosaku – pongono alla nostra attenzione due questioni cruciali: quella dell’identità, come opportunamente evidenziato da jf @26, e quella del nulla.
È vero che la dottrina dell’anātman afferma l’inesistenza di un “Io” individuale, ma è anche vero che l’Occidente non è come l’Oriente, non è buddhista, crede nella passione, nell’azione e nell’identità, che è cristiana.
Chantal Desol è “la più nota pensatrice francese cattolica contemporanea” e nel suo ultimo libro – Le Crépuscule de l’universel – afferma che la cristianità è morta per cui il compito dei cattolici dovrebbe essere quello di amministrare con intelligenza il suo patrimonio spirituale (posizione analoga a quella espressa dal sinologo François Jullien in Risorse del cristianesimo). Tra i vari temi la pensatrice si occupa anche del problema dell’immigrazione “che non è solo un problema morale di necessaria solidarietà, ma anche di salvaguardia della cultura ospitante”, nel senso che “per la prima volta… culture straniere si oppongono al nostro modello negando la natura universale dei principi che volevamo portare al mondo… denunciando insieme agli eccessi dell’Occidente anche il suo carattere utopistico”. Ovviamente i cosiddetti populisti o sovranisti sono bollati come stupidi e scorretti giacché è vero che costoro si ergono a difensori dell’identità, ma di una identità degenerata. (Chantal Desol, L’uomo senza volto né catene, intervista su Il Foglio, 22/02/2020.)
7 Marzo 2020 alle 7:29 am
La questione del nulla.
Appartengo alla schiera degli antiseveriniani, insieme a Aldo Masullo, Tommaso Ariemma, Alfonso Berardinelli etc. Una menzione d’onore per Massimo Baldini che con il suo “Contro il filosofese” ci ha messo in guardia dai pataccari della filosofia.
Severino era uno che aveva sempre in bocca la parola ‘nulla’, ma «Il mio pensiero, per quanto debole, possiede la forza di attingere l’Essere necessario esistente per sé stesso, e non ha la forza di concepire il nulla. L’esistenza di un solo atomo mi sembra sufficiente a provare l’eternità dell’esistenza, mentre nulla mi prova il nulla. Come! Nello spazio che oggi è qualcosa, ci sarebbe stato il nulla? Ciò mi riesce incomprensibile.» (Voltaire, Il filosofo ignorante.)
La questione meriterebbe un topic a parte perché l’inesistenza del nulla implica l’inesistenza del vuoto – e qui mi fermo; sia per la manifesta inadeguatezza del sottoscritto, sia perché ciò che qui interessa è il “nulla” kantiano a cui si ispira – consapevolmente o meno – la lettera del monastero di Bose.
Se – dice Kant – una delle grandi forze morali, mutuo amore e rispetto dovesse venir meno (la c.d. “amabilità insegnata da Gesù”) «allora il nulla… inghiottirebbe a fauci spalancate, come una goccia d’acqua, l’intero regno degli esseri.» (Critica della ragion pratica.) Dove per “nulla” è da intendersi “la ricaduta nelle barbarie” contro cui Kant mobilità la civiltà come forza dell’intelletto e del dovere.
7 Marzo 2020 alle 7:29 am
Il tema posto da mym @2 è il più serio di tutti: siamo alle soglie di un “nuovo mondo” o della tomba? Siccome l’Apocalisse appartiene alla letteratura religiosa, il tema è eminentemente religioso, anzi teologico.
«Tutto è possibile a un Dio che si vendica», dice un quaresimale del settecento. Questo è pacifico. Ma la razionalizzazione occidentale lo ha reso incredibile. Per conseguenza la teologia classica va in mille pezzi e le aporie teologiche aprono autentici varchi. La teologia empia fa la sua comparsa. Segue il crollo della fiducia in Dio e la sistematica avversione al suo concetto. Siamo di fronte alla grande domanda a cui è necessario rispondere se si vuole capire qualcosa: è l’individuo in quanto tale nel punto più lontano dalla “origine”, dalla “creazione”?
Vale a dire che nel “Giorno del Giudizio” non ci saranno «due milioni di angeli coperti di corazze impenetrabili, galoppanti mostruosi cavalli, che ammazzeranno gran parte delle creature umane», né «la Terra si spaccherà e il Sole si svellerà rotolando giù», né «si udirà l’aquila gridare tre volte “guai!”»
