Questa è la citazione in calce alla premessa metodologica che esprime in modo sintetico lo spirito che permea questa tesi.
Essendo una prima esperienza di stesura e organizzazione letteraria è certamente un lavoro ‘grezzo’, ma -almeno per me- non per questo privo di interessanti spunti e accostamenti.
Frutto di una ricerca sincera e appassionata, vissuta in comunità, del vivere da praticante e del confronto con altri praticanti, in essa è tracciato parte del mio processo di maturazione e approfondimento. Questo in maniera inevitabile, perché l’esperienza comunitaria buddista ha come contenuto proprio l’evoluzione della comprensione di ‘io’.
Non solo, la comprensione dell’altro parte proprio da un approfondimento di quello che io chiamo io e che dico mio, da quello che ci fa dire noi e che diciamo nostro.
Ecco allora che la funzione catalizzatrice del dialogo, in cui ci si lascia coinvolgere, è la modificazione stessa dell’autopercezione.
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