Mer, 26 Ott 2016
Nel 2000 fu pubblicato, con l’Editore Marietti, Piccola guida al buddismo zen nelle terre del tramonto. Era la prima volta che veniva edito un libro interamente scritto da me e mi pareva di aver fatto un buon lavoro. Ma gli anni passano, le mamme invecchiano e così pure i libri mal scritti. Quando terminò il tempo per il quale avevo ceduto i diritti di pubblicazione, pensando di farne un ebook iniziai a sfogliarlo.
Non mi aspettavo di trovarlo così … traballante, insufficiente. Fu così che decisi di riscriverlo, tutto daccapo. Ho mantenuto intatta la struttura, ovvero i due filoni separati, quello della storia di Medith e quello di saggistica, così pure ho mantenuto lo stesso ordine degli argomenti ma ho rinnovato completamente il testo. Ora penso che sia un buon libro, adatto sia a chi voglia informarsi sulla nascita, il senso e lo sviluppo di quella tradizione senza dottrina detta zen, sia per coloro che già hanno intrapreso questa strada e vogliono spolverare, rinnovare approfondirne la conoscenza.
Ve lo propongo in due formati: epub e pdf, per poterlo leggere su uno schermo oppure su carta, una volta stampato. Lo trovate, liberamente scaricabile, in questa pagina.
Vi segnalo, su questo sito, l’apertura di una nuova pagina: Videospigolature zen. Da tempo pensavamo di organizzare una pagina come questa, ora grazie a AdO e CdM: eccola qui. Naturalmente se conoscete qualche video, film o animazione che desiderate segnalare ve ne saremo grati: potete farlo nei commenti a fondo pagina.
Nei mesi scorsi, su un sito web del Vaticano è stato pubblicato un articolo -scritto su richiesta- di commento alla lectio magistralis su “Fede, ragione e università”, tenuta il 12 settembre 2006 dall’allora papa Benedetto XVI presso l’università di Ratisbona e per questo noto come “Discorso di Ratisbona”. Ve lo segnalo come un passo verso una forma priva di reticenze del dialogo interreligioso. Qui potete trovare il testo.
25 Commenti a “La nuova Piccola Guida”
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1 Novembre 2016 alle 3:36 pm
Buongiorno mym, io sono stata una di quelle che ha studiato il libro nella prima versione. I 4 Marietti sono stati la cornice entro cui mi sono mossa per un bel po’ di tempo. Con questa nuova edizione un lato della cornice, che aveva preso il colore del tempo vissuto, viene cambiato. Leggerò il nuovo libro con l’attenzione dovuta.
Ti ringrazio
Marta
1 Novembre 2016 alle 3:55 pm
Buongiorno Marta, prego, figurati.
Tieni conto che tra una quindicina d’anni uscirà la terza edizione…
2 Novembre 2016 alle 8:34 pm
Due segnalazioni per le “videospigolature zen”:
https://www.youtube.com/watch?v=p2O0qrn6-fY&list=WL&index=15
Un bel film sulla vita di Dogen zenji, con sottotitoli in italiano (nello stesso canale si trovano altri film interessanti);
https://www.youtube.com/watch?v=LL2XUTeoUsM&list=WL&index=23
Una bella introduzione alla pratica dello zazen dei Taigen Shodo Harada roshi (sottotitoli in italiano).
3 Novembre 2016 alle 7:55 am
Benvenuto Maurizio. Grazie per le segnalazioni. Il film su Dogen lo conoscevo, lo avevamo scartato perché … di maniera, encomiastico. Le istruzioni di Harada Shodo le ho viste ora per la prima volta. Dice cose strane (per non dire errate) secondo me, sia per ciò che riguarda la postura del corpo sia per ciò che riguarda quella della mente. Comunque aspettiamo che gli alti comandi della pagina prendano visione e si esprimano.
PS: per favore, i suggerimenti per la pagina di Videospigolature metteteli direttamente in quella pagina, grazie.
3 Novembre 2016 alle 8:03 am
Ottimo!
È chiaro che certe cose le posso imparare solo col confronto!
Grazie, carissimo.
3 Novembre 2016 alle 9:21 am
Maccome, senza una polemichetta? Neppure un “sì, ma però…!”. Troppobbono.
Comunque, a parte il video di Harada Shodo, imho, mettersi lì davanti alla telecamera per dare le istruzioni per lo zz non ha molto senso. Intendiamoci: sono molto propenso ad usare il web (mail e blog) invece degli incontri personali. Però, almeno quella volta, penso che bisognerebbe incontrarsi.
3 Novembre 2016 alle 9:36 am
Perfettamemente d’accordo!!!
3 Novembre 2016 alle 10:15 am
No, no, ma cos’hai capito? Intendevo: “negli altri casi”; tra di noi una mail basta e avanza… 🙂
3 Novembre 2016 alle 1:07 pm
😃😃😃😃
Perfetto!!!
3 Novembre 2016 alle 2:57 pm
Nel mettersi troppo a vento c’è il caso di prendere aria.
3 Novembre 2016 alle 3:06 pm
Agli ordini!!!
No, questa volta hai proprio torto!!!!
5 Novembre 2016 alle 12:02 am
Salve Maurizio,
grazie, appena possibile farò visita al canale che suggerisci, se troverò qualcosa di pertinente lo pubblicherò.