No. Niente di quanto fu mille volte previsto accade. L’assetto del mondo continua a perpetuarsi: nascono i bambini, si invecchia e si muore sazi, i fiumi scorrono nei loro letti e la velocità di caduta dei pianeti verso il Sole diminuisce in misura proporzionale al quadrato della distanza. Ma i rapporti sociali si spappolano, le stagioni non reggono più, i ghiacciai si sciolgono, il deserto avanza, l’aria si fa irrespirabile.
…
NB. L’iperbole “Dio si è fatto uomo” non è teologicamente ricevibile. Ciò che si presenta ottusamente con il nome di Messia sa poco di teologia: con esso non si intende né carne né spirito.
7 Marzo 2020 alle 7:30 am
L’idea della fine di tutte le cose, ragiona Kant, è inaccessibile a una conoscenza speculativa. Ma è fornita dalla stessa ‘ragione legislatrice’ con una intenzione pratica: «… perché se ne traggano i principi morali che simili idee suggeriscono relativamente ai fini ultimi di tutte le cose.» (La fine di tutte le cose.) E ancora: «Non è ragionando sul corso fisico delle cose di questo mondo, ma sul loro corso morale, che ci sono dati l’idea di una fine di tutte le cose e il diritto di accoglierla.»
La separazioni tra le due ‘ragioni’ postulata da Kant e da lui stesso teorizzata è il filo a cui è appeso il destino dell’umanità. Il che significa segretamente che solo il vantaggio farà da filtro a ciò che dalla fisica rifluirà sul piano umano. Eppure dagli imperativi che provengono dalla fisica, dall’in sé cieco e sordo del mondo, dall’accumularsi della sventura, si possono trarre norme vincolanti che agiscono più “degli splendidi occhi di Dio”. Ma l’unica eredità kantiana accettata senza discussioni è la Critica della ragion pratica che è l’estremo tentativo (idealistico) di occultare gli imperativi che provengono dalla fisica sostituendovi gli imperativi della coscienza.
7 Marzo 2020 alle 10:20 am
Ciao Hmsx, bentornato. È un piacere leggerti. Anche se un ignorante come me non ha riferimenti culturali sufficienti per apprezzarti appieno.
Una cosa sola, ora: penso che la tua domanda “siamo alle soglie di un “nuovo mondo” o della tomba?” sia inutilmente duale. Almeno altri due casi sono ammessi.
Per favore, nello scrivere, ricorda la buona regola che recita: kick the ball, not the player.
7 Marzo 2020 alle 11:59 am
Chiedo scusa a Nello. Non ce l’ho con lui. È che quando leggo il nome dell’“ottim…” – cough cough – scusate, ci riprovo: è che quando leggo il nome dell’ “ottim..” di quel mentecatto di Diego Fusaro, perdo la mia calma proverbiale.
Voglio dire a doc@22, 29, che se non ci vuole accollare la spesa per i Parerga e paralipomena di Schopenhauer (ma l’hai visto il piano dell’opera su wikipedia!?), può sempre reperire presso l’editore il Piano B il capitoletto “Sulla religione” dove in forma di dialogo tra uno spregiatore e un estimatore della religione si dice l’essenziale (spoiler: finisce in parità).
Avvertenza. Schopenhauer ha il vizio di scrivere in maniera semplice-semplice, facendo sempre degli esempi concreti e ancorando le sue tesi alla vita quotidiana. La sua pecca, come ebbe a dire il leggendario traduttore Giorgio Colli, è che il 20% della sua opera è fatta di insulti a Hegel, che guarda caso è proprio il filosofo di riferimento dell’”ottim…”- cough cough – di quella testa di legno di Diego Fusaro (scusate, non ce l’ho fatta)
Grazie per la stima, mym. Per quanto riguarda l’ignoranza, l’altro giorno rileggevo alcune cose che avevo scritto e ne ho dedotto che sono un analfabeta e un fanfarone.
L’oscurità di alcuni passaggi forse dipendono dal mèdium. Ogni volta che provo a descrivere tutti i vari nessi logici escono fuori certe lenzuolate “impostabili”. Diciamo che faccio affidamento sull’intuizione e la benevolenza del lettore.
7 Marzo 2020 alle 2:37 pm
Carissimo. Mi chiami (60) e rispondo.
Ti ringrazio per il consiglio: ma – credimi – quando voglio leggere dei libri so come fare a procurarmeli.
Mi spiace che tu, che ami leggere tanto – non è una critica ma una amara, amorevole constatazione – non riesca a dire due parole farina del tuo sacco e neppure, a quanto pare, a leggere con attenzione un blog cui non hai partecipato. Potrebbe essere interessante. Ti perdi tra un riferimento ‘dotto’ ed una citazione, non cogli il cuore della questione ; ne risulta alla fine una accozzaglia di pensieri, a volte inutilmente polemici, ‘sostanzialmente’ avulsi dal contesto di cui si è discusso; illeggibile.
Se non stai attento non capisci. E se non capisci resta solo la sgradevole esibizione di un esercizio onanistico-intellettuale .
Contento tu. Per me leggerti, oggi, è stata una inutile e faticosa perdita di tempo.
Consiglio per consiglio, ti suggerirei di smetterla di leggere, per un bel po’, e di aprire le orecchie ed il cuore.
Sono certo che neppure tu te la prenderai per un benevolo colpetto di kyosaku.
7 Marzo 2020 alle 3:23 pm
Kapperi, Doc, ben detto!
Che legnata.
Però anche le belle parole danno un poco di piacere. E l’onanismo intellettuale non fa parte, ancora, degli attimpuri.
8 Marzo 2020 alle 7:08 am
Buongiorno.
Kapperi doc che colpo!, peccato sia andato a vuoto…
Ma lo sai che l’accusa “non è farina del tuo sacco” è la stessa che Wagner mosse a Nietzsche?
«Nietzsche non ha mai avuto pensieri propri, mai sangue propri: è tutto sangue altrui che è stato travasato in lui», disse a Cosima (Diari, 4.8.1993).
Che poi è la stessa accusa mossa a quel genio di Vanini, “trapiantatore di pensieri altrui”, giacché costruiva le sue opere “montando” brani presi da altri libri senza tuttavia perdere la compattezza della composizione e suscitando comunque un effetto originale grazie al suo temperamento di scrittore. Che poi è la stessa accusa che alcuni pedanti muovono a Quentin Tarantino, ma sto divagando.
Dici che hai letto M di Scurati, dunque saprai che il romanzo non è altro che un assemblaggio di documenti e testimonianze originali, a cui Scurati non ha aggiunto una virgola. Cioè, Scurati ha vinto il premio Strega senza scrivere una sola parola che fosse “farina del suo sacco”. Tutto “copia-incolla”. Del resto si sa – si sa? – che “tutta la letteratura è un gigantesco plagio.” (Ti evito la fatica di googlare, questo è Borges.)
Ecco, “farina del mio sacco” è la scelta degli autori, la selezione dei brani, la disposizione degli argomenti, che esprimono al meglio ciò che ho nella *mia* testa.
8 Marzo 2020 alle 7:10 am
Il cuore della questione, dici?
Mi pare di averlo individuato in questo passo della lettera del Monastero di Bose: “…stiamo vivendo tempi cattivi, in cui quasi ci si fa un vanto della cattiveria. Quasi si rivendica un diritto alla cattiveria.”
E infatti: “ti suggerirei … di aprire… il cuore”. Ecco, se non ti impermalosisci troppo, direi: MA TI SEI BEVUTO IL CERVELLO!?
A meno che, per te, il “cuore” della questione sia l’art. 7 della Costituzione (ma non è semplice, si fa per dire, seguirti giacché “È onnicomprensivo, il doc, oggi”, mym@24). Allora, la separazione delle sfere di competenza è formale, non sostanziale. Certo, bisogna non essere dei pedanti per capirlo. Il cristianesimo è stato un potentissimo instrumentum regni per cui solo uno che ha vissuto su Marte può aspettarsi che i cattolici non si immischino in affari che riguardano la politica. Del resto, anch’essi sono cittadini e obbligati al dovere civico. Voglio dire che la ratio della norma, nella sostanza, riguarda coloro che fanno politica di professione, i quali non dovrebbero appropriarsi dei simboli religiosi per fare propaganda. La lettera del Monastero di Bose è sacrosanta. Ma questo è solo un livello di lettura superficiale, il tuo. A un altro livello la questione è più sottile. Per esempio, l’apparato dei peccata della teologia classica funzionava come codice penale. I peccata avevano una cogenza che oggi non hanno, al punto che il “cattolicissimo” Salvini si fa fotografare il venerdì di quaresima mentre si ingozza di carne di animali morti. Qual è il destino di una religione incapace di incidere sulle coscienze dei suoi seguaci? Ma esistono altri livelli di lettura, almeno tre o quattro. Non riesci a leggerli? Non importa. Non aver studiato Kant non è una condanna. Anche Nietzsche non aveva mai letto la Critica della ragion pura…
8 Marzo 2020 alle 7:11 am
Infine, mi spiace, ma le tue deduzioni sul mio conto sono errate: io detesto leggere. Siccome a dirlo con parole mie risulterei lungo, me le faccio prestare.