Per il resto, concordo con Yushin. Circa il film su Dogen, posso aggiungere che ho apprezzato una fotografia curata e rigorosa che tuttavia denuncia il limite del film stesso: un bel quadro con tinte suggestive più attente ad evocare fragranze rituali tipiche della cultura giapponese piuttosto che tentare di dire qualcosa su un uomo che ha posto la sua intera vita nello zazen e la cui complessa produzione letteraria ancora oggi rimane una eredità inestimabile da scoprire per chiunque si addentri su quella stessa strada.
5 Novembre 2016 alle 8:01 am
Ok.
Credo che ci sia il film della Cavani sulla vita di Milarepa. E poi un film basato su un romanzo di Inoue Yasushi, ma in cui il buddismo potrebbe essere marginale (letto attraverso l’arte del tè).
5 Novembre 2016 alle 10:49 am
Il film della Cavani su Milarepa, considerato il periodo in cui fu girato (1973), era molto buono. Ora è un po’ datato, soprattutto nel ritmo. C’è ne siamo già occupati diffusamente, in un modo e in un altro. “Morte di un maestro del tè” (tratto dal libro Honkakubo ibun, di Yasushi), come film è fatto proprio bene, ho trovato solo una “piccola” discrepanza in tutta la storia. Mifune in quella parte è perfetto, potremmo dire che… è la morte sua. Non penso però che il film sia adatto a questo sito (se non con alcuni distinguo, se AdO avesse voglia) perché è il tipo di opera giapponese che tende a far passare l’equazione cerimonia del tè=zen, e pazienza, ma anche (e secondo me è peggio) l’equivalenza tra il codice d’onore del Bushido e un comportamento zen. In Giappone è stato (in alcune frange Rinzai è ancora) così ma preferirei che certe forme di vita rimanessero dove sono.
5 Novembre 2016 alle 11:42 am
Yushin,
dove si può leggere il tuo commento al film della Cavani?
Mi pare di non averlo trovato sul sito e il libro dove compariva mi risulta irreperibile, ma forse devo cercare meglio.
5 Novembre 2016 alle 11:48 am
Ossegnucau! Basta cliccare, nel commento precedente, sul link di “un modo”…
5 Novembre 2016 alle 12:05 pm
Grazie!!!
☺
9 Novembre 2016 alle 10:41 am
God bless the King(burger)
9 Novembre 2016 alle 10:20 pm
Chiù pilu pè tutti!
17 Novembre 2016 alle 7:44 am
OT
A quasi tutti i frequentatori di questo blog il nome di Michele Faggianini non dirà nulla. Sono quasi inutili, quindi, queste parole: uno sconosciuto rimane tale, anche parlandone. Però lo voglio ricordare ugualmente, sia perché -forse- gli avrebbe fatto piacere, sia perché non credo sarà ricordato altrove: aveva chiuso da tempo le comunicazioni con tutti. Michele era parte di quel sempre più sparuto gruppetto di persone che all’inizio degli anni ’70, a Torino, si avvicinò allo zazen. Dopo la nostra (di Daido, Jiso e mia) partenza per il Giappone, e una grave disavventura personale, aveva scelto la riservatezza e il silenzio. Una delle persone intellettualmente più interessanti, sensibili e difficili mai incontrate. Ora se n’è andato per sempre. Ho trovato una sua foto, è di almeno 30 anni fa, ma non ne ho altre.
17 Novembre 2016 alle 10:01 am
Mi unisco al tuo ricordo di Michele, è sfumato dal tempo e dalla non assidua frequentazione, ma mi resta l’eco della sua intransigenza intellettuale quasi feroce, verso se stesso e gli altri, nello smontare ogni maschera e artificio mentale dietro cui nascondersi. L’uso che faceva di questo rigore dialettico mi fu allora di scomodo aiuto e, nel ricordarmene, forse può continuare a esserlo. Per questo, oltre che per i motivi che hai scritto, credo non sia del tutto inutile ricordarlo qui, facendo il suo nome anche a chi non l’ha mai conosciuto. Grazie.
20 Novembre 2016 alle 9:34 pm
Grazie per questo ricordo allora.
26 Marzo 2017 alle 11:49 am
El grupo de zazen de la Cañada ha tradotto La Piccola Guida al Buddismo Zen in spagnolo, in formato pdf ed epub. Grazie, gran bel lavoro.
23 Agosto 2022 alle 11:10 am
Ho avuto il piacere di conoscere Faggianini Michele e di godere della sua amicizia per molti anni.
Avevamo in comune 2 grandi passioni: la musica e i libri di fantascienza. Negli anni 70 abbiamo sentito grandi concerti rock e, nel 71 siamo andati assieme a Palermo per il festival musicale Palermo Pop.
Purtroppo come spesso accade ci siamo persi di vista. Lui era partito per l’Afghanistan ed io – più prosaicamente – ho iniziato un lavoro che mi occupava molto.
Ho cercato di contattarlo più volte ma era sparito. Aveva cambiato abitazione e numero di telefono.
Credo di averlo intravisto nei primi anni 90 nel salone di una banca in piazza San Carlo. Purtroppo ero in compagnia di clienti e quando mi sono liberato lui non c’era più.
Mi spiace molto avere appreso solo ora del suo decesso.
Era una persona di un’intelligenza superiore.
Ciao Michele, dovunque tu sia.
F.
23 Agosto 2022 alle 6:32 pm
Buonasera F, benvenuto
Sono lieto che qualcuno ricordi Michele. È scomparso da 5 anni (molti di più contando quelli in cui si è isolato dal mondo) ma ancora mi torna in mente. Anche stamane.
Chissà, forse, in quegli anni ci siamo incrociati, a Torino e dintorni.
Un saluto
mym