«Di tutto quanto è stato scritto io amo solo quel che uno scrive col suo sangue. Scrivi col sangue: e vedrai che il sangue è spirito.
Non è affatto facile, capire il sangue altrui: odio gli oziosi che leggono.
Chi conosce il lettore, non fa più niente per il lettore. Ancora un secolo di lettori e lo spirito puzzerà.
Che tutti possano imparare a leggere, rovina alla lunga non solo lo scrivere, ma anche il pensare.»
(Nietzsche, Così parlò Zarathustra, Del leggere e scrivere.)
8 Marzo 2020 alle 11:01 am
Già… hai ragione.
Temo che il colpo di kyosaku sia andato a vuoto.
Mi spiace per te.
8 Marzo 2020 alle 11:10 am
Secondo me, ognuno a suo modo, siete dei ‘grandi’.
Ma Doc è in odore di santità (si sente di qua …) mentre Hmsx è un simpatico farfallone.
Così ne scontento due in un colpo solo 😛
9 Marzo 2020 alle 12:16 pm
Beh, dato che si sono riaperte la danze, mi faccio un giro, perché me ne era rimasta una in gola e allora ve la dico. Scrivevi (Doc @54): “Dopo aver letto il libro di Scurati (M) mi sono ulteriormente radicato nell’idea che non sia stata tanto la destra quanto un certo massimalismo della sinistra a fare di Mussolini ‘il Duce’…”. Eh no, per favore: questo equivale a dire che lo stupro è stato colpa della minigonna troppo corta di quella puttanella della vittima. Non scherziamo. Non mi pare proprio un’idea in cui valga la pena di radicarsi. Non è da te, Doc!
9 Marzo 2020 alle 1:21 pm
Ciao Jf
rispetto la tua opinione, ma preferisco la mia.
Spero che a Lodi vada tutto bene.
9 Marzo 2020 alle 4:31 pm
Ciao Doc,
ma allora sei davvero in odore di santità: è troppo presto, non fare così 😉
A Lodi e circondario non va per niente bene, come altrove nel Bel Paese, del resto. Disastro negli ospedali e nelle carceri, i luoghi dove si è alla mercé… Anche su questo dovrebbero ragionare i monaci di Bose, su come siamo ridotti dopo secoli di indottrinamento e di potere cattolico sulle anime: come ai tempi di Gesù, a sperare d’incontrare i pochi buoni samaritani.
9 Marzo 2020 alle 5:00 pm
Qui finiamo sul ghiaccio sottile …
Rischiamo che qualcuno ci chieda di ragionare su come sono ridotti, dopo secoli di indottrinamento e di potere buddista sulle anime, popoli come il thailandese, il birmano o … il giapponese 🙁
9 Marzo 2020 alle 5:23 pm
(jf 70) Scusa, hai ragione. Ero di corsa.
Riguardo al libro di Scurati, è stata una impressione che ho avuto. Ma sono passati mesi dalla lettura. Ricordo che mi aveva sorpreso quel punto di vista che ho espresso, anche perchè mi accorsi che… sotto sotto …. lo sospettavo.
Ma il bello del libro – a mio parere – è che non ha una tesi: come dice HMSX sono documenti storici narrati asetticamente, senza particolari virus ideologici. Ognuno si può fare una sua opinione. E cambiarla.
Ma non ho voglia di rileggerlo, per ora.
Comunque ho la sensazione che tu stia bene. E così qui, per ora; anche se la paranoia collettiva cresce ogni giorno di più.
9 Marzo 2020 alle 6:18 pm
Proprio così, Mym @71. Pattinare sul ghiaccio sottile è un esercizio che va fatto, di quando in quando: è quella roba di pagliuzze e travi. Non è questione di noi e loro, ma di imparare dal passato, anche quello cosiddetto altrui. Indottrinamento e potere sulle anime sono robaccia (come il kyosaku…) chiunque li detenga e li usi, inmho.
9 Marzo 2020 alle 6:27 pm
Doc 72: Prego, figurati.
Il libro di Scurati non l’ho letto, non solo perché dopo aver sentito una sua intervista alla tele ho pensato che non m’interessava, ma anche per il titolo: quella M nera che campeggia in campo bianco è pubblicità. Il testa di morto (come lo chiama Gadda) ben lo sapeva dicendo: parlate pure male di me, basta che ne parliate. Non ci sto, per me sta bene dov’è.
10 Marzo 2020 alle 8:56 am
Scusa Doc, ma il ciccìcoccò sulle vostre letture, non è quella cosa lì degli attimpuri, l’onanismo intellettuale? :-\
10 Marzo 2020 alle 9:43 am
Sissignore.
10 Marzo 2020 alle 11:11 am
Vabbe’.
Tre pateravegloria e pedalare, per oggi.
E non giocare al dottore … 😛
10 Marzo 2020 alle 11:26 am
Forse però l’argomento che poni non è così peregrino…. Almeno, credo di capire. Perciò la meno ancora un attimo (per il bene degli esseri, of course 🙏)
a) ero consapevole di dilungarmi e (a richiesta), sono in grado di spiegare la concatenazione di riflessioni che mi hanno indotto a un po’ di ciccicoccò
b) uso non è abuso.
10 Marzo 2020 alle 11:28 am
Non mi era comparso il tuo commento 77.
Aggiungerò un pizzicotto ai pater…
13 Marzo 2020 alle 8:14 am
Il kyosaku non può essere travisato quale “manganello” e nemmeno come “punizione”.
Il kyosaku è un upaya, un mezzo. Si può scegliere se usarlo o meno. Può non essere adatto per tutti, fattore che connota ogni mezzo, sta quindi alla persona che lo usa capire se sia il caso o meno di utilizzarlo.
Questo non significa la sua esclusione a prescindere, a priori.
Un famoso monaco,che non cito per non irritare i suscettibili, durante il suo primo contatto avvenuto con lo zen Rinzai, fu erroneamente colpito in testa e prese a cazzotti chi glielo aveva servito maldestramente,poi, nel tempo, lo definì “bastone del risveglio”. Si può non essere d’accordo con questa definizione ma personalmente la condivido. Ognuno ha la propria sensibilità che vale quella di chiunque altro. Quindi, nessuna elevazione, nessuna condanna, pe me, e tanti altri.
13 Marzo 2020 alle 8:19 am
Il kyosaku, di fatto è il tempo,mujo,se si realizza il tempo si comprende la nascita del kyosaku.
13 Marzo 2020 alle 8:43 am
Il kyosaku è un bastone.
Il resto …
13 Marzo 2020 alle 10:35 am
Ambedue le affermazioni:
“Il kyosaku è un bastone”
“Il kyosaku non è un bastone”
Non colgono nel segno
13 Marzo 2020 alle 11:56 am
E quindi?
13 Marzo 2020 alle 5:46 pm
(Chi-osa-cu)culiàre il kyosaku?
Questo sì che è un koan
13 Marzo 2020 alle 5:51 pm
Chi di chiosaculiata ferisce …
13 Marzo 2020 alle 6:18 pm
fago85: Chi osò non so, ma qualcuno sul suo nido ci volò. Metacitazionismo gergale statunitense per rimanere in tema (sperando non disgarbi il Doc), ché comunque ha a che fare con gli scherzi della mente.
13 Marzo 2020 alle 6:53 pm
Pare anche a me più una questione di enigmistica (scherzi della mente) che di koanistica (niente scherzi; o solo scherzi, che è lo stesso).
13 Marzo 2020 alle 7:18 pm
Eh, mi scivoló il piede…giù dal nido
13 Marzo 2020 alle 7:43 pm
Il cacciatòr del bosco … Pan pan